I giovani? Sfigati perché ci sono i Martone

25 Gennaio 2012
20 Commenti


Andrea Pubusa

Che lo sport preferito dei professori al governo sia quello di provocare i cittadini italiani? Meglio se poveri cristi che tirano a campare? Prendete la dichiarazione del viceministro Michel Martone che se la prende coi giovani che a 28 anni non sono ancora laureati. Se non ce la fanno, sono “sfigati”, E’ meglio essere secchioni, come lui che si è laureato a 23 anni. Ma lui è qualcosa di più che secchione. E’ la prova vivente che nell’Università l’imbecillità è direttamente proporzionale alla scienza che dovrebbe esservi. Detto in altri termini: quando c’è, l’imbecillità (e vi assicuro è molto diffusa) è immensa.
Ha ragione d’indignarsi l’Unione degli Universitari, ed ha motivo di constatare “di essere di fronte alla classica dichiarazione di una persona che non ha un minimo attaccamento con la realtà di cui parla, né tantomeno un briciolo di rispetto per gli studenti e le famiglie che ancora oggi, nonostante le mille difficoltà economiche cercano di proseguire nel percorso ad ostacoli della laurea: ostacoli di ordine economico e sociale”. Martone non sa che molti dei nostri studenti fanno mille lavoretti? Non sa che molti si sono iscritti all’Università perché, da diplomati, non hanno trovato lavoro? Sa che il 40% degli studenti universitari fanno almeno un lavoro per mantenersi agli studi? E sa che molti di questi giovani sono figli dei cassintegrati che, nonostante tutte le difficoltà, continuano a frequentare l’università, magari costretti ad un lavoro in nero? Non tutti - come lui - sono figli di papà, rampolli di un alto magistrato. Non sa che l’Italia è l’unico Paese al mondo dove non ci sono i soldi necessari per coprire le borse di studio? Che il diritto allo studio sancito dalla nostra Costituzione è, al pari di tanti altri diritti findamentali, sacrificato sull’altare delle spese militari o degli sprechi? Che nel nostro Paese gli investimenti per il diritto allo studio sono fra i più bassi d’Europa? E che, quanto a tasse universitarie più alte, in Europa siamo terzi?
Io so per esperienza diretta che, proprio fra i fuori corso, fra gli “sfigati” di Martone, ci sono tanti meravigliosi studenti che tengono duro in un Paese in cui anche studiare è diventato un lusso per benestanti. E che questi ragazzi, poveri di mezzi, ma ricchi di umanità, sono una grande risorsa, innanzitutto morale, del Paese. Il Ministro dovrebbe sapere che l’allungamento degli studi nasce dalle scellerate “riforme” di questi ultimi anni. Lo sciagurato 3+2. Un assurdo logico prima che culturale, la pretesa di fare dei tre anni inziali dell’Università un corso volto a preparare i giovani ad attività ausiliarie ed insieme la base per una laurea specialistica. E’ vero esattamente il contrario, e cioè che per preparare ad una laurea specialistica occorre nei primi anni dare ai giovani saldi ancoraggi teorici, i principi della disciplina. Ad esempio è assurdo proporsi nei primi tre anni di preparare un giovane a fare il cancelliere e pretendere che quello studio sia la base per chi invece vuole una laurea per fare il magistrato. Sono due percorsi completamente diversi. Eppure i sapientoni dell’Università - miei colleghi - hanno accettato e applicato questa mostruosità, che ha allungato solitamente i corsi di laurea di almeno un anno.
E che dire della moltiplicazione degli esami e dei corsi? In Giuriprudenza s’insegue la legislazione in continua variazione anziché fornire solide basi sui principi e sull’interpretazione, che sono i veri strumenti culturali del giurista. E questa moltiplicazione di materie e corsi ha allungato di almeno un altro anno gli studi. E sono due in più. Poi sono stati allungati i tempi dei praticantati. Ed oplà, ecco un giovane che oramai ha trent’anni e che anziché essere al lavoro, sta ancora spallandosi negli studi preparatori.
Vi racconto un fatto realmente accaduto. Un rigoroso magistrato rompeva continuamente le palle al figlio, studente di leggi, per via della sua non fulminea laurea. “Ai miei tempi - gli diceva - ci si laureava più in fretta!”.  Il figlio, rotto, ha allora sfidato il padre ad una prova singolare. Mettere su un tavolo, l’uno accanto all’altro, i libri dei rispettivi corsi di laurea per poi misurarli col metro. Sì, col metro! Ebbene i libri del padre misuravano meno di due metri, quelli del figlio tre e anche più. E così fu svelato l’arcano dell’allungamento degli studi. Ormai in questa corsa assurda a istituire esami perfino sul sacrosanto “diritto dei cani a far pipì sulle ruote delle auto in sosta”, anche gli esami un tempo qualificati come “complementari” e volti ad approfondire alcuni aspetti di una materia fondamentale, oggi non misurano meno di 10-15 centimetri, ossia 5-600 pagine. Un’idiozia in nome di una malintesa pari dignità delle materie.
Bene, per farla breve, i nostri giovani studenti oggi sono “sfigati”, perché hanno avuto la sventura d’incontrare nella loro strada professori e ministri supponenti, vuoti e autoreferenziali, proprio come Martone.

