Italia: verso una “dittatura democratica”?

27 Giugno 2008
6 Commenti


Raffaele Pilloni

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Non sono mai stato particolarmente sensibile agli allarmismi, agli “attenti al lupo” in nessun campo, pur avendo assistito in ambito politico per diversi anni ad un lento ed inesorabile svilimento dello Stato di diritto nel nostro paese, fatto di sentenze della Corte Costituzionale eluse in barba all’art. 136 della Carta fondamentale, di una miriade di leggi ad personam o, talvolta, ad personas, di provvedimenti avulsi da ogni logica giuridico-istituzionale ed infatti spesso cassati. Non sono mai stato neanche  particolarmente intrigato dalle buone prospettive annesse ad un clima di dialogo artificialmente creato, che si è concluso, senza sorpresa, in un totale disastro. Si voleva mettere da parte il passato, i litigi, l’inconcludenza della politica, le tensioni tra i poteri costituzionali ed i rispettivi rappresentanti: c’era chi, sull’onda dello slogan di Barack Obama, “yes, we can” predicava il cambiamento, in linea però con una propaganda masochista e suicida molto differente da quella del candidato democratico alle presidenziali negli Stati uniti e chi, col piglio che lo ha sempre contraddistinto, da un lato ammiccava verso il suo diretto avversario politico, condividendone i toni e inaugurando una nuova stagione di riforme e di dialogo, mascherando non del tutto però la sua oramai solita avversione verso le regole basilari della democrazia.
Si è iniziato con il braccio di ferro sull’emendamento salva rete4, poi modificato, che tendeva a prorogare il regime transitorio sul sistema radio-televisivo nonostante la Consulta ne avesse fissato la cessazione entro il 31 dicembre 2003, nonostante la messa in mora della Commissione europea e le dure prese di posizione del Parlamento europeo, nonostante la sentenza della Corte di giustizia delle comunità europee; poi il DDL sulle intercettazioni, che cozzerebbe palesemente  non solo con all’art. 112 della Costituzione che impone l’obbligatorietà dell’azione penale, ma anche con l’art. 21, nel momento in cui limita incostituzionalmente il diritto all’informazione, ponendo inoltre dei limiti inaccettabili sia per i reati perseguibili con lo strumento delle intercettazioni, sia per il tempo per cui sarebbe possibile adoperare detto mezzo di ricerca della prova a fini d’indagine: due rospi che le opposizioni hanno cercato di contrastare con la spada ancora pesante del buonismo che ha caratterizzato la loro deludente propaganda elettorale. Proprio in questi giorni invece mi pare sia tornato lo stesso clima che aveva caratterizzato quasi interamente la penultima legislatura, almeno per quanto riguarda la parte relativa alla voglia di indignarsi di cui il paese sembrava non ricordarsi e di cui sentivo, in qualche misura ed ironicamente, la mancanza: oggetto dello scontro un emendamento al DL sulla sicurezza, precisamente una norma che sancisce la sospensione per un anno dei processi penali relativi a reati commessi fino al 30 giugno 2002 che prevedano pene detentive inferiori ai 10 anni, a favore di processi con più alto “allarme sociale”, il tutto condito dalla prospettiva di un nuovo lodo Schifani, più ampio per evitare le grinfie di una pronuncia di incostituzionalità che già lo aveva sonoramente bocciato nella sua primordiale proposizione. Il fatto importante è che qualcuno invoca l’impunità, la invoca dal pulpito di chi si reputa super legem, a discapito del resto dei cittadini e a discapito, soprattutto, di un caposaldo dello Stato di diritto: la legge è uguale per tutti.
Ora, penso che la storia insegni tanto e permetta talora di ricredersi. Infatti avevo la salda convinzione che, dopo secoli di civilizzazione giuridica, l’Italia potesse sopportare qualsiasi cosa, forse anche l’attacco più feroce alla sue fondamenta democratiche: per rovesciare una democrazia infatti l’attacco deve essere manifesto, come hanno dimostrato le grandi dittature dei primi del 900′, non subdolo e più difficile da contrastare. Comincio a ravvedermi su questo profilo, ed è proprio la storia che mi spinge su questa nuova strada: ricordo ad esempio che Ottaviano Augusto, quando divenne imperatore nell’antica Roma riuscì a mantenere in vita le istituzioni secolari come il Senato e l’insieme delle tradizioni romane, pur instaurando di fatto una monarchia; oggi ad esempio nella Russia di Putin accade, con le dovute proporzioni (rispetto soprattutto alle personalità…), la stessa cosa: esistono istituzioni democratiche sul modello semipresidenziale, ma di fatto un uomo solo si è impadronito del potere e di tutti i contropoteri in grado di contrastarlo. Giovanni Sartori le ha definite “dittature democratiche”. Mi chiedo se in Italia accada tutt’ora o meglio, da qualche tempo, la stessa cosa, alla luce dei diversi tentavi tra i quali quello teso ad  immobilizzare la Corte Costituzionale ed atrofizzare la Magistratura deprezzandone la sua stessa autonomia. La realtà dimostra come sia la complessità delle società moderne a mettere a nudo le debolezze del sistema dei pesi e contrappesi, a maggior ragione in un paese vulnerabile come il nostro soprattutto dal punto di vista dell’informazione e del pluralismo della stessa (il cuore pulsante di una Stato modernamente democratico): pensavo che questo fantasma fosse solo una mera ipotesi dottrinale. Adesso temo stia diventando realtà.

