Michele Schirru, un sardo contro Mussolini

7 Novembre 2010
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Roberto Loddo

“Fusilatu t’ana 10 sardos isseperatos dae su regime. A su boia tuo un’istrada l’han donatu” (Ti hanno fucilato dieci sardi esasperati dal regime. Al tuo boia gli hanno dedicato una strada). Inizia così la canzone dedicata a Michele Schirru dalla band sarda Kenze Neke. Ma l’anarchico sardo sarà ricordato anche giovedì 11 novembre (alle 17) a Cagliari, nella sala consiliare dell’ex Capella della Provincia di Cagliari (via Giudice Guglielmo) dove le associazioni “5 Novembre” e “Asarp”- Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica, con il patrocinio della Provincia di Cagliari, presenteranno il libro vincitore del premio letterario nazionale “Grazia Deledda”: “Michele Schirru Vita, viaggi, arresto, carcere, processo e morte dell’anarchico italo-americano fucilato per l’”intenzione” di uccidere Mussolini. (Giuseppe Galzerano, Galzerano editore - Atti e memorie del popolo, 1.136 pagine con 81 foto e documenti).
Durante la presentazione, l’attrice Gisella Vacca leggerà alcuni frammenti del libro e le associazioni raccoglieranno le firme a sostegno della presentazione di una legge per la garanzia dell’affettività ai detenuti. Giuseppe Galzerano è anche il responsabile della casa editrice “Galzerano Editore” che pubblica la collana dei “libri dell’altra Italia”. Una raccolta di opere dedicate alla storia sociale e politica, dall’anarchismo, all’antifascismo, passando per le cronache dell’emigrazione e delle rivolte contadine. Temi affrontati e proposti dalla casa editrice per “dare voce ai ribelli e ai rivoluzionari, ai vinti e ai sofferenti”.
Come il libro sulla vita di Michele Schirru. L’opera ricostruisce, attraverso un’accurata ricerca documentaristica e una lucida analisi storica, la vita dell’anarchico sardo. Schirru, trentadue anni, emigrato divenuto cittadino americano, nel 1931 viene in Italia dagli USA per attentare alla vita di Benito Mussolini. La sera del 3 febbraio 1931, sorpreso a letto con una ballerina ungherese, viene arrestato a Roma e confessa le sue intenzioni tirannicide. Alla notizia dell’arresto, in Sardegna, la sorella, segretaria del fascio femminile, e il fratello sacerdote, lo rinnegano. Altrettanto fa il padre in Francia. Deferito al Tribunale Speciale, Michele Schirru che non è colpevole né di aver commesso né di aver tentato alcun atto per realizzare il suo proposito, è condannato a morte, tra gli applausi dei fascisti e della stampa asservita al regime. La condanna è un’aberrante mostruosità giudiziaria. La fucilazione alla schiena viene eseguita all’alba del giorno dopo. Il plotone d’esecuzione, per ordine di Mussolini, è formato da ventiquattro volontari sardi.

1 commento

  • 1 reppucci francesco
    17 Novembre 2010 - 18:05

    Non sono mai stato anarchico,ma comunista, però nel’arco della mia vita mi sono sempre sentito un po’ anarchico.Mi sto appassionanto giorno per giorno leggendo il libro di Giuseppe Fiori che ho fatto fatica a trovarlo. Grazie a Schirru se oggi c’è la lbertà e la democrazia, un uomo che ha pagato con la fucilazione la sua idea grazie francesco reppucci

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