Il Pdl e la Lega erodono anche il governo locale

13 Aprile 2010
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Red

Come sono andati i ballotaggi nelle elezioni comunali? Male. Continua l’espansione del PDL e della Lega anche a livello locale. Mantova passa al centrodestra. E con lei anche Vibo Valentia. Restano invece al centrosinistra Macerata e Matera. E’ questo, in sintesi, il risultato dei ballottaggi nelle 4 città capoluogo chiamate a scegliere il sindaco al secondo turno.
Il dato di Mantova è quello più doloroso perché tocca la città considerata “roccaforte rossa” della Lombardia, dalla Liberazione amministrata dalla sinistra e dal centrosinistra. Qui il sindaco uscente, Fiorenza Brioni (centrosinistra), eletto al ballottaggio nel 2005 e ricandidatasi in questa tornata elettorale, non ce l’ha fatta a superare Nicola Sodano, sostenuto da Pdl e Lega. Sodano ha totalizzato il 52,2% dei voti contro il 47,8% dell’avversaria.
A Vibo Valentia, in Calabria, è stato eletto sindaco Nicola D’Agostino, che aveva l’appoggio del Pdl e di 2 liste civiche. Ha preso il 59,2% delle preferenze contro il 40,7% di Michele Soriano, candidato di Pd, Idv, Sel e alcune liste civiche. A Macerata, nelle Marche, ha vinto di misura con il 50,3% Romano Carancini, appoggiato da Pd, Idv, Rifondazione e liste civiche, contro Fabio Pistarelli (49,7%), sostenuto da Pdl, Udc, da alcune liste civiche e anche dalla Lega Nord. Infine a Matera il nuovo sindaco sarà Salvatore Adduce, appoggiato dal centrosinistra, che ha ottenuto il 50,3% contro Angelo Raffaele Tosto, (49,7%) centrodestra.
Al di la dei capoluoghi, tra le altre competizioni emblematiche spicca quella di Vigevano (Pavia), dove il candidato della Lega, Andrea, che sfidava quello del Pdl, ha vinto con il 72,8% dei voti.
La destra e la Lega hanno conquistato 15 comuni superiori ai 15mila abitanti. In sintesi,sommando primo turno e ballottaggi,il centrodestra ha conquistato 4 comuni capoluogo dei 9 al voto, contro i 2 in cui aveva vinto nelle precedenti amministrative. Ma anche nella ‘rossa’ Macerata, il PdL ha perso per appena 126 voti. Per quanto riguarda i comuni superiori ai 15mila abitanti,il centrodestra ne ha conquistati 32, contro i 26 amministrati in precedenza. Ma va sottolineato che il centrosinistra ha perso ben 17 comuni (passando da 38 a 21). Altri 11 comuni superiori ai 15mila abitanti, infatti, sono andati a liste civiche o piccole coalizioni che non possono identificarsi pienamente né con il centrodestra, né con il centrosinistra. Da segnalare, infine, la conquista da parte del Pdl di vere e proprie roccaforti ‘rosse’, quali ad esempio Pomigliano d’Arco (in provincia di Napoli) e San Giovanni in Fiore (in provincia di Cosenza).
Lo sradicamento del centrosinistra dai territori continua. Per vincere occorre una miscela di buona amministrazione, buona politica, candidature popolari e condivise, che ormai diventa nel centrosinistra merce rara. Se la competizione avviene nel contesto di una sorta di “monopartitismo disgiunto”, ossia di coalizioni non alternative nella sostanza, il PdL e la Lega hanno più armi per imporsi. L’incazzo di ampi settori democratici, che passano all’astensione o semplicemente votano turandosi il mitico naso, fa il resto. Senza un’ampia e convinta mobilitazione del popolo progressista la propaganda del centrodestra vince. Un avvertimento, questo, per la scelta delle candidature alle prossime elezioni in Sardegna. Ma il PD non sembra sentire il campanello d’allarme! Ed il tempo per un ravvedimento è ormai, ahinoi!,  strettissimo.

1 commento

  • 1 Efis Pilleri
    14 Aprile 2010 - 12:45

    In Sardegna si profila un risultato totalmente a favore della destra. In particolare nelle elezioni provinciali, che per noi sardisti hanno una valenza di particolare importanza rappresentando le articolazioni territoriali della nazione sarda.
    Il mondo sardista fornisce al disastro un apporto di grande rilevanza, schierandosi, come Arlecchino, al servizio di due padroni. Anche le formazioni degli indipendentisti puri danno il loro contributo, confermando le “storiche” posizioni isolazioniste che, dal ‘68 in poi, sono andate sempre a vantaggio soltanto di chi ha esercitato il potere.

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