Perchè lascio Sardegna Democratica

25 Giugno 2011
7 Commenti


Donatella Lissia

Sul blog Area89, nei giorni scorsi, è stata pubblicata questa dichiarazione pubblica, che riportiamo senza commenti, perché si commenta da sé.
Due cose colpiscono in questa lettera aperta: il forte e disinteressato impegno di Donatella e il fatto che “forse nessuno sa che facevo questo”. Nessuna considerazione per un lavoro volontario e generoso. Nessuno a cercare di trattenerla. Ed ancora: le è stata sottratta perfino la sede fisica dove esprimeva il suo impegno, senza neppure consultarla. Il padrone di casa ha deciso di cambiare destinazione al locale. E - si sa - in questi casi degli inquilini da mettere per strada chissene…
Ciò che è stupefacente è che ci sia ancora in area democratica chi s’illude che possa esistere un’associazione con un padrone. Su meri e la libertà sono come il diavolo e l’acqua santa. Ma presto o tardi questa elementare verità diventa palese.
Ecco la lettera di Donatella.

Sono uscita da Sardegna Democratica. Volevo annunciarlo agli amici che da anni seguono il sito al quale ho lavorato in volontariato per circa tre anni, compilando la Rassegna stampa e da circa otto mesi anche montando gli articoli e curando tutto il desk. Anche se forse nessuno sa che facevo questo.
La mia scelta non è stata dettata dalla delusione per il progetto Soru, che ritengo ancora attualissimo e praticabile. In quanto organizzazione trasversale, Sardegna Democratica è nata come elemento di sintesi in Sardegna, cioè in tutto il territorio della Sardegna, affinchè riunisse tutte le forze del centrosinistra, per costruire un percorso comune secondo il programma che lo stesso Renato Soru nel famoso incontro a Sanluri del 30/03/2009 con grande partecipazione aveva tracciato. Il Presidente si augurava di stimolare, secondo le indicazioni dei suoi sostenitori, un consesso di persone che lavorassero insieme per un progetto per la Sardegna, secondo le tendenze dei partiti, ma anche e soprattutto in un processo libero, anche fuori dai partiti istituzionali, in luoghi di discussione di un reale rinnovamento della politica aperto a tutte le forze dell’isola.
In questi anni l’Associazione ha organizzato molti incontri su tematiche importantissime, dall’Autonomia alla Interdipendenza, dal Lavoro all’Istruzione, dal Paesaggio all’Ambiente etc. in cui il livello di partecipazione è stato alto e il profilo consistente. Sardegna Democratica c’è stata per le grandi battaglie di difesa del territorio, di Tuvixeddu, del bene pubblico a largo raggio. La presenza di Renato Soru in quasi tutti i momenti di aggregazione ha garantito un profilo alto, laddove le sue sintesi sono state sempre risolutive e convincenti, fortemente applaudite e condivise.
Parlo della mia esperienza. Ho ritenuto, come tanti, di dare un contributo, mettendomi a servizio con le mie competenze e la mia professionalità, per dare una mano. La mia è un’età in cui non si aspira più a posti di comando, cariche politiche o altro, però si è capaci di fare sintesi, si è accumulata esperienza di vita, ma soprattutto ci si vuole raccogliere in un progetto valido, una specie di eredità che si vuole lasciare ai propri figli. In questo spirito ho lavorato molto ed ho anche partecipato a tutti gli incontri.
Allora perché ora esco? Il motivo è contingente. L’Associazione è diventata asfittica per una gestione interna tutt’altro che inclusiva, anzi sempre più elitaria fino a ridursi a pochissime persone, per lo più consiglieri regionali, tutti validissimi e combattenti, ma… soli! L’Associazione come soci iscritti e partecipanti, attivi, si è spenta. Anche il luogo fisico della sede è stato chiuso per farci la redazione di un prossimo giornale. Gli incontri si sono diradati e sempre meno frequentati. Renato Soru ha cancellato il suo nome dal sito e non conosce forse nessuno degli ex iscritti. Dico ex perché delle migliaia di persone iscritte, se ne sono quasi tutti andati.
E’ rimasto un sito, quello a cui ho tanto lavorato, anche se solo come opus servile (montare pezzi, scrivere rassegna stampa, pulire le foto, il desk insomma). Ci scrivono anche persone autorevoli, gli articoli sono di alto livello. Lo leggono in tanti. Ma è un luogo virtuale. Non ha azione propulsiva se non tra poche elite culturali. In molti non lo capiscono, in troppi non sono ammessi a scrivere, a suggerire linee, a dare voce in qualche modo. Il giornale di un’Associazione doveva essere la casa comune di sedi territoriali, che si sono chiuse ad una ad una. Il processo inclusivo si è trasformato in esclusivo.
Il Presidente Soru ha cercato di esserci, anche se, a mio avviso, con sempre più scarsa convinzione. Ma non ha quasi mai svolto azione all’interno dell’Associazione, se non partecipando ai convegni. Chi ha lavorato all’interno non lo ha mai visto, nemmeno conosciuto quasi. E se è vero che le associazioni si basano sulle idee e non sulle persone, è vero anche che è man mano sfuggita la chiarezza sulla linea politica dell’associazione che doveva essere inter pares e così non è stato, perché troppe persone si sono chiamate fuori.
Non c’è un dibattito in corso. Né con questa mia nota lo voglio aprire. Probabilmente sarebbe sgradevole approfondire. Auguro all’Associazione tutto il bene possibile. Siccome la maggior parte degli amici di Facebook mi conosce come sostenitrice di Sardegna Democratica, perché ho postato mille inviti, promozioni ed altro, volevo informarli che non ne voglio più sapere. Continuo a condividere pienamente il progetto Soru e spero di trovare nuovi modi più aperti per dirottare il mio impegno, che potrebbe anche essere, volentieri, quello di semplice osservatrice dei fatti. Ma questa nota era dovuta per onestà intellettuale.

