Ci rubano l’Università. Mobilitiamoci!

16 Novembre 2009
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Il Collettivo La Poderosa
(Gruppo di studenti di giurisprudenza ed economia nato dalla lotta contro la legge 133 del 2008)

Cara professoressa, caro professore,
vogliamo comunicarle che ci stanno rubando l’Università Pubblica o quel che ne resta.
Si è vero, non è delle migliori; è vero in questi ultimi tempi la qualità lascia un po’a desiderare; è vero anche che c’è del marcio (del resto anch’essa è una parte di specchio della società), ma è una parte della nostra e della sua vita, è un po’ la nostra e la sua casa, è un bene comune, linfa vitale della società, strumento di emancipazione, strumento di libertà.
Come possiamo essere delle donne e degli uomini liberi senza ricerca e senza cultura? Come possiamo essere Cittadini senza il libero accesso ai saperi?
Ci vogliono ignoranti per poterci dominare meglio, per rimetterci le catene che le lotte operaie, studentesche, le lotte delle donne, la Resistenza nei vari angoli del mondo, hanno tentato di togliere all’umanità e che in minima parte sono riuscite a togliere, almeno là dove si è costruito uno stato sociale.
Stiamo assistendo, quasi completamente muti e sordi, al processo di demolizione dei nostri diritti ad opera sia di questo Governo, al quale i governi precedenti hanno preparato la strada, sia di un qualcosa di ben più grande, globale, che impone sfruttamento, individualismo e competitività, con grande successo. Chi non è muto e sordo spesso è schifato da ciò che accade, eppure se ne sta lì immobile, perché forse almeno lui, pensa, né uscirà illeso. Ed è proprio questo il cancro della nostra società: l’individualismo. Quei pochi che ci impongono le loro regole, il loro gioco, le loro catene, lo fanno perché noi, il popolo, la maggioranza, li lasciamo fare. Per dirla citando Gramsci “ciò che avviene non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa abdica alla sua volontà, lascia fare”.
Dobbiamo unirci per difendere l’Università Pubblica: è nostro dovere!
Il nostro appello non vuole essere una difesa dello status quo, anzi. Crediamo che vada completamente abbattuto il sistema baronale, vogliamo un’università di qualità, vogliamo che il diritto allo studio sia effettivamente garantito a ogni strato della società, non vogliamo che il sapere sia considerato una merce e che l’università abbia logiche di profitto; ma crediamo che il primo passo verso questo grande traguardo sia l’opposizione alle ultime leggi e alle ultime proposte di riforma.
Ai tagli previsti dalla legge 133 dell’anno scorso, alla possibilità di trasformare l’università in fondazioni, al blocco del turn over, seguiranno quest’anno tutta una serie di novità previste nel disegno di legge sull’università, se approvato così com’è. Il consiglio di amministrazione dovrà avere almeno il 40% di componenti esterni, che avranno dunque una forte influenza sulle scelte accademiche incidendo quindi negativamente sull’autonomia dell’università che sarà assoggettata a logiche d’impresa, di poteri politici ecc…Viene prevista la possibilità di fusione delle università vicine che diventerà alla fine una scelta obbligata per tutte quelle università che non ce la fanno più a tirare avanti, con tutte le conseguenze negative che potrebbe comportare questa strada. E’ prevista una forte riduzione delle facoltà, in particolar modo quelle inutili al mercato del lavoro (secondo quanto detto nel ddl, il nostro ateneo dovrà sopprimere cinque facoltà). Queste sono solo alcune delle previsioni che ci suscitano forti preoccupazioni.
Fatta questa premessa, sperando che anche lei come noi senta nel più profondo del suo cuore questa ingiustizia, le chiediamo di aderire alla protesta indetta per martedì 17 novembre in occasione della giornata mondiale per il diritto allo studio, di partecipare alla manifestazione indetta dagli studenti che partirà da piazza Garibaldi alle ore 9 lo stesso 17 novembre, di non tenere la lezione all’università dandone motivazione agli studenti: insomma le chiediamo di prendere una posizione di non restare indifferente.

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