Nello Statuto dell’Università di Cagliari manca la Sardegna

16 Giugno 2011
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Giacomo Meloni - Sgr. generale CSS


La Confederazione sindacale sarda - CSS - ha inviato al Prof. Giovanni Melis, Magnifico Rettore Università di Cagliari e per conoscensa all’On. Ugo Cappellacci, Presidente Giunta Regionale Sardegna, all’On. Claudia Lombardo, Presidente Consiglio Regionale Sardegna, al Dott. Graziano Milia, Presidente del Consiglio delle Autonomie Locali e all’On. Massimo Zedda, Sindaco di Cagliari, una Lettera Aperta sul Nuovo Statuto dell’Università di Cagliari. Eccola.

Illustrissimo,
abbiamo letto attentamente e con grande interesse la bozza del nuovo statuto dell’Università di Cagliari. La bozza, che in questi giorni sarà sottoposta alla seduta congiunta del Senato Accademico, del Consiglio di Amministrazione e della Commissione Statuto, necessita, a nostro avviso, di una larga pubblicizzazione per aprire su di essa un’ampia discussione nel territorio in un confronto con tutte le espressioni plurali della società civile, con gli Enti Locali, con i Sindacati, con la Giunta ed il Consiglio Regionale. Tale confronto potrà concludersi con proposte di integrazione e modifiche da sottoporre all’attenzione degli organi individuati dalla legge per l’approvazione definitiva del nuovo statuto.
L’Università è un bene di tutti; è quindi indispensabile procedere nell’auspicata direzione.
Per quanto ci riguarda, ci permettiamo anticipare in questa sede alcune considerazioni.
Nella bozza di Statuto, così come attualmente costruita, sembra mancare un’anima; non si coglie il respiro europeo ed internazionale né vi è traccia dell’indispensabile radicamento della nostra Università negli elementi distintivi dell’identità sarda.
Non si fa cenno alla cultura e lingua sarda, elementi fondanti del popolo sardo e delle nostre comunità né vi è alcun impegno esplicito a salvaguardare, diffondere e accrescere i valori identitari, le risorse ambientali, naturali e paesaggistiche, i beni antropologici, archeologici, architettonici, artistici, musicali, culturali, demografici, etnografici, linguistici e storici, le consuetudini, i costumi, i saperi e le tradizioni locali.
Il rapporto con le Istituzioni Regionali nella bozza di Statuto è descritto come un rapporto di natura puramente economico-finanziario da cui far discendere l’impegno formativo senza alcuna visione d’insieme e legame con la sviluppo della Sardegna.
In particolare sulla lingua sarda non vi è alcun riferimento, mentre tra i compiti istituzionali dell’Università vi è la formazione dei docenti , la diffusione e la valorizzazione della lingua sarda.
Eppure al riguardo non mancano esempi a cui ispirarsi, come le elaborazioni di statuti a livello internazionale, come quelli delle Università delle Comunità Autonome della Spagna - uno per tutti quello dell’Università Autonoma di Barcellona - con i quali è utile confrontarsi, o, per restare in Sardegna, come lo Statuto dell’Università di Sassari, che al Capo II – Relazioni con la Regione Sardegna – all’art.56 - Relazioni con la Regione Autonoma della Sardegna - recita:
”1. L’Ateneo promuove prioritariamente lo sviluppo della Sardegna, operando per il progresso culturale civile, economico e sociale della Regione ….
2. Nel contempo, l’Ateneo si impegna a salvaguardare i valori identitari … che assume come elementi costitutivi delle comunità locali …
3. L’Ateneo è aperto al confronto programmatico con la Regione autonoma della Sardegna, anche allo scopo di inserire positivamente l’attività universitaria nei processi di sviluppo.”
Sulla base dei nostri convincimenti avremmo voluto ancor più esplicitamente impegnativo anche lo statuto dell’Università di Sassari in materia di identità e lingua sarda, prevedendo ad esempio la possibile utilizzazione della lingua sarda nei corsi curriculari, tuttavia, riconosciamo considerevole l’attenzione dedicata a dette questioni dal medesimo Ateneo, che, probabilmente, avrà tenuto conto di diverse necessità di equilibri al proprio interno.
In conclusione, lo spirito delle nostre osservazioni vuole essere costruttivo, rispettoso delle varie sensibilità politiche e culturali presenti della società sarda, partendo dalla convinzione che l’Università - soprattutto in questo nostro tempo - oltre che rappresentazione massima dei saperi universali e locali, sede di alta ricerca, incubatrice di idee e progetti, deve essere motore di sviluppo della società sarda di cui è parte integrante.

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