Addio a Lucio Magri

29 Novembre 2011
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Red

Lucio Magri è morto ieri, a 79 anni. Fu tra gli animatori del gruppo di dirigenti comunisti dissidenti che diede vita nel 1969 alla rivista del “manifesto” e due anni dopo al nostro quotidiano.
Lucio Magri era nato nel 1932. Era entrato nel Pci negli anni Cinquanta, poco più che ventenne, dopo un’esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Venne accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passò poi a Botteghe Oscure. Nel 1969, dopo lo shock dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con le timidezze e le reticenze del Pci fu tra gli animatori del gruppo (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Eliseo Milani e altri) che diede vita alla rivista “il manifesto” e che successivamente venne radiato dal partito. Nel 1971 fondò insieme agli altri il nostro quotidiano, da cui successivamente si distanziò, fondando il Partito di unità proletaria per il comunismo. Nel 1984 rientrò nel Pci, dove rimase fino alla dissoluzione e trasformazione nel Pds, nel 1991; in quel momento aderì al gruppo continuista e partecipò alla nascita del Partito della Rifondazione comunista, dove rimase fino al 1995 quando la sua corrente lasciò il partito e poi rientrò nei Democratici di sinistra, scelta che Magri non condivise, preferendo restare fuori dai partiti.
Nel 2009 Lucio Magri ha pubblicato un libro, “Il sarto di Ulm” (Il Saggiatore), che ripercorre la storia del Partito comunista italiano e la sua personale.

1 commento

  • 1 giacomo meloni / CSS
    29 Novembre 2011 - 12:47

    Ho conosciuto Lucio Magri nella sede del Manifesto di in via Manno a Cagliari. Venne per una conferenza su Lenin e mi colpì la profondità del suo argomentare e la capacità sublime di comunicare. Era decisamente contro l’esperienza sovietica del “sanguinario” Stalin che evitava di chiamare “compagno”, mentre il suo giudizio su Lenin era molto positivo, ma si fermava lì perchè poi la classe politica sovietica si era macchiata di crimini orribili fino all’invasione nel 1969 della Cecoslovacchia, che fu il segnale per molti di noi simpatizzanti comunisti per l’abbandono definitivo del teorema che i compagni dirigenti sovietici non sbagliavano mai.
    Lucio venne a Cagliari con la bellissima Castellina ed il dibattito dopo la sua relazione su Lenin fu molto partecipato e ricordo che la sala era piena di compagni.
    Per noi Lucio Magri era un punto di riferimento alto e mai entrammo in merito alle sue scelte di vita.
    Ora penso sommessamente:Riposi in pace e che la terra gli sia leggera.

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