20 commenti

  • 1 Stefano Abis
    25 Gennaio 2012 - 10:39

    La lettera del professor Pubusa mi ha commosso. Mi ha colpito per la forza con cui ha difeso una verità vera quella di un paese che non spende per la cultura, per le borse di studio, che non sostiene le università e i suoi studenti come dovrebbe. Mi ha colpito per le parole usate nei confronti degli studenti (”meravigliosi”) che nonostante le grandi difficoltà del paese in cui vivono (viviamo) e delle famiglie di appartenenza, hanno la forza di voler comunque portare a casa un titolo di studio che oggi è più gratificazione personale, crescita interiore che possibilità di realizzarsi in un lavoro sempre più assente. Io sono uno “sfigato” ma uno sfigato con una grande forza interiore che con sacrifici sta cercando di portarsi a casa una laurea in ingegneria, sudata, combattuta e soprattutto nei tempi che mi sono permessi dalla mia vita e dalle mie capacità.

  • 2 maurizio meloni
    25 Gennaio 2012 - 11:58

    Stimato professore con la sua lettera ha quasi commosso pure me, che ho combattuto per la mia laurea, in quanto studente lavoratore e in quanto per questo motivo mi trovavo a dover dividere il mio tempo e quindi a ottenere risultati sufficenti ma non ottimi. Ho sostenuto tante volte i due esami amministrativi prima di superarli ma una volta “uscito” dall’università ho potuto dire di aver avuto un magister di diritto ma soprattutto di vita e fuori dagli schemi dei “baroni” di cui si è circondati nell’ateneo.
    grazie professore per essersi schierato dalla parte di noi “sfigati”anche se dimostrò di farlo anche durante i nostri studi!

  • 3 elvio
    25 Gennaio 2012 - 13:26

    ebbene si sono uno sfigato, neanche il neorealismo cinematografico potrebbe raccontare una storia come la mia.figlio di operaio edile e casalinga madre di quattro figli mi diplomai al classico percorrendo in autostop ogni giorno i 25 km per andare a scuola mi diplomai abbastanza bene senza essere mai rimandato, mi scrissi in medicina ma partii subito militare per levarlo di mezzo e questo mi fece perdere due anni ma imparare molte cose visto che lo feci in un ospedale militare,ripresi a studiare ma dovendo lavorare part time con lezioni obbligatorie mi trovai in difficoltà comunque riuscendo a dare qualche esame, tra i miei colleghi alcuni erano figli dei prof o dei presidi e loro si che agli esami filavano! Poco dopo papà perse il lavoro(tempi di tangentopoli) e ormai a 50 suonati non fu facile ritrovarlo cosicchè dovetti abbandonare riuscendo comunque a dare qualche esame, qualche anno dopo mio padre morì e fui costretto a rallentare ancora ma non abbandonai perchè in cuor mio il sogno della laurea c’era ancora. Mi sposai ebbi una bambina le donai un tetto dove vivere e la possibilità di mangiare.Da qualche tempo finalmente(ho 40 anni) posso permettermi gli studi che sempre ho inseguito. Ma siccome sono sfigato e qualcosa andrà sicuramente male per accontentare tutti i Martoni d’Italia penso mi iscriverò ad una scuola professionale

