Quale la campagna elettorale del nostro candidato?

9 Febbraio 2011
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Roberto Paracchini

 Su LA NUOVA SARDEGNA di ieri , con un articolo dal titolo “Zedda, internet e rapporti diretti”  Roberto Paracchini traccia un profilo di Zedda e c’informa sui suoi propositi in ordine alla  campagna elettorale. Decisivo - par di capire - sarà il rapporto con tutti gli alleati per elaborare strategie di comunicazione con la cittadinanza. D’accordo, eccellente, l’unità dei partiti è fondamentale: cosa inventare per far fumare il calumet della pace alle diverse tribù del PD, di cui ha parlato Lai l’altro giorno a Oristano? E’ decisiva la comunicazione. Ma proprio su questo vorremmo - da elettori - suggerire due cose, anche perché prima della comunicazione è importante la sostanza che si vuole comunicare.
Sarebbe importante che il nostro candidato anzitutto facesse il resoconto della sua attività  nei cinque anni già trascorsi nei banchi del Consiglio. La censura della stampa del centrodestra probabilmente ha oscurato le sue azioni, ora è il momento di farne un elenco ed esibirle all’elettorato. Se non ora, quando? I risultati, le cose fatte, quale miglior titolo di legittimazione per la richiesta del voto?
 ”Ora tocca a noi” è uno slogan forte, intelligente e coinvolgente. Ma bisogna inverarlo. La miglior cosa è che il candidato a tutti noi faccia sapere cosa ci tocca, qual è il programma, anche perché vorremmo far qualcosa per elaborarlo, svilupparlo e concretizzarlo. Nel centrosinistra non è la partecipazione il primo valore?
Ma siamo al pre-riscaldamento, la partita deve ancora iniziare. Quindi un po’ di attesa è fisiologica. 
Per ora gustiamoci l’articolo di Paracchini, con una raccomandazione tuttavia al giornalista e all’interessato: d’ora innanzi si eviti di presentare il candidato - secondo lo stile della destra - quasi fosse un “prodotto” da lanciare; è necessario iniziare a mostrane lo spessore politico-culturale, a comunicare, insomma, cosa vuol fare, con chi e qual è il nostro ruolo partecipativo di elettori di sinistra. Alla lunga delinearne solo i tratti somatici, il viso giovanile, l’età, il ciuffo, il vestire casual potrebbe far sorgere il dubbio che dietro l’immagine ci sia poco o niente. E questo sarebbe sicuramente un boomerang terrificante. (red)

Nel profilo del suo sito, www.massimozedda.it, lo si trova in giacca e cravatta. Immagine da studente diligente, stile collegio anglosassone. Ma lui, il candidato a sindaco del centrosinsitra, precisa subito che quella foto era stata inserita dai suoi collaboratori. Come per dire che non c’è alcuna ricerca di un effetto particolare. Poi precisa che il sito web è in fase di riassestamento, «ora andrà rivisto in vista della coalizione». Massimo Zedda, 35 anni, consigliere regionale che siede anche nel Comune per cui concorre alla poltrona di primo cittadino, afferma di voler puntare «a messaggi chiari, fatti di contenuti in grado di mostrare la volontà di risolvere i problemi. Ma per far questo è importante il contributo di tutti i gruppi politici della coalizione». Intanto e visto che è lui che è stato scelto dal popolo delle primarie, si possono già leggere alcuni segnali. Innanzi tutto la frase che apre il sito web: «Ora tocca a noi». Slogan che va oltre la competizione delle primarie. E che va letto assieme al ringraziamento a chi lo ha votato: «Da oggi più che mai tocca a noi». E che potrebbe significare: ora tocca alla sinistra. Oppure: ora tocca a tutto il centrosinsitra, quello della seconda Repubblica. Ma anche: ora tocca a noi, a chi - con un’attenzione particolare al sociale - non ha mai governato la città (se si esclude il socialista Salvatore Ferrara, dal 1975-79, visto che il socialista Roberto Dal Cortivo, 1990-92, era già in epoca craxiana). Poi c’è un altro aspetto: l’uso, sin dall’inizio convinto, di internet, con alcune immagini che ruotano, con relative scritte: rendere Cagliari una città più vivibile, dare ai giovani una casa a Cagliari, portare a Cagliari il lavoro sicuro e restituire Cagliari a bambini e anziani. Per il momento Zedda si presenta come ha sempre fatto, con uno stile casual non ricercato, nè di chi vive il suo essere giovane come un problema. Non è un caso infatti che nella sua uscita pubblica per le primarie, Zedda abbia scelto piazzetta Savoia, da alcuni anni centro di iniziative culturali e di una Cagliari e di un centro storico che si apre all’Europa. Quel giorno alla sua destra stava seduto Gian Luigi Gessa, 78 anni. Un modo per segnalare sia la presenza e l’appoggio di un autorevole scienziato, ma anche l’attenzione all’età. Nelle parole d’ordine ricordiamo «restituire Cagliari a bambini e anziani», come un richiamo alla canzone di Francesco Guccini. Massimo Zedda si presenta come uno giovane in cui si ci potrebbe indentificare: con un curriculum che mostra impegno culturale (nelle associazioni culturali «Sergio Atzeni» e «Charlie Chaplin») e politico (è stato segretario cittadino della Sinistra giovanile). Ma anche come una persona che, per esigenze di lavoro, smette di studiare a pochi esami dalla laurea (in Giurisprudenza) e che ha fatto diversi lavori precari, come in questi capita a quasi tutti i giovani. Si parla molto di sondaggi. Ma Zedda tiene a precisatre che «questi fotografano una situazione come è oggi. Quello che a noi interessa, invece, è conoscere i problemi e sapere come intervenire. Per questo sarà importantissimo il rapporto diretto coi cittadini. Credo che un buon programma politico debba anche produrre una maggiore umanità». Le campagne elettorali, però, costano… «E noi - spiega Zedda - ci baseremo sulle offerte. Ma renderemo tutto pubblico, ogni centesimo. La trasparenza è un valore che deve essere valido in ogni aspetto dell’amministrazione e di chi amministra».

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