6 commenti

  • 1 Piero
    15 Agosto 2008 - 18:30

    E’ vero… siamo in DITTATURA… la DITTATURA di Berlusconi, con un’opposizione “fantoccio” come quella di Veltroni (eccezione fatta per Di Pietro, unico vero oppositore)… una “casta” politica sempre più forte che difende gli interessi di Banche, Assicurazioni, Multinazionali (che vogliono il Nucleare, gli Inceneritori, ecc), e delle Mafie (oggi sempre più potenti)… Berlusconi sta sfasciando la Giustizia (toglie le indagini ai giudizi, toglie loro i soldi e tra poco anche i mezzi, come le intercettazioni)… il Presidente della Repubblica Napolitano gli lascia fare quello che vuole, senza contrastarlo, facendogli approvare leggi incostituzionali come il Lodo Alfano, che permette alle prime 4 cariche dello Stato di poter delinquere senza essere processati… Le elezioni sono incostituzionali: il popolo non sceglie i “suoi rappresentanti politici” ma solo i partiti, che a loro volta mettono in parlamento i corrotti e i mafiosi, per difendere gli interessi di cui prima…
    La gente è sempre più affamata e incazzata… e Loro ci riempiono di programmi spazzatura alla televisione… i mass media in generale sono controllati da Berlusconi (con Mediaset, Rai e Mondadori, detenuta abusivamente) e dai principali gruppi bancari e imprenditoriali…
    Aiutateci… Raccogliamo le Nostre Forze… Uniamoci e RIPRENDIAMOCI L’ITALIA !!!

  • 2 regor
    31 Gennaio 2009 - 06:59

    Le fragole sono mature, le fragole sono mature……..

  • 3 stradivaria
    24 Aprile 2009 - 16:39

    Sono pienamente daccordo. Stiamo entrando sempre più in una “dittatura democratica”. La cosa peggiore è che, non essendoci riscontri violenti, la gente non si accorge di ciò che sta succedendo. Il processo è lento, ma inesorabilmente continuo e sotterraneo. Sicuramente anche la mancanza di una vera opposizione agevola questo fenomeno di strapotere del centro-destra. Temo moltissimo per il nostro futuro… HO PAURA!!!

  • 4 gianfranco
    9 Maggio 2009 - 22:26

    Ieri (8/05/2009) per la prima volta è apparso nella mia mente il termine “dittatura democratica”: questa sera l’ho cercato su google ed ho raggiunto l’articolo di questo blog.
    Mi ha sorpreso che qualcuno ci abbia già pensato circa un anno fa.
    E’ un po’ di tempo che presumo di essere sotto una dittatura; per quanto mi riguardo l’unica dittatura che ho conosciuto per interposta persona (i miei genitori che hanno passato la propria giovinezza sotto quella dittatura) è quella fascista.
    Ho sempre paragonato Belusconi a Mussolini, ma ciò è sbagliato: queste dittature sono diverse tra loro, ma entrambe sono DITTATURE!
    Mio padre e mia madre, quando ero bambino, mi raccontavano della normalità della loro vita pur essendo sotto una dittatura: solo … dopo … hanno capito (oggi si direbbe “hanno preso coscenza”) della situazione che hanno vissuto.
    Raffaele, che ha scritto questo blog, è stato il primo ad ipotizzare il termine “dittatura democratica”. Io, dopo un anno circa e dopo Piero, regor e stradivaria, senza aver prima letto nulla di loro ho immaginato la stessa situazione. Questo mi conforta, perchè è bello sapere che ci sono persone che la pensano come te anche se non hai avuto occasione di conoscerle.
    P.S. Per stadivaria: anche io temo per il nostro futuro … ma non avere paura … siamo almeno in quattro che la pensano allo stesso modo ed in futuro saremo molti di più; se le nostre idee serpeggiano nella normalità, loro stesse saranno la normalità in futuro.

  • 5 Paolo
    23 Dicembre 2010 - 15:09

    Oggi, 23 Dicembre 2010 La dittatura è sempre più evidente. Con il passaggio del pacchetto sicurezza sono state violate un infinità di diritti umani.

    L’informazione è perdute. Giornali e tv sono completamente sotto controllo e l’infomazione è completamente strumentalizzata.

    Utilizzata da chi di dovere per plasmare le menti delle persone, formare fantocci incapaci di reagire e plasmando la realtà di fatti e la stessa in cui viviamo.
    (Un pò come durante il fascismo, quando al cinema si vedeva solo Mussolini e propaganda fascista).

    Ormai è realtà. Mi chiedo se entro non più di 5 anni, qualcuno avrà ancora la possibilità di lasciare un commento del genere o a scrivere un articolo simile.

    La censura è ovunque. La casta di politici corrotti è imperterrita e ormai nessuno ha più alcun diritto.

    IO HO SEMPRE PIU’ PAURA.

  • 6 giovanni
    7 Giugno 2012 - 15:38

    IL BERLUSCONISMO e’ una forma di potere figlia dell’oligarchia massonica italiana , rappresentata da una folle individuo . La fiducia al popolo o meglio sovranita’ al popolo il risveglio delle coscienze non tardera’.

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