L’ultima bardana nell’800 sardo secondo Gianni Fresu

30 Ottobre 2011
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Red

Gianni Fresu è senza dubbio uno dei più vivaci intellettuali in circolazione in Sardegna. Fa parte della generazione dei giovani che illustrano la scuola storica sarda, di cui fa parte, fra gli altri, anche Gianluca Scroccu, e che lasciano ben sperare sugli sviluppi della ricerca sulla storia sarda, spesso negletta o sottovalutata. Emergono dai nuovi studi le connessioni fra gli avvenimenti della Sardegna ottocentesca e le grandi correnti di pensiero e di azione che agitano l’Europa, a contraddire l’idea di un’isola immobile e staccata dal contesto.
In questa prospettiva si può inserire l’ultima fatica di Fresu, dal titolo “La prima Bardana. Modernizzazione e conflitto nella Sardegna dell’Ottocento”, (CUEC, Cagliari, 2011). L’Ottocento è un secolo emblematico per la storia d’Italia, non solo per i processi politici che preparano e conducono in porto un evento tanto complesso e difficile a realizzarsi come l’Unità d’Italia, ma anche perché in esso si determinano significative tensioni dialettiche connesse alla modernizzazione, destinate ad avere importanti riflessi anche sulla storia del Novecento. Ciò riguarda in primo luogo la storia della Sardegna oggetto di un profondo processo di trasformazione ricco di contraddizioni. In Sardegna la tradizionale dialettica città-campagna assume una sua connotazione peculiare come dialettica incrociata tra borghesia urbana e comunità dedite alle attività pastorali e, allo stesso tempo, tra agricoltura stanziale e allevamento errante. Tutti i problemi economici, culturali e politici connessi alle riforme sulla proprietà perfetta e l’eversione del vecchio regime feudale, così come le fasi più acute di malessere sociale sfociate nelle ondate di banditismo, sono connesse strettamente a questa dialettica. Negli stessi anni in cui assume connotati di massa il fenomeno del Brigantaggio meridionale raggiunge punte estreme di intensità il banditismo sociale in Sardegna. La peculiarità, e se vogliamo l’elemento di maggior interesse scientifico, è che in Sardegna abbiamo un’anticipazione di alcuni tratti essenziali nelle forme di egemonia e dominio dei governi sabaudi che finiranno per contraddistinguere, per diversi aspetti, anche la successiva presa di possesso delle regioni meridionali dopo l’Unità. Ciò vale anche per le forme di resistenza che in diverso modo si manifestano, rispetto alle quali assumono particolare interesse le riflessioni sui subalterni, e sulla natura «episodica e disgregata» della loro storia, di Antonio Gramsci.

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