C’è un’alternativa alle proposte dalla BCE?

13 Ottobre 2011
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Alfiero Grandi

C’è una discussione confusa su un punto centrale. Le proposte contenute nella lettera della Bce al Governo sono l’unica via possibile per l’Italia? L’italia può solo subire?
La questione è importante perché se non vi fossero alternative a quelle indicazioni anche un Governo diverso da questo, che pure sta gravemente danneggiando il nostro paese, avrebbe pochi margini di manovra.
La crisi c’è e il debito pubblico italiano è un problema che occorre avere il coraggio e la forza di affrontare. Naturalmente se vi fosse in Europa un altro clima, più solidale tra i paesi che ne fanno parte, si potrebbe affrontare la questione del debito pubblico - anche italiano - con minore ansia. Ma sappiamo che oggi - piaccia o non piaccia - il clima non è questo e l’unico modo per l’Italia per tornare a contribuire alla costruzione dell’Europa è di affrontare con coraggio le questioni della ripresa e del debito.
Ad esempio, è stata avanzata la proposta di costituire un fondo speciale europeo, a cui attribuire tutto l’extra debito che gli Stati hanno dovuto contrarre per affrontare la crisi del sistema finanziario. Crisi da cui in verità non siamo ancora usciti. Questo fondo europeo, caricato dai debiti contratti dagli Stati per affrontare la crisi finanziaria, potrebbe essere garantito dalle entrate della Tobin tax, che la Commissione Europea ha deciso di adottare.
Purtroppo questa proposta non trova i consensi necessari. Come per ora non trova udienza la proposta di emettere bond europei per finanziare la ripresa economica e la creazione di occupazione.
Prevale in Europa una visione ristretta e il fai da tè dei singoli Stati, che fa meglio comprendere perché le condizioni dell’Unione europea e del Fondo Monetario siano così pesanti per la Grecia e gli indispensabili fondi promessi arrivino a questo paese con tanto ritardo, contribuendo a lasciarlo alla mercè degli attacchi della speculazione finanziaria.
Per questo l’Italia deve mettersi in condizione di affrontare il problema del debito pubblico anzitutto con le proprie forze, che è la condizione per potere decidere in relativa autonomia su come fare fronte al risanamento finanziario.
La premessa necessaria è certamente avere un Governo affidabile, perché quello attuale carica sull’Italia un maggior costo del debito pubblico proprio perché non ha credibilità.
La prima manovra da fare è creare le condizioni per la ripresa economica e dell’occupazione, invertendo le priorità fin qui seguite. Infatti, senza crescita il debito pubblico diventa un fardello sempre più pesante e spinge ad un avvitamento di tagli dopo tagli, che porterebbero ad un avvitamento della crisi economica e ad un indebolimento del nostro paese sempre più marcato. L’errore che il Governo ha compiuto è stato di rinviare continuamente il problema della ripresa. Solo una proposta al paese di ripresa e di crescita può consentire alle parti sociali di creare un clima di concertazione positiva. Invertendo la rotta rispetto al clima di rottura e di prostrazione che questo Governo ha pervicacemente perseguito.
Per trovare le risorse necessarie occorre adottare misure severe ma eque, iniziando dal cancellare gli errori gravissimi fatti dal Governo attuale, rimettendo l’Ici sulla prima casa al di sopra del limite già esantato dal 2° Governo Prodi, cancellando l’agevolazione della cedolare secca al 19/21 % sugli affitti percepiti dai proprietari di immobili, chiedendo l’Iva evasa - come richiesto dall’Europa - a chi ha usato lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero. Queste prime misure potrebbero dare almeno 10 miliardi di euro e forse consentirebbero anche di cancellare alcune delle misure più odiose adottate dal Governo attuale, pur migliorando i conti pubblici.
Per finanziare la ripresa economica e l’occupazione è indispensabile l’adozione della patrimoniale e un livello più europeo - pari almeno a quella dei profitti - della tassazione delle rendite finanziarie decisa dal Governo, inoltre le stock option debbono essere tassate come reddito. Queste misure potrebbero dare risorse importanti a cui va aggiunta la Tobin tax, se non fosse già stata impiegata per ridurre il peso del debito come indicato in precedenza.
Queste ed altre misure possono essere una valida alternativa alle richieste della Bce.
La differenza sta in una migliore qualità sociale e nella possibilità su questa base di chiedere al paese un impegno ad avere fiducia nel futuro e perfino di chiedere ai cittadini italiani di acquistare più titoli pubblici per allentare la tensione creata dalla speculazione finanziaria. Meglio che gli interessi sul debito pubblico restino in mani italiane, piuttosto che diventare un modo per esportare risorse nette in altri paesi.
Parte integrante di un’operazione fiducia per rivolgersi ai risparmiatori ed invitarli ad avere fiducia è un deciso contrasto da parte del Governo - naturalmente uno diverso da questo - all’aumento dell’inflazione. In questo senso l’aumento dell’Iva dal 20 al 21 % è stato un grave errore, che andrebbe cancellato, e che innescherà un aumento dei prezzi e che rischia di spingerli fuori controllo proprio quando sarebbe necessario sostenere la domanda interna. E’ necessaria un’azione, esattamente rovesciata rispetto all’attuale, di controllo e riduzione dell’inflazione. Altrimenti il nostro paese potrebbe avvitarsi in una divaricazione dei redditi e delle condizioni di vita ancora più pesanti di oggi.
L’azione del Governo è anche indispensabile per evitare che la ripresa economica avvenga con l’illusione di tornare semplicemente a prima della crisi. Questo non è possibile e anzi è indispensabile puntare ad un sistema economico che sia meno energivoro, più volto al rispamio e al rispeto dell’ambiente, alla creazione di beni durevoli, alla qualità dei prodotti e del consumo.
La Fiat è al centro del clamore per l’abbandono di Confindustria, ma forse è ancora più grave che abbia deciso di insistere in Italia con prodotti di vecchio tipo e fortemente energivori, senza futuro, spostando invece negli Usa le proposte più innovative.
Un paese con risorse limitate deve decidere dove impiegarle e quale miglioramento della vita dei suoi cittadini intende poerseguire.
Per fare questo, naturalmente, occorre un Governo diverso e credibile, altrimenti meglio votare prima possibile.

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