Chiediamo ai Siciliani di “prestarci” la legge sul dialetto

28 Maggio 2011
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Michele Podda
 

Non so che dire; è una notizia questa che mi carica di vergogna come sardo, e di rabbia come assertore convinto dell’importanza della nostra lingua come elemento fondamentale della nostra Cultura e Identità. La notizia ha dell’incredibile nella sua semplicità; eccola.
“Si studierà il siciliano nelle scuole dell’Isola. Lo ha deciso l’Assemblea regionale che ha approvato la norma con un voto bipartisan. Saranno interessate le elementari, le medie e gli istituti superiori. Latino, inglese, matematica e siciliano. Si studierà il dialetto nelle scuole dell’Isola. L’Assemblea regionale ha approvato ieri sera la legge che istituisce il “siciliano” tra le materie da studiare. Il testo è stato presentato dal deputato del Movimento per l’autonomia Nicola D’Agostino.
“Si tratta di una norma a costo zero per la Regione siciliana  -  dice il parlamentare D’Agostino  -  perché le materie che saranno proposte rientreranno nelle quote degli attuali piani obbligatori di studio riservate dalla legge Moratti alle Regioni, senza aumento dell’orario scolastico”.
Qui sono quarant’anni e più che si dibatte, si è tutti convinti che la lingua sarda (LINGUA, non dialetto) si debba assolutamente salvare dall’estinzione ormai in atto, e si spendono fior di quattrini, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
I Siciliani, senza clamori e diatribe infinite e inconcludenti, hanno fatto l’unica cosa che conta: hanno approvato la legge regionale, maggioranza e opposizione insieme; alla faccia delle nostre beghe.
Perchè noi no? Chi rema contro? Chi ha responsabilità? Qualche ipotesi:
1 La Giunta Regionale che, insieme al Consiglio, non ha mai avuto il coraggio di DECIDERE L’INTRODUZIONE DELL’INSEGNAMENTO OBBLIGATORIO DEL SARDO. Ha fatto di tutto fuorché ‘unica cosa che contava veramente. Uno dei motivi sbandierati è la mancanza di denaro, ma 1) i Siciliani approvano la legge senza costi per la Regione; 2) tanti sono i milioni di Euro spesi dalla RAS.
2. I Dirigenti e i Funzionari regionali, che hanno potuto nuotare impunemente nel sottobosco dei contributi e dei finanziamenti, delle assunzioni e delle consulenze per decenni. Qualunque Assessore non può che seguire i consigli e le direttive degli alti funzionari del settore.
3. I componenti dell’Osservatorio regionale per la Cultura e la Lingua sarda, quelli attuali e tutti i precedenti, perché on hanno posto condizioni accettando l’incarico.
4. Tutti i Docenti Universitari di Cagliari e Sassari, e altri esterni, destinatari di contributi e finanziamenti sotto la voce “Lingua e Cultura Sarda”.
5. Il Comitadu pro sa Limba perché pur essendosi mosso, mai uno di loro ha lanciato una scarpa contro l’occasionale Assessore o contro il Direttore dell’Ufficio regionale della Lingua sarda.
Reputo ASSOLUTAMENTE INNOCENTI tutti i sardi, la gente comune, i bambini che ormai non parlano più sardo; i giovani che necessariamente seguono la modernità; i genitori che in casa parlano italiano pur avendo competenza nel sardo; gli anziani che, per essere VIVI, parlano un italiano stentato. Tutti SONO VITTIME, non certo responsabili della fine della LIMBA.
Per salvare il salvabile, ENTRO UN MESE LA “LEGGE SICILIANA” PER IL SARDO, in modo che il prossimo anno scolastico veda finalmente l’insegnamento del la nostra lingua in tutte le scuole di ogni ordine e grado, OBBLIGATORIO PER TUTTI, per DUE o TRE ore settimanali.

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