Chiamatemi pure “maleducato”, ma Il Manifesto, per vivere, deve recuperare l’idea per cui è nato

20 Novembre 2010
2 Commenti


Joe ovvero il giovane intervenuto nell’Assemblea a sostegno de Il Manifesto
 
Sono il “GIOVANE” che è intervenuto al dibattito di lunedi scorso a sostegno del Il Manifesto.
Scrivo su questo blog perché mi sento tirato in causa dai vari interventi (in modo non corretto) e vorrei chiarire il mio punto di vista.
Per prima cosa non mi chiamo Pietro… potete chiamarmi Joe, come fan tutti gli amici!
Premetto che durante il mio intervento non ho usato mezzi termini, sia perché mi piace parlare in modo chiaro e sia perché credo che il “garbo” ( di cui sono stato accusato essere privo ) risieda ben oltre le parole.. insomma a essere educati e garbati nel parlare ce la siamo presi un po’ tutti in culo!
Non ho usato mezzi termini anche perché confidavo in quella BRILLANTEZZA INTELLETTUALE e INTELLETTIVA che mi aspettavo di trovare in sala… ma non è stato così e per questo voglio chiarire un po’ di cose…
Dopo il mio intervento ho assistito a una lezione di semantica sul termine GIOVANE.. questo mi ha fatto capire che, per l’ennesima volta, per le persone è veramente difficile guardarsi con occhio critico…
Ho detto durante l’intervento che se il motivo per cui eravamo là era quello di tener vivo un “pezzo di carta”, il Manifesto, allora io non ci stavo e avrei preferito che morisse… mi aspettavo che “MENTI BRILLANTI” cogliessero il significato ultimo delle mie parole, ma così non è stato…
Allora rispondo a Parlato e a Antonello (che stimo e ringrazio per le opportunità che mi ha offerto).
Non dobbiamo salvare il giornale fine a se stesso.. il giornale non può essere il fine… è questo che trovavo assurdo sentire in quella sala.. “salviamo il giornale”.
Dobbiamo salvare ciò che il giornale è nato per essere, l’idea che sta dietro e sopra e prima del giornale stesso. dobbiamo salvare ciò che il giornale rappresenta e vedere lo stesso come UN MEZZO e non come IL MEZZO o IL FINE..
Quando ho tirato in ballo i giovani e i vecchi, in fine, dicendo “voi non potere fare più niente” volevo semplicemente far notare ai signori in sala che tra 20-30 anni quando loro non ci saranno più, le loro idee saranno morte con loro, proprio per il fatto che di giovani non se ne vedevano in sala.
Non ho detto “il manifesto non parla di giovani”, ma “il manifesto non parla ai giovani” e “il manifesto non è fatto da giovani”…
Se non ci verranno dati i mezzi per contrastare questa società, se non ci verranno fornite le conoscenze per portare avanti le idee per cui il Manifesto è nato, il giornale morirà con gli ultimi nostalgici… e questo non perché i “giovani” se ne sbattono, ma perché dei giovani si ha paura e allora è meglio insultarli e non ascoltarli…
Forse come ha detto Parlato io avrò pure “smarrito la bussola e l’orientamento”, ma le sue parole mi hanno fatto capire che sulla poltrona, su cui sta seduto, si sono ben accomodati anche quegli ideali che l’han mosso in gioventù, e che ora sono solo una stanca ombra di cui rammentarsi nei lenti discorsi con i vecchi compagni….

2 commenti

  • 1 chiosa
    21 Novembre 2010 - 15:40

    “Se non ci verranno dati i mezzi per contrastare questa società, se non ci verranno fornite le conoscenze per portare avanti le idee per cui il Manifesto è nato …”
    chi pensi che ti debba dare questi mezzi e fornire queste conoscenze?
    Qualche entità materna/paterna che ti guarda benevola dall’alto?
    Insomma, qualche vecchio?

    Non farti imbrogliare da chi apparentemente è con te
    Le persone che ti rispettano sono quelle che ti chiedono un pensiero non sciatto e pressapochista, che ti invitano a non essere superficiale, perchè il danno così lo fai a te.
    Diffida sempre degli applausi

  • 2 Joe
    21 Novembre 2010 - 21:44

    applausi non ne ho cercato e non ne ho ricevuto… il mio discorso ha un senso.. non chiedo l’illuminazione da parte dello spirito santo.. chiedo solo un confronto intelligente…

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