P. Vesme: parliamo dei veleni

13 Gennaio 2011
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Cristiano Sabino di A Manca

A Manca pro s’Indipendentzia esprime sostegno e solidarietà al comitato di carlofortini impegnato da tempo in un importante opera di monitoraggio per tutelare la salute dei cittadini dell’isola dai veleni scaricati dalle industrie di Portovesme. Le analisi ambientali hanno dimostrato un inquinamento da fluoro e alluminio veramente spaventoso (più di 100 gr per 1 Kg di terreno sull’isola di S. Pietro, ciò significa che un decimo del terreno è alluminio). È sconcertante che la Edam (ambientali s.r.l. di Gallarate) che ha svolto le analisi su pressione del comitato per conto del comune di Carloforte abbia omesso la presenza di alcuni metalli come lo stagno, il berillio e di altri metalli tossici e cancerogeni presenti nei terreni, e nelle acque superficiali. Dalle analisi in possesso dal comitato risulta che anche la frutta e le alghe risultano contaminati da metalli pesanti. Facciamo nostra la preoccupazione del comitato sull’omissione di questi risultati allarmanti e ci chiediamo su quali basi l’assessore alla sanità del comune di Carloforte Patrizia Congiu, nel  consiglio comunale del 19/10/2009  e alla stampa (la Nuova Sardegna 29/10/2009), abbia potuto dichiarare che a Carloforte non si corre «nessun rischio da fluoro dell’area industriale di portovesme» e ancora che «la salute della popolazione carlofortina non corre nessun serio pericolo derivato dalla vicinanza del polo industriale. Tantomeno per la recente fuoriuscita di fluoro dall’Alcoa». Affermazioni che vengono smentite in pieno dai  dati emersi dalle analisi. Ci chiediamo anche perché il Comune rifiuti sistematicamente un incontro con i cittadini del comitato e perché non vengano predisposte delle moderne centraline in grado di rilevare anche le pericolosissime nanoparticelle PM 2,5 e deposimetri che consentano di campionare le deposizioni  di microcontaminanti organici ( quali PCB, Diossine, Furani , PCB e IPA …) ed inorganici (Metalli pesanti).
Ci chiediamo perché non vengano predisposti screening periodici sul territorio e sulla popolazione. E’ ora che tutti gli enti preposti al controllo, si impegnino concretamente per la riconversione degli apparati industriali verso attività economiche ecocompatibili e basate sulle risorse della nostra terra e sui reali bisogni delle nostre comunità e l’avvio delle bonifiche con pieno reinserimento di tutti i lavoratori.
La sinistra indipendentista sarda sosterrà le lotte e le mobilitazioni del comitato perché la nostra terra ha già pagato abbastanza per le menzogne dei colonialisti italiani e dei mediatori sardi che hanno imposto un modello di sviluppo inadeguato e mortale come quello basato sull’industria pesante. È ora che il popolo sardo dica basta e imponga il rispetto del suo diritto alla vita, alla cultura e alla prosperità avviando il processo per l’indipendenza politica e per la sovranità economica e la costruzione dello stato dei lavoratori sardi.

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