CSS: no al furto di democrazia nei piccoli comuni!

3 Novembre 2011
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Giacomo Meloni - Segr. Gen. CSS

Ad iniziativa del Consiglio Nazionale della Confederazione Sindacale Sarda, si è svolto a Senis (OR) domenica 30 Ottobre 2011, un incontro sul tema: “Identità e democrazia - Difesa dei comuni culla della nostra civiltà”, con relatori l’avv. Francesco Ballero, l’avv. Giovanni Colli, il dr. Ennio Cabiddu, sindaco di Samassi e il dr.  Salvatore Soi, sindaco di Senis. L’incontro vuole avviare una battaglia popolare contro la norma del D.L. n. 138/2011 che nei comuni con meno di mille abitanti abolisce consiglio e giunta e mantiene solo il sindaco, ridotto a podestà. L’argomento è stato trattato in questo blog lunedì scorso.
A conclusione dell’iniziativa il Consiglio nazionale della CSS ha approvato un documento nel quale esprime preoccupazione per i contenuti del Decreto Legge N°138/2011, che nasce in un contesto prevalentemente economico-finanziario mirato ad un generale contenimento della spesa pubblica.
Detto provvedimento non porta ad un risparmio se non irrisorio dei costi della politica che invece vanno ricercati e ridimensionati doverosamente ai livelli più alti, ma attenta alle fondamenta stesse della nostra democrazia, fondata sulle comunità e sui territori.
Ricorda che la Regione Sardegna ha competenza primaria in materia di ordinamento degli Enti Locali e come tale dovrà legiferare nel merito, come bene ha fatto il Parlamento ichiamandone la norma all’atto della conversione nella Legge N°148 del settembre 2011 del Decreto Legge in argomento.
Fa appello, sostenuto dall’intervento dei numerosi Sindaci della Zona, tra quali il Sindaco di Laconi, il sindaco di Villa S. Antonio del Direttivo dell’ANCI, i Sindaci di Albagiara, di Baradili, di Villaverde, di Baressa, di Asuni, di Gonnosnò, di Curcuris, di Assolo, di Nureci, di Mogorella, di Ruinas, di Usellus, di Sini e del Sindaco di Pau Presidente dell’Unione dei Comuni dell’Alta Marmilla, perché il Consiglio Regionale della Sardegna faccia valere la propria cultura e storia autonomistica al cui centro stanno i nostri comuni, da quelli più piccoli a quelli più popolosi.
Decide di aprire una fase di mobilitazione a partire dalle popolazioni interessate, dai lavoratori, dai disoccupati, dai cassaintegrati, dai precari, dai giovani e dagli studenti, ponendo al centro della Vertenza la Sardegna intera, in quanto i 117 comuni al di sotto dei 1000 abitanti - colpiti dall’attuale provvedimento - potrebbero aumentare di numero se il calo demografico della popolazione sarda non si dovesse arrestare.
Contro lo spopolamento delle zone interne, la ripresa della emigrazione intellettuale dei nostri giovani, la desertificazione del territorio a causa dell’abbandono delle campagne; contro il fenomeno della fuga verso le coste e l’ inurbamento forzoso verso le città, il Consiglio Naz.le della CSS si oppone e denuncia con forza il disastro antropologico già in atto in Sardegna.
Occorrono politiche di forte coesione e determinazione, di rivendicazione dell’insularità della Sardegna come volano di sviluppo, della capacità di stare in Europa come Nazione e Popolo
Sardo.

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