Il Tar estende lo stop ai radar, il governo nella bufera

29 Luglio 2011
Nessun commento


Pier Giorgio Pinna

Da La Nuova di oggi

Mentre la bufera politica non sembra destinata a cessare presto, emergono i dettagli della decisione presa dal Tar. Il presidente ha accolto due ricorsi presentati dagli avvocati Andrea e Paolo Pubusa per conto d’«Italia Nostra». In autunno la camera di consiglio collegiale valuterà se confermare o modificare il dispositivo. Ma per la stessa data è in programma l’udienza sul radar di Tresnuraghes. E anche in questa circostanza, sulle nuove scelte che farà il Tribunale amministrativo regionale, l’attesa sta già crescendo.
Dunque lavori bloccati sino al 5 ottobre anche a Fluminimaggiore e a Sant’Antioco. Pausa di riflessione, in attesa di una pronuncia sul merito. Esultano i comitati contro le installazioni, considerate a tutti gli effetti «nuove servitù militari lungo la costa ovest dell’isola». Ma certo non con il governo: accusato - per le mancate risposte alle interrogazioni dei deputati democratici Caterina Pes e Giulio Calvisi - di lasciare indefinita la questione. E non basta. Dai presìdi nati dalla Nurra sino all’Iglesiente arrivano critiche per la giunta regionale: «Non fa nulla per schierarsi in difesa dell’ambiente e della salute».
Soddisfattissimo per la svolta di ieri al Tar, Graziano Bullegas, a Sant’Antioco uno dei promotori del comitato isolano no-radar, segretario sardo d’Italia Nostra, lancia però accuse al governo nazionale e a quello regionale. «Si cerca di bloccare la rivolta contro una nuova militarizzazione delle nostre coste - afferma - Almeno la giunta e il consiglio, da Cagliari, dovrebbero ribellarsi: invece si mostrano ancora una volta succubi nei confronti di scelte fatte altrove».
Dice l’architetto sassarese Stefano Fois, che sotto il profilo paesaggistico ha studiato il caso dall’inizio partendo da Sant’Antioco per risalire via via a nord: «Gli sviluppi arrivati da Roma confermano la sensazione di assenteismo e silenzio avvertita in questi mesi. Si è presentata l’operazione in una chiave minimalista. La si è spacciata come l’esigenza di contrastare flussi migratori clandestini, facilmente controllabili attraverso i satelliti. In realtà, si voleva evitare che si sollevassero opposizioni contro la nascita di altre servitù». Un tentativo non riuscito. Soprattutto dopo che l’ammiraglio Usa alla guida della Nato nell’Europa meridionale e in Africa ha spiegato al vertice della Maddalena il 4-5 luglio che la sorveglianza radar nel Mediterraneo va intensificata per ragioni di sicurezza militare. Un riferimento indiretto ma evidente alla Sardegna. Così ora, dopo che da Roma non sono giunti i chiarimenti, i comitati rincarano la dose delle loro accuse.
Dall’Argentiera, uno dei centri scelti a suo tempo per l’installazione delle apparecchiature, Claudio Demontis informa che i membri dei vari presìdi stanno consultandosi «per varare un unico documento sulle recenti evoluzioni». «In ogni caso - sostiene - la nostra posizione, supportata dal sindaco e dall’amministrazione di Sassari, resta uguale: siamo contrari a quest’iniziativa per ragioni ambientali e per le caratteristiche del terreno dove si vorrebbe fare l’intervento». «Le mancate risposte del governo, del resto, assomigliano tanto a quelle della Giunta Cappellacci - aggiunge - Nessuno ci convoca. Vorremmo spiegare i problemi, evitare strumentalizzazioni, tenere una sola linea. Ma non ci danno l’opportunità per farlo». «L’unica consolazione è che sembra siano stati perduti i contributi agevolati per i lavori - conclude Demontis - Ma sono coinvinto che faranno di tutto per recuperarli».
Claudia Cossu, da Tresnuraghes, incalza: «In parlamento il ministro Vito si è limitato a dire cose che conoscevamo già o a non rispondere. Meno male che c’è la sospensiva del Tar. Dalla giustizia amministrativa ci si può attendere qualche soluzione. Se non ci sarà, ci rivolgeremo a Bruxelles. Col benestare della Regione, si sta creando una contraddizione: dato che le nostre aree sono tutelate a livello ambientale dalla Ue, come si giustifica che oggi con i radar l’Europa cerchi di salvaguardare altri suoi interessi del tutto stridenti con i primi». Critiche bipartisan al governo («Un ministro per niente informato») e al deputato Caterina Pes («La sua posizione è stata troppo debole») da Paola Angius, che a Capo Pecora segue il movimento sul fronte di Arbus e Fluminimaggiore. Angius non lesina accuse allo stesso Pd: «Dopo che il senatore Antonello Cabras ha difeso la necessità di queste installazioni nell’assemblea Nato alla Maddalena, mi sembra che il partito sia diviso in due anime diverse: tutto ciò è espressione di debolezza».

(hanno collaborato Alessandro Farina e Carlo Floris)

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento