Precari scuola: come si disinforma su cifre e tagli

19 Luglio 2011
Nessun commento


Cristian Ribichesu

Giuliano Ferrara con il giornale che dirige gioca a mettere zizzania fra italiani. Fa pubblicare articoli contorti, e inesatti come questo  http://www.ilfoglio.it/soloqui/9497 , dove giá il sottotitolo va a braccetto con la follia: “L’immissione in ruolo di 230 mila precari bloccherà per dieci anni l’ingresso all’insegnamento”. Quando infatti un’immissione in ruolo di 230 mila precari? In quanti anni? E se immettono in ruolo, non é giusto dire che, anzi, si apre un percorso per l’ingresso nell’insegnamento?
Cosí Il Foglio fa falsa informazione, falsa critica al centro destra, per portare avanti, invece, con la logica della psicologia inversa, quasi quella da poliziotto buono e poliziotto cattivo, ma nei panni di un’unica persona, l’operato del PDL, e raccoglie solo la voce di alcuni enfatizzandola nella carta stampata e nella rete Internet. In merito alla “riforma” scolastica spara cifre mirabolanti, come appunto la FALSA notizia di 230 mila immissioni di docenti precari da parte della Gelmini (e uniformando tutti i precari senza distinguere tra abilitati e non, vincitori di concorsi e scuole di specializzazione e non), riporta inesattezze come quelle in cui si scrive che le assunzioni dei docenti precari si fanno in modo anarchico e che gli stessi godono di una corsia preferenziale. Poi raccoglie dichiarazioni di giovani che se la prendono con i docenti precari giá abilitati (anche questi non distinguono e parlano di precari in generale), e affermano che la Gelmini non forma nuovi docenti perché vuole favorire i precari giá abilitati, secondo loro difesi in questo dai sindacati. Uno psicologo, ma anche solo un fine lettore, riuscirebbe a leggere nell’articolo del Foglio vari messaggi impliciti, contenenti forzatura della realtá, secondo un percorso ben definito di propaganda e appoggio all’operato del PDL nei tagli ai danni dei piú deboli e nella fnalità di conservazione di assetti costituiti e di divisione popolare.
La realtá, ben piú semplice: la “riforma” Gelmini sta bloccando le assunzioni dei docenti precari giá vincitori di concorsi e abilitati in scuole di specializzazione, e da anni lavoratori precari del sistema, tanto che, per aggravare la situazione, il Parlamento ha votato una legge che blocca pure la possibilitá dei docenti di ricorrere contro l’abuso del precariato. Scorretto, eticamente e non solo, visto che sono fra i pochi lavoratori italiani non stabilizzati ma in regola con l’art. 97 della Costituzione, secondo cui nei pubblici uffici si accede solo per concorso pubblico. Ma come si può dire che la “riforma” Gelmini sta tutelando i precari? Come, se ne ha tagliato 133 mila, di cui 88 mila docenti e se per le contrazioni ci sono perdenti posto anche fra i docenti di ruolo?
Se questo Governo non avesse tagliato ore e materie scolastiche, non avesse tolto le ore a dispozione, non avesse aumentato il numero minimo e massimo di alunni per classe, non avesse elevato l’etá pensionabile delle docenti (in questo segue le indicazioni dell’Unione, ma non per le leggi che vogliono l’immissione in ruolo dei docenti dopo tre anni dall’abilitazione e di lavoro nelle scuole!), non avesse bloccato le immissioni in ruolo dei docenti precari giá abilitati e giá possessori dei requisiti per la stabilizzazione, certamente avremmo avuto un maggior ricambio della classe docente e sarebbe aumentata la formazione dei nuovi docenti, neo laureati e insegnanti precari non ancora abilitati.
Un giornale corretto, soprattutto quando si raccolgono le voci dei giovani, avrebbe dovuto spiegare meglio la situazione della scuola italiana, come ad esempio ha fatto seriamente Il Manifesto con l’inserto “Sbancati”, con dati Istat e dello stesso Ministero.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento