Primarie Cagliari: un nuovo inizio o una brutta fine?

1 Febbraio 2011
4 Commenti


Amsicora

Devo fare autocritica. Ammetto, sulle primarie cagliaritane - come qualche lettore ha osservato - ho sbagliato in pieno l’analisi e la previsione. Ho creduto che si trattasse di una consultazione in frode alla democrazia perché finalizzata a dare una legittimazione democratica a Cabras con candidati di comodo. Invece, si è verificato l’esatto contrario. Son servite a legittimare il giovane Zedda e a delegittimare Cabras.
Ma questo esito incontestabile e sorprendente inficia la senzazione che si sia trattato di un rito formale privo di senso e nerbo democratico? Ora perché una consultazione sia vera occorre che tutti i partecipanti siano interessati alla posta in palio. Ma in questo caso ambivano tutti intensamente alla candidatura a sindaco di Cagliari? Lo desiderava ardentemente anche Cabras? Era inscritta questa candidatura nei suoi progetti, come spesso avviene per chi vuol concludere la carriera a capo della propria città?
Ricordo anzitutto a me stesso che in questa città notoriamente moderata e di destra, fin dai tempi dei PCI e poi nel PDS non c’è mai stata ressa fra i dirigenti per concorrere alla carica di sindaco. Nella sinistra ci sono da tempo molti generali che assumono il comando delle truppe quando il nemico non c’è o è debole.  Così ci sono state varie candidature a perdere, salvo quella di Ciotti al tempo della Segreteria regionale di Giorgio Macciotta. Ciotti era estraneo alla politica, essendo il direttore della Saras di Sarroch, e si presentò come una novità non solo per il volto, ma anche e sopratutto per la sua solida esperienza professionale: la direzione di un’importante azienda comprovava una sua attitudine al governo. La segreteria Macciotta s’impegnò molto in quella battaglia. Ciotti non vinse, ma rischiò di mandare le forze moderate e di destra all’opposizione. E’ vero, più tardi, ci fu anche la candidatura dell’allora Rettore Mistretta, che però presentava due difetti: la sua più che una scelta del PDS fu un’autocandidatura che gli organi dirigenti del partito e gli iscritti subirono; a questo fattore negativo si aggiunse la sua proveninenza socialista (craxiana) e il suo legame con gli ambienti moderati della città. Il risultato fu che non raccolse voti nell’elettorato moderato (Floris era più affidabile) e neanche in quello della sinistra più esigente. Fu un flop.
Ora, tornando all’oggi, la candidatura Cabras evidenzia due limiti. Il primo riguarda il PD, il quale ha pensato di compensare col nome di Cabras un deficit di politica e di programma sulla città. Insomma, Cabras come paravento per un vuoto d’iniziativa. A questo si è unito l’evidente disinteresse di Cabras per questa candidatura. Ha ragione Lobina nel suo commento, una città vuole per suo sindaco una persona che - a suo modo - l’ami. E Cabras - ammesso che ami qualcosa al di fuori di sé (politicamente parlando) - certo non ha mai mostrato amore o anche solo interesse per Cagliari. Non è neppure la sua città e non ha mai voluto che lo fosse. E i votanti questo lo hanno istintivamente avvertito.
Tralasciando le vendette trasversali, la vittoria di Zedda è dunque un’importante frustata anzitutto al PD: ci vuole iniziativa politica, ci vogliono programmi, basta con i nomi buoni per tutte le stagioni. Ed è importante che il PD recepisca il messaggio e la smetta di attribuire l’esito sfavorevole al suo canditato a cause banali, come la scarsa affluenza alle urne, perché anche questa è conseguenza di un deficit di politica.
Ora, se si esce da un’ottica ristretta, tutto questo deve preoccupare tutti nel centrosinistra, anche i sostenitori di Zedda. Come rianimare il PD? Come galvanizzare il suo elettorato e quello del centrosinistra? Come colmare il vuoto programmatico? Come dare nella campagna elettorale il senso di una ripresa a far politica per la gente e fra la gente, dando risposta - con programmi e proposte - ai problemi dei cittadini? Come dare a Cagliari una nuova funzione? Come farne un vero capoluogo? Temi complicati, immensi, da far tremare le vene ai polsi.
Le primarie hanno detto che ci vogliono nuove forze e nuovo impegno per farlo. E’ importante. Ma tutto l’altro è da costruire, compresa l’unità della coalizione. Almeno, così pare stiano le cose, se si vuol battere il centrodestra. Se no, queste primarie sono soltanto un regolamento di conti dentro la sinistra e dentro il PD. Ma questo è poco utile e per niente entusiasmante.

4 commenti

  • 1 godrik
    1 Febbraio 2011 - 09:57

    un nuovo inizio..
    Io la riassumerei con una presa di responsabilità da parte di noi giovani per la politica.”Ora tocca a noi”..”meglio di prima non ci basta”..voi potrete diventare i nostri elettori!! e non veniteci a parlare di gavetta politica..la vera gavetta si fà a lavoro nei call center non nelle poltrone e nei saloni di partito. Fateci un favore avete commesso abbastanza danni alle prossime politiche i candidati dovranno avere massimo 40 anni…è ora che i maestri si mettano da parte e che gli allievi correggano gli errori dei maestri.
    un caro saluto da un vostro ex- elettore.

  • 2 red
    1 Febbraio 2011 - 11:39

    Certo che se il commento di godrik e’ impostato sul nuovo inizio direi che siamo alla frutta totale. Chi e’ questo godrik per caso il figlio di polpot? Ci vuole davvero pazienza nel registrare che oggi in italia possano avere posti di rappresentanza solo gli under 40, e’ demenzialita allo stato puro, quindi non inizio, “la fine”.

  • 3 piave
    1 Febbraio 2011 - 12:24

    red se rispondi così dimostri attaccamento alla poltrona. Date la possibilità a noi giovani di correggere i vostri errori..il partito è allo sbando e voi coi vostri risultati deludenti avete consegnato l’italia al mr B.

  • 4 red
    2 Febbraio 2011 - 16:42

    vedi godrik,se tutti avessero avuto come il sottoscritto “una” poltrona da rivendicare,allora forse qualche rilievo espresso da te poteva essere giusto,ma nei fatti ho mai occupato un solo incarico istituzionale,anzi direi che non mi sono mai interessati,pero’ ritengo che esprimere una rappresentanza politica in base all’anagrafe sia quanto di piu sbagliato.ti pare che chi come massimo zedda da quando stava nella sinistra giovanile sino ad oggi circa 18 anni di impegno tra pds,ds,sd,sia anagraficamente piu vecchio nella politica da chi magari ha 50 anni ed e’ la prima volta che si impegna in una forza politica.percio’ siamo cauti sui neofiti della politica,perche’ questi non sempre rispondono necessariamente all’anagrafe.in ogni casi bene la vittoria di zedda,ora ci si impegni tutti dai diciotenni ai centenari per poter quantomeno contrastare il centrodestra

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