  • 4 Fabio Musu
    25 Gennaio 2012 - 13:31

    Il prof. Pubusa è un mio insegnante, e vi posso assicurare che è severo nel vero senso del termine in quanto pretende che lo studente conosca la materia e l’abbia capita.
    Caro professore, ho sempre pensato che lei fosse un uomo un po’ burbero, ma devo essere sincero fino in fondo, leggendo le sue parole mi sono venute le lacrime agli occhi. Molta gente non sa quanti sacrifici fa uno studente per poi giocarsi tutto in pochi minuti, non sanno quanti rospi amari bisogna ingoiare, chiedersi perché degli studenti bravi mollino tutto nò, e una cosa troppo da sfigati. Siamo proprio in belle mani. Grazie professor Pubusa per le belle parole che ha scritto, ha dimostrato di essere un grande uomo. Fabio Musu

  • 5 Mirella Girardi
    25 Gennaio 2012 - 14:09

    Grazie, Professor Pubusa, non ho il piacere di conoscerla, ma il suo intervento mi fa capire che Lei è una persona molto sensibile che conosce la vita e quanto possa essere difficile affrontarla per chi, sin da ragazzo, si è trovato a dover superare ostacoli più grandi di lui.

    Con stima
    Mirella Girardi
    .

  • 6 Nicola
    25 Gennaio 2012 - 15:09

    Condivido e sottoscrivo in pieno. Aggiungo solo che alla base di una simile cazzata ci può essere solo un malcelato classismo che questo giovanotto ha già esibito in passato. Purtroppo non mi sembra l’unico esempio all’interno del governo dei professori. Sobri, educati, intelligenti, colti ma intimamente classisti. Martone è solo classista.

  • 7 Cristian Ribichesu
    25 Gennaio 2012 - 15:49

    Condivido tutto.

  • 8 monica bianco
    25 Gennaio 2012 - 16:32

    che bello questo editoriale del PROF, oramai si denigrano con così tanta facilità i fuoricorso che sentire delle parole eque spese nei ns confronti è una rarità… la mia storia è questa: sono una studentessa decadente(ex-decadente),non appena mi sono iscritta all’università (una vita fa) ero piena di belle speranze .Nel giro di 4 anni e mezzo ho concluso quasi tutti i miei esami universitari, ho vinto un concorso molto ambito che mi ha permesso di trascorrere alcuni anni all’estero in cui ho insegnato in varie scuole come lettrice d’italiano, pertanto ho accantonato momentaneamente gli ultimi esami che ancora mi mancavano (3 per l’esattezza) e contavo di terminarli non appena questa esperienza fosse terminata. Preciso che nonostante lavorassi all’estero tornavo per sostenere gli esami più ostici della mia facoltà(INGLESE), ma non riuscendo a superarli mi stavo convincendo che ciò fosse imputabile ad uno studio non adeguato, in quanto il mio lavoro d’insegnante mi portava via tantissimo tempo per preparare le lezioni e le varie attività didattiche. Terminata questa esperienza, ritorno a Cagliari dove trovo un lavoro part-time e mi impegno con tutta me stessa per il superamento dei miei ultimi esami, a tutt’oggi con la tesi di laurea quasi terminata non riesco a superare una piccolissima parte dell’ultimo esame d’inglese!!!???
    E’ possibile che non riesca a laurearmi per 1/5 di esame che mi manca? E’possibile che non vengano attuati gli esami mensili? E’ possibile che io stia sostenendo il mio ultimo esame da più di 3 anni?? E’ possibile che in questi tempi di crisi alcuni docenti per garantirsi il posto, boccino indiscriminatamente? Quando su 100 studenti che si presentano all’esame, i promossi sono solo 19 forse vanno bocciati i docenti?!!
    Grazie Professore per le sue belle parole, pur non conoscendola di persona la ammiro molto

  • 9 Ego
    25 Gennaio 2012 - 17:12

    Purtroppo, a parte il professor Pubusa, non ci sono tanti docenti ad osteggiare il gargantuesco cursus honorum dell’università di Giurisprudenza…

