De Magistris riparte dalla scuola, Pisapia dalle periferie

1 Giugno 2011
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Gianna Lai

Oggi altri due interventi sulla vittoria elettorale di domenica e lunedì. Domani un nuovo interessante contributo di Francesco Cocco.

De Magistris nella sua prima dichiarazione ha detto forse la cosa più bella e innovativa. “Come primo atto da Sindaco inviterò in Municipio, a palazzo S. Giacomo, i maestri e gli isegnanti”. Scuola primaria e dell’infanzia, al primo posto per il nuovo Sindaco, in un territorio martoriato dalla povertà e dalla camorra.
Partire dai bambini e dalla conoscenza, come sempre ha rivendicato il movimento democratico che si è battuto in Italia per l’istruzione pubblica durante tutti questi anni. Perchè Scuola e Università sono state a lungo umiliate da una politica di tagli, denunciava avant’ieri Adriano Prosperi a L’infedele, di scardinamento progressivo del welfare, che ha visto lo Stato farsi da parte per favorire la scuola privata e delle Curia, sostenute in maniera vergognosa dal danaro pubblico. Come a Cagliari ed in Sardegna. Ed ha determinato, questa politica, il licenziamento di oltre 200mila docenti in pochi anni, cercando di modificare il profilo stesso della scuola della Repubblica che rimuove gli ostacoli, onde favorire la scuola del familismo, fondata sul bonus e sugli alti redditi. E qui in Sardegna ha determinato un nuovo assetto del territorio, man mano che interi plessi scolastici si cancellavano e si accorpavano, contribuendo all’abbandono dei paesi e alla concentrazione di studenti in classi sempre più numerose, destinate perciò ad aggravare il fenomeno dell’abbandono scolastico, per il quale l’Isola detiene il primo posto in Italia. Queste “le riforme” di Berlusconi e del suo il governo, che il movimento degli studenti ha duramente contestato in questi mesi, contribuendo alla crescita di un movimento popolare ampio e consapevole, in grado di porre fine all’incubo berlusconiano
Prima di tutto ripartire dalle periferie e dai quartieri popolari, dice Giuliano Pisapia nuovo sindaco di Milano, i luoghi, un tempo, dell’accoglienza degli immigrati e della organizzazione operaia.
Se gli insegnanti hanno continuato a far scuola mantenendo e valorizzando l’innovazione che dal ‘68 ad oggi ne ha determinato la crescita, se il movimento dei lavoratori ha continuato a resistere a tutti gli attacchi con manifestazioni imponenti e diffuse per salvaguardare l’occupazione e i contratti, è da questa partecipazione popolare al voto e alla grande festa del 30 maggio che si deve ripartire per ricostruire l’Italia. Anche qui a Cagliari, pensando a una Giunta che sia rappresentanza reale di questi bisogni, a una diffusione della politica nei quartieri, che sappia esprimerne le istanze popolari. Perchè gli insegnanti della scuola e i lavoratori e i giovani delle periferie hanno espresso grande fiducia nel Centro Sinistra e nel suo Sindaco, e hanno capito che si può riprendere a sperare in questo nuovo vento del Nord.
Volevate una parola di sinistra? Ecco, De Magistris e Pisapia le hanno dette: scuola e periferie al centro del programma delle nuove giunte.

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