Caro Tonino, che aria tira nel Sulcis?

20 Novembre 2009
1 Commento


Andrea Pubusa

Ecco il resoconto del colloquio telefonico con Tonino Lampis, un vecchio compagno di Carbonia,  molto attento a ciò che si muove nel Sulcis fin dalle lotte degli anni ‘70. Un intelocutore prezioso per capire la situazione, gli umori e le prospettive di quella zona.

D. Pronto. Tonino, che aria tira nel Sulcis? Qual’è la situazione del comparto industriale?
R. Ai primi del mese presso il Ministero dello Sviluppo Economico si sono svolti degli incontri per un esame complessivo delle delicate condizioni di operativita’ delle aziende del Sulcis, in particolare Alcoa e Portovesme srl.
D. Chi sono gli interlocutori?
R. Ha partecipato la Regione Sardegna, guidata dal presidente Ugo Cappellacci, i vertici aziendali di Alcoa e Portovesme Srl, le rappresentanze sindacali delle aziende e del territorio ed i Sindaci del Sulcis. Presente anche l’onorevole Salvatore Cicu, che non si sa bene che ruolo svolga…
D. Ma di cosa si è discusso?
R. La questione centrale è sempre la stessa: gli alti costi dell’energia elettrica in relazione a produzioni energivore. I tecnici del Ministero, su indicazione del Ministro Claudio Scajola, stanno studiando soluzioni che si inquadrino nelle previsioni individuate dalla Legge Sviluppo, per assicurare alle due aziende, in tempi rapidi, l’accesso alle misure in favore delle imprese che rendono servizi al sistema elettrico su tutto il territorio nazionale. Cosa che assicurera’ il rilancio delle rispettive produzioni e quindi dell’indotto ad esse collegato.
D. E il divieto europeo degli aiuto di Stato?
R. Certo, questo è il problema. Questa ipotesi si scontra con la pressocché certa contestazione d’infrazione  della Commissione europea che vigila sugli aiuti di Stato a difesa della concorrenza.
D. Un vero cul de sac, non credi?
R. Purtroppo è così. I Sindaci si sono fatti portavoce del forte disagio sociale conseguente alla paventata interruzione dell’attivita’ produttiva, che coinvolge in senso ampio almeno 6 mila lavoratori…
D. Beh, ci sono anche le migliaia dei disoccupati e non è ch sia facile troare lavoro altrove, come avvenne alla fine degli anni ‘50 e negli anni ‘60…
R. Certo si tratta di un ulteriore taglio occupazionale che il Sulcis, coi suoi già circa 30.000 disoccupati, non può tollerare. Di qui l’esigenza di un’azione che dia riferimenti precisi di soluzioni tempestive e dei relativi tempi di attuazione, in vista degli interventi strutturali che consentano una definitiva riduzione del costo dell’energia nell’isola.
D. E il Ministro che ha detto?
R. Sostalziamente aria frtitta. Il Ministero ha illustrato le misure della Legge Sviluppo per il contenimento dei costi energetici, misure giudicate positivamente dalle aziende interessate in quanto contribuirebbero alla soluzione del problema.
D. E la Regione Sardegna?
R. Ha formulato le misure in favore delle energie rinnovabili. Ma l’eolico è sotto inchiesta sotto vari profilio, anche penali.
D. C’è un imbrioglio e puzza di mafia in questa smodata corsa all’eolico in Sardegna…
R. La mafia sembra aver fiutato l’affare dietro le problematiche ambientali (rifiuti) e delle autorizzazioni all’installazione dell’eolico a seguito degli obblighi per le aziende produtttrici di energia derivante dal Protocollo di Kioto. La pressione dell’eolico in Sardegna nasce da qusta impellente necessità delle industrie produttrici di mettersi in regola cn Kioto. Punto.
D. E poi l’eolico è utile a questi fini?
R. E’ un discorso complesso e comunque almeno di medio e lungo termine, mentre nel Sulcis occorrono risposte immediate.
D. E dal Sulcis non vengono proposte?
R. Con i rappresentanti del territorio si e’ anche approfondita l’ipotesi - concretamente gia’ avviata - del contratto di programma che interessera’ la Portovesme srl, in termini di investimenti per l’innovazione. La richiesta dei Sindaci e’ stata di un approfondimento per gli ulteriori progetti di sviluppo da affiancare.
D. Mi sembra poco. Non c’è altro?
R. E’ in corso presso il Ministero un’attività volta a dare contenuto e ad implementare le misure concordate, in stretto contatto con le aziende. Il Ministro Scajola ha assicurato “ogni possibile intervento nei tempi piu’ stretti possibili per garantire al Sulcis le migliori condizioni produttive” e si è impegnato a far avanzare il progetto del gasdotto Galsi, incontrandosi con il Ministro dell’energia algerino.
D. Anche Soru, ai tempi, ai lavoratori che chiedevano misure immediate prospetto le magnifiche sorti dell’installazzione del gasdotto, ma sappiamo com’è andata a finire…
R.  La verità è che qui mancano idee per salvare l’esistente, ma ciò che è peggio, manca la prospettiva.
D. Beh, qui si toccanon con mano i risvolti economici e sociali del liberismo senza temperamenti su cui si fonda la politica della Comunità europea e del nostro governo…
R. In effetti qui si misurano concretameente gli effetti dello smantellamento degli strumenti pubblici d’intervento nell’industria, che certamente favorivano gli sprechi (ed in questo andavano certamente corretti), ma assicuravano (ed hanno assicurato) anche le grandi conversioni industraili. Nel Sulcis-Iglesiente la fuoriuscita dal settore estrattivo. Il liberismo non consente più politiche sociali. Ed in effetti ai 30 mila disoccupati del Sulcis dice solo “aggiustatevi”, “si salvi chi può”, con la conseguenza che la previsione più realistica è che ai già tanti si aggiungano altri sei mila disoccupati. Ma - si sà - la priorità su cui impegnare governo, ministri e il Parlamento è l’abbreviazione dei termini della prescizione dei reati!
D. E’ proprio così… Ci vorrebbe un’iniziativa forte. Ma non se ne vede traccia nella politica nazionale né in quella regionale.
R. Cappellacci va agli incontri col governo col cappello in mano…
D. Del resto con quel cognome… che altro può fare?
R. Potrebbe e dovrebbe mobilitare il territorio, le istituzioni, i sardi. Ma qui si vedono i frutti avvelenati del bipolarismo, che favopriscee lo scontro e non la convrgenza sui grandi temi…E’ possibile però che la spinta parta dal basso. Sindaci e sindacati non possono fare altro…La drammaticità della situazion esige risposte…
D. E’ questa l’unica prospettiva seria. Ciao Tonino. A presto…
R. Ciao, ma ricordati ch bisogna lavorare sulla prospettiva, senza un’ipotesi di lavoro per il futuro, anche la lotta finisce per essere pura e vana protesta, anche se sacrosanta…A presto.
Apprendiamo ora (dopo la pubblicazione del colloquio con Tonino) che la Commissione europea ha chiesto il rimborso degli aiuti di stato, ossia delle pregresse agevolazioni sul costo dell’energia,  e l’Alcoa, per tutta risposta, ha deciso di bloccare gli impianti. I lavoratori si sono immediatamente mobilitati. La situazione sembra senza via d’uscita. Un disastro per il Sulcis! 