  • 10 Alessia Spiga
    25 Gennaio 2012 - 17:23

    Grazie Professore per le sue parole.
    Gli sfigati sono anche quegli studenti che si sono creati una famiglia, si sono inventati un lavoro per sè oggi e un domani si spera per i propri figli, sono quelli come me che vorrebbero laurearsi per soddisfazione personale, per rendere fieri i proprio genitori, perchè da genitori sarei felice che un giorno mio figlio si laureasse. In questo periodo di crisi mi sento fortunata, mi sono creata un lavoro dal nulla senza chiedere niente a nessuno, solo io e mio marito con le nostre forze, ora stiamo aprendo un’altra attività sperando di creare posti di lavoro in un paese allo stremo. E’ vero non ho ancora la laurea, ma non penso di essere una sfigata, e anche se con il Decreto Rettorale la mia laurea “sta per scadere”, spero comunque di riuscire a concludere gli studi.E mi auguro sinceramente che l’Italia di domani sia migliore di quella di oggi.

  • 11 fabrizio
    25 Gennaio 2012 - 18:58

    Grazie professore, lei è un gigante della nostra facoltà.

  • 12 Sergio
    25 Gennaio 2012 - 20:13

    A me sembra che qualcuno ci guadagna parecchio a lasciare i giovani per tanti anni all’Università. Negli Usa a 23-24 i giovani studenti di medicina sono già in sala operatoria ed eseguono alcuni interventi. L’Università italiana ha bisogno di una riforma radicale e io direi che anche l’istruzione superiore si deve fermare già al 4° anno come nelle altre nazioni per dare più spazio agli studi specialistici universitari.

  • 13 Caterina
    26 Gennaio 2012 - 14:57

    Caro professore, la ringrazio vivamente per aver preso le nostre parti e le rivolgo un applauso specialmente per le giuste parole da lei pronunciate sulla sciagura del 3+2, ordinamento nel quale io mi sono ritrovata incastrata.
    Ma tanto a chi gliene importa di noi?
    A nessuno, caro professore.
    Lei non sa che rabbia che ho in corpo per questo. E preferisco concentrarmi sulla mia vita di quasi ingegnere informatico, di moglie e quasi mamma. E’ decisamente molto più soddisfacente.

  • 14 Andrea Murru
    26 Gennaio 2012 - 21:08

    Linea diretta con facebook:

    A Cinzia Angioni, Claux Fulminis, Andrea Medde e altri 11 piace questo elemento..

    Ale Si Non ci posso credere…questo articolo è meraviglioso…grande Pubusa!
    Ieri alle ore 9.16 · Mi piace · 2.

    Cristina Porceddu Nonostante il suo carattere burbero e scontroso, forse è il professore migliore che abbia la facoltà di Giurisprudenza.
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    Fabrizio Cruccu Mitico Pubusa…
    Ieri alle ore 9.27 · Mi piace · 1.

    Cinzia Boi Grandeee almeno lui che ci difende…zitto zitto ha capito tutto!!!
    Ieri alle ore 9.34 · Mi piace · 4.

    Valentina Mantega Commossa..profondamente
    Ieri alle ore 10.01 tramite cellulare · Mi piace · 2.

    Alessandra Pinna io lo adoro quest’uomo!!..nonostante tutto lo adoro!!
    Ieri alle ore 10.54 · Mi piace · 2.

    Alessia Spiga L unico che ci ha sempre difeso. Grazie professore.
    Ieri alle ore 12.12 tramite cellulare · Mi piace

  • 15 lorenzo
    26 Gennaio 2012 - 22:26

    Ma che dice questo qua? Il prof. Martone ha perfettamente ragione. E’ inutile fare i perbenisti. Il termine usato sarà anche sbagliato ma il concetto è centrato in pieno. Piena approvazione da parte mia. E poi come si fa a giudicare una persona senza conoscerla? Informatevi prima di aprir bocca e scoprirete che il prof. Martone è pienamente dalla parte dei giovani.

  • 16 Gianni Campus
    26 Gennaio 2012 - 23:31

    Bravo Andrea!

