Primarie per una Repubblica fondata sui giovani o sul lavoro?

21 Febbraio 2011
1 Commento


Gianna Lai

Davvero rappresenta una grande novità la candidatura di un trentenne alle prossime elezioni comunali cagliaritane? Può semplicemente un avvicendamento generazionale - peraltro naturale ed ovvio - sopperire alla mancanza di progetto politico nel Centro sinistra, così evidente durante la scarsissima mobilitazione prodotta dalle primarie? E’ sufficiente l’esposizione di una faccia giovane per vincere, se il conflitto sociale così fortemente radicato in città e nel territorio in questi anni ha solo raramente investito le istituzioni? Quelle istituzioni di cui lo stesso candidato a sindaco cagliaritano fa parte nella doppia veste di Consigliere comunale e regionale, cumulando, per inciso, cariche come ai vecchi bei tempi?
Non si può dire che siano mancate al Centro sinistra le occasioni per schierarsi e prendere posizione a sostegno della sacrosanta protesta popolare che in questi anni ha investito Cagliari e il suo territorio, e per essere, di quella protesta, sponda politica, forma di rappresentanza dentro e fuori le istituzioni. Dal movimento operaio che combatte per il lavoro e la democrazia, a quello degli studenti che hanno impedito al governo delle destre di mettere in atto politiche repressive e di restringimento degli spazi della partecipazione, al movimento delle donne che ha portato nelle piazze del mondo milioni di persone contro il governo Berlusconi, si sono messe in campo idee, proposte e programmi condivisi. E giovani, tantissimi giovani socialmente impegnati nel mondo della scuola o del lavoro, e donne e uomini e lavoratrici e lavoratori di grande spessore, pronti a discuterle e a sostenerle quelle proposte, anche nel dibattito politico. Non si è partiti da qui per proporre candidati rappresentativi e costruire vere primarie che siano già momento di dibattito e di elaborazione di programmi. Per controbattere la solita solfa “ e chi volevi candidare, non c’erano altre possibilità”. Per superare i soliti e ben rodati metodi di reclutamento: donne si, ma scelte dagli uomini, giovani si, ma scelti dagli anziani, oggi come ai vecchi bei tempi. Si può ancora farlo nella preparazione di liste? Si può se si vuole una dignitosa e partecipata campagna elettorale? Si può se si vuol prefigurare un Consiglio comunale non occupato da professionisti della politica? Insomma, vogliamo istituzioni fatte di uomini e donne privi di collocazione sociale? O pensiamo ch’esse possa acquisire e introiettare la dignità del mondo del lavoro?

1 commento

  • 1 giovanissimo
    22 Febbraio 2011 - 09:30

    Prepariamo le liste assieme. Tanti giovani sconosciuti ma con tante idee innovativeed ecologiste. Nessuna gavetta politica ma solo la gavetta della vita e della precarietà lavorativa, male che vada avremo dato un posto di lavoro a questi giovani!

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