1 commento

  • 1 Nicola Ibba
    23 Novembre 2009 - 07:52

    Rispetto a qualche giorno fa la situazione si è aggravata notevolmente e purtroppo credo che continuerà ad aggravarsi..

    Gli operai stanno dimostrando tutta la loro disperazione nei gesti estremi di questi giorni, l’ultimo solo poche ore fa è stato il blocco dei cancelli dell’ENEL di Portoscuso per impedire l’ingresso del carbone.
    Credo che questo gesto rappresenti solo il primo di una lunga serie che non si fermerà fino a quando non si troverà una soluzione alla crisi che sta strangolando il Sulcis e più in generale la Sardegna.

    Si devono unire le lotte di tutti i lavoratori che hanno perso il Diritto al Lavoro per chiedere che il parlamento la smetta di dedicarsi ai problemi giudiziari di Berlusconi e si occupi della crisi economica che sta distruggendo l’Italia intera.

    Giorno dopo giorno la crisi si aggrava sempre più e non vengono adottate misure idonee a contrastarla.

    Fino a quando il popolo potrà sopportare questa situazione??
    Mi dispiace non essere vicino alla mia terra in un momento di così profonda crisi per non poter urlare tutta la mia rabbia nel vedere come sta andando a rotoli l’Italia.

    Penso che sia arrivato il momento di incazzarsi veramente perché non è più possibile andare avanti in queste condizioni.

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