  • 17 Domenico Corradini H. Broussard
    27 Gennaio 2012 - 08:14

    Il giovane collega Martone forse non sa che un tempo, al tempo in cui c’era un’altra Università, con una monografia in definitiva e una in provvisoria al massimo di poteva aspirare alla libera docenza. Eppure, queste cose gliele avrà spiegate Mattia Persiani, che fu mio collega all’Universià di Sassari nei primi anni Settanta. E forse nemmeno sa, il giovane collega Martone, che con quella sua maldestra parola ha offeso la dignità che la Costituzione a tutti riconosce. E ha violato l’art. 54 comma 2 della Costituzione, che impone ai cittadini, affidatari di funzioni pubbliche, il dovere d’adempierle con disciplina e onore.

    Due consigli, se mi è permesso: smetta il giovane collega Martone di autodifendersi, perché così altro non fa se non peggiorare la situazione, e riferisca le mie parole al collega Mattia Persiani.

    Domenico Corradini H. Broussard

    Prof. ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa e presso il Dottorato I problemi civilistici della persona della Facoltà di Economia dell’Università del Sannio-Benevento

    Avv. patrocinante in Cassazione

    dchb@libero.it

  • 18 Paola
    27 Gennaio 2012 - 12:45

    Mi ha profondamente commosso Professore, grazie. Semplicemente grazie con tutto il mio cuore. Una studentessa “sfigata” ma onoratissima di aver sostenuto i due esami di diritto amministrativo con Lei.

  • 19 Stella
    27 Gennaio 2012 - 13:07

    Grazie Prof Pubusa! In poche parole ha espresso pienamente la situazione di noi poveri studenti, situazione che sfugge e poco conosciuta da parte del mondo ‘non’ universitario! Ci sentiamo spesso nominare ‘fannulloni’, ‘bamboccioni’ e tanto altro ancora. I nostri nonni ci dicono che ai loro tempi non c’erano i soldi per studiare, e la laurea era un bene di lusso per pochi. Beh nessun dubbio che stiamo tornando a quei tempi, i soldi scarseggiano e le borse di studio sono sempre di meno! Per forza di cose ci si laurea a 30 anni suonati, ormai sono più i studenti lavoratori che non. Io faccio parte purtroppo (e sottolineo purtroppo!), di quest’ultima categoria, e i sacrifici sono tanti, è inutile dire che anche un caffè con gli amici può essere un problema! Per non parlare di chi vive fuori sede.. le spese raddoppiano! Ci chiamano scansafatiche perchè non ci alziamo alle 7 del mattino per andare a lavorare, questo è vero, ma quante volte si finisce alle 22 di sera e oltre per studiare? Studiare esami immensi, ispezionare decine di libri e dispense, il più delle volte per materie inutili e poco interessanti! Date di appelli improponibili mal organizzate, professori che all’esame bocciano in maniera spropositata solo perchè non ci si ricorda un comma di quell’articolo sconosciuto del codice civile ecc… Per non parlare di quei docenti che, non solo bocciano perchè non si è ripetuto bene a memoria quella virgola poco importane di quella dannata legge che non ci entra in testa, ma impediscono allo studente di presentarsi all’appello successivo, facendo slittare l’esame anche alla sessione successiva (ossia: 3 o 4 mesi dopo a seconda dei casi!)… beh Prof, ancora tanto di cappello per le sue parole, però mi lasci dire che Lei, sarà a favore degli studenti, ma fa parte di quest’ultima categoria di docenti presente nella nostra facoltà!!!!!

  • 20 Giorgio Mancosu
    29 Gennaio 2012 - 15:30

    Esimio Professore, leggo con piacere il suo articolo e condivido le Sue considerazioni. La laurea è un percorso molto personale. Ciascuno ha i suoi tempi, anche perchè a volte gli studi si svolgono in contemporanea con la realizzazione di progetti altrettanto importanti, quali la famiglia e il lavoro. Ritengo che il valore di uno studente vada considerato non solo in ragione dei tempi di laurea, ma in ragione della qualità della preparazione che è riuscito ad acquisire. Ciò che davvero è in grado di fare la differenza (nello studio, come in ogni altro settore della vita), è l’amore per ciò che si fa…Amore su cui tanto è in grado di influire l’esempio e gli insegnamenti dei Professori che, a volte, la nostra Università è in grado di offrire.

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