7 commenti

  • 1 antonio todde
    26 Giugno 2011 - 17:43

    capisco benissimo Donatella. Ho fatto parte dei sostenitori di Soru e del progetto politico che in tanti portavamo avanti ma dopo l’elezioni molte cose sono cambiate(in peggio) molte promesse, pochi fatti , molti approffittatori ben sistemati , tanti altri dimenticati nonostante l’impegno profuso. Alla fine di tutto è apparso Cappellacci e le colpe sono equamente da distribuire al gruppo dirigente del nascente PD con le sue lotte intestine.Mi auguro che non si ripeta ancora quella triste esperienza.

  • 2 patrizia
    26 Giugno 2011 - 19:48

    Mi dispiace molto Donatella che abbia preso questa decisione! Spero comunque che continui a “condividere pienamente il progetto Soru” e magari venga chiamata a collaborare per la nuova rivista!!

  • 3 Sandra
    28 Giugno 2011 - 21:25

    Mi stavo anch’io domandando come sia possibile che persone che professano grandi ideali di democrazia, che si battono contro Berlusconi e Cappellacci, non si rendano conto che all’origine di delusioni come quella dell’autrice dell’amaro sfogo pubblicato sopra, non ci sono problemi contingenti ma piuttosto un vizio d’origine, perfettamente sintetizzato dalla premessa fatta dalla redazione di “Democrazia Oggi”: un’associazione “democratica” che ruota intorno a un capo, o meglio a “unu meri” è semplicemente una contraddizione in termini. Non può che portare agli esiti denunciati nella lettera d’addio a Sardegna Democratica. Ma poi leggo il commento che precede e capisco che forse la spiegazione è molto semplice e si annida nella più naturale delle debolezze umane. In quella tendenza più o meno inconscia a rinunciare alla propria libertà per ottenere favori e protezione dai potenti.

  • 4 grazia
    6 Luglio 2011 - 16:57

    S’accabadora di Soru dicesi mongiu ha colpito ancora

  • 5 grazia
    6 Luglio 2011 - 16:57

    S’accabadora di soru ha colpito ancora

  • 6 MariaLuisa Vargiu
    30 Luglio 2011 - 16:27

    Volevo capire…tutto ciò che fin dall’inizio mi ha impedito di iscrivermi.
    Per caso ho letto, ora ho capito!
    Un grazie con un caro saluto.

  • 7 luigia corona
    24 Luglio 2012 - 13:11

    Quando ci si sposa, il prete dice ” NEL BENE E NEL MALE”, un partito politico o una corrente politica, per mè è la stessa cosa, non possiamo fare parte di un partito, solo quando tutto va a gonfie vele, anzi per mè è l’esatto contrario, quando come dite voi c’è stato un calo non bisognava mollare tutto, ma aiutare, spronare trovare idee nuove, insomma non certamente andare via e lasciare.Io per esempio, non sono un’invadente per natura, ma da casa mia ho contribuito all’elezione del Sindaco, facendo una campagna elettorale da mè, perchè sapevo che il Presidente Soru ci teneva moltissimo, è vero non ho fatto volontariato, ma in cuor mio credo di aver fatto molto di più. E poi scusate, ma vi siete chiesti cosa abbia passato, il Presidente Soru in questo periodo. NO’ non ve lo siete chiesti, peccate un pò di superficialità mi pare, Lui non era molto presente, per colpa dei suoi problemi, e qundi non era presente come volevate voi, e allora cosa fate? Lo mollate, vi sembra giusto? Io non l’ho fatto, in Ufficio sto ancora subendo un mobbing, per questo motivo, ma io non lascio un amico caro, come il Presidente Soru, solo perchè è distante, accusato di tante neffandezze di cui non sarebbe neanche capace ad immaginarle, sempre discretamente senza essere invadente, ma come ho detto all’nizio “NEL BENE E NEL MALE”Luigia Corona- Assessorato Sanità- FORZA PRESIDENTE SORU!!!!!!!

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