Il Tar Lazio sbugiarda ancora Berlusconi

18 Marzo 2010
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Amsicora

Altro stop del Tar del Lazio alla lista del Pdl di Roma per le regionali. Respinto il ricorso contro il secondo no della Corte d’appello. Le motivazioni sono quelle già formulate nel primo ricorso: il decreto salva liste non è applicabile in quanto la disciplina della materia nel Lazio è contenuta in una legge regionale, a cui non si estendono le “interpretazioni”  del decreto truffa. Questo testo legislativo può avere ad oggetto solo materie rientranti nella potestà legislativa statale, ossia le leggi elettorali dello Stato, applicabili nelle regioni che non hanno legiferato sulla materia. Il Tar ha poi rilevato . sbugiardando il Cavaliere - che in realtà la lista PdL non è stata presentata all’ufficio competente di Roma.
Il no del Tar Lazio di ieri è il settimo, dopo i due dell’Ufficio elettorale, i due della Corte d’Appello, uno del Tar del Lazio e uno del Consiglio di Stato.
Il Pdl ricorrera’ al Consiglio di Stato, il quale stavolta dovrà entrare nel merito della questione, mentre la volta scorsa aveva dichiarato improcedibile il ricorso perché superato dalla presentazione tardiva della liista PdL in forza del decreto-truffa.
Domani intanto e’ atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimita’ del Dl Salva-liste. Potrebbe esserne dichiarata l’illegittimità in relazione alla pretesa di “interpretare” leggi regionali e di essere applicato alle elezioni in corso. Mentre una legislazione che preveda in linea generale ed astratta, quindi per tutti, prima delle elezioni, un termine per la regolarizzazione delle liste (sostanzialmente una proroga di 24 ore nel deposito delle liste) non sembra contrastare con la Costituzione, anche se è poco sensata, poiché il problema viene solo “spostato” e potrebbe riproporsi se entro la proroga di 24 ore la lista non venga ritualmente depositata. Il che prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che il decreto salva-liste non ha natura interpretativa, ma è davvero un decreto-truffa., che cambia le regole mentre la partita elettorale è già iniziata. 

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