La ballata triste di “SARDEGNA24″

1 Febbraio 2012
4 Commenti


Giorgio Melis

L’amico Giorgio Melis c’invia questo intervento che - per chi non l’avesse già letto su Sardegna24 o Altravoce - volentieri pubblichiamo. Il sottotitolo è significativo: “Editore improbabile e responsabile per vite allo sbaraglio. Sasso in bocca e lingua tagliata: silenzio sull’Isola che resiste“. Un giudizio, nella sua linea di fondo, severo quanto quello espresso in questo blog, lunedì. Anzi, da esperto giornalista Giorgio Melis, l’arricchisce di ulteriori particolari. Interessante anche il post: “Sardegna24″ aveva la stessa sede di “Sardegna democratica”, house organ di Renato Soru, che però ignora la notizia.



Nessuna sorpresa ma l’amarezza è grandissima. Come molti, sapevo che l’avventura di “Sardegna 24” poteva avere i giorni contati. Nonostante l’enorme lavoro di Giovanni Maria Bellu e il suo impegno coraggioso e generoso fino all’assunzione del ruolo di editore, con risorse personali e familiari. Come molti altri collaboratori (a titolo assolutamente disinteressato, semmai con oneri personali), l’impegno nel giornale è stato un atto civico di fiducia esclusivamente nella professionalità e nel rigore di Bellu: non nell’improbabile “editore”. Con la convinzione che un giornalista della sua esperienza e prestigio – insieme a una redazione combattiva, senza il marchio degli yes men invertebrati – fosse una risorsa per il pluralismo dell’informazione sarda. Vassalla della malapolitica e di ogni potere opaco. Con forme estreme di disinformazione e complice servilismo foraggiato con i soldi pubblici, o di conformismo per le proprie convenienze. Il sipario su “Sardegna 24” è fatto grave. Da oggi tace una voce di denuncia contro lo scenario mediatico greve e condizionante. Dal 2000, è stato determinante per l’affermarsi del peggior asservimento della Regione-zimbello al potere berlusconiano. E nel contrasto feroce agli avversari della destra: con connivenze pesanti nel centrosinistra autolesionista e irresponsabile. Con i limiti non della linea ma di un progetto editoriale gramo e ambiguo, anche con numeri minoritari “Sardegna 24” ha rotto questa crosta soffocante. Ha denunciato e documentato un saccheggio sistematico delle finanze regionali con strategici “investimenti” per ricambiare i favori dell’informazione di regime o acquisire la neutralità di quella teoricamente autonoma. Con i partiti liquefatti e rigettati dai cittadini, solo un’informazione credibile può orientare i cittadini. Com’è avvenuto per la grande stampa contro lo strapotere delle tv asservite. Nella varietà di voci e interessi, ha dato un forte contributo alla liquidazione di Berlusconi, all’avvento di Monti e ora al rilancio della dialettica democratica anche con puntuali critiche a posizioni e esponenti del governo. Questa funzione di servizio pubblico è inesistente, semmai rinnegata in Sardegna. Dove affonda tutto: con la connivenza o il silenzio di giornali e tv. Dai quali sono stati banditi l’analisi critica generale, il dibattito serrato e approfondito, le opinioni libere. La chiusura di un piccolo quotidiano di denuncia cancella una voce discorde dal pantano disperante. Senza una reazione per altra iniziativa, la Sardegna col sasso in bocca e lingua tagliata resterà dominio della malainformazione vincente, che l’ ha ridotta a cumulo di macerie. Non c’erano grandi aspettative su “Sardegna 24”. Bellu e la redazione hanno fatto più di quanto possibile. Ma non si può fare un buon giornale senza un editore. Figurarsi con un budget ridicolo (in mano a dilettanti allo sbaraglio), senza i mezzi elementari per un break-even al minimo temporale di un anno. Non è il comodo senno del poi. Indicando preventivamente responsabilità da ribadire, il 9 giugno scorso – su www.altravoce.net, ancora consultabile – scrivevo sulla “Guerra preventiva al nuovo quotidiano diretto da Bellu, sponsor Soru”. La parte finale è pertinente come conclusione di oggi. Eccola (in sintesi): “ Il terzo (giornale) incomodo sarà quel che riuscirà ad essere per la forza che gli sarà dato di esprimere. L’eccellente direzione non basterebbe a garantirgli d’essere robustosu e forte, se avrà alle spalle gracilità di mezzi e di apertura mentale nel segno dell’autonomia.. Un giornale nuovo non fa primavera, neanche sarda, se nascendo piccolo non cresce per orizzonti larghi che si dà e percorre: resta rachitico. La sfida non è solo per Bellu. Se non potesse affrontarla con concrete possibilità di vincerla, il fallimento non sarebbe suo ma soprattutto dell’editore in senso lato. Ricadrebbe anche su Renato Soru come sponsor: sul piano umano, politico, d’immagine e di sostanza. Sarebbe anche un’occasione perduta per la Sardegna, ormai quasi senza chances su tutta la linea”.

PS. Nessuno obbligava alcuno a promuovere un nuovo quotidiano, se non aveva, non poteva o non voleva mettere in campo quel che serviva per farlo vivere. Dunque, è responsabile della sua morte: senza poter nascondere la mano dopo averci comunque messo la faccia, appena travisata dietro altre fisionomie. Dunque, nella ballata triste di Sardegna24″ c’è stato un editore improbabile ma responsabile, l’opposto del direttore. La figura dell’editore responsabile in questo caso è particolarmente grave perché penosa sul piano imprenditoriale, disastrosa su quello “politico”, inaccettabile su quello morale. In sintesi, insipiente arroganza che ha mandato allo sbaraglio professionisti e persone. Trattati con sprezzante insensibilità, come entità trascurabili: vite di scarto per l’indifferenza di personaggi che ignorano il fattore umano nei loro aridi conti.

Pubblicato il 29 gennaio su “SARDEGNA 24“ e su Altravoce

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4 commenti

  • 1 Elio
    1 Febbraio 2012 - 21:14

    Eh, caro mio, chi ha dato ha dato chi ha avuto ha avuto!
    Una cosa non mi è chiara: che significato dare al passo dell’articolo di G.M.dove si dice, “Dal 2000, è stato determinante per l’affermazione del peggior asservimento della Regione-zimbello al potere berlusconiano.” Chi è stato determinante? Sembra di capire, Sardegna 24 o, se no, Giommaria Bellu. Non fatemi stare in ansia.

  • 2 admin
    1 Febbraio 2012 - 21:36

    Provo a mitigare subito la tua ansia, caro Elio: anche sul piano logico, il riferimento della frase di Giorgio Melis pare “lo scenario mediatico greve e condizionante” esistente in Sardegna. O no?

  • 3 Elio
    1 Febbraio 2012 - 23:12

    Il “passo” è fra due punti fermi. Se per far capire quale sia il soggetto è necessario un richiamo alla logica, dal punto di vista giornalistico, si capirebbe il “default” di “SARDEGNA 24″ qualora G.M. ne fosse stato una “penna”

  • 4 admin
    2 Febbraio 2012 - 10:03

    Concordo sull’arditezza della costruzione e sulla difficoltà interpretativa. Ma la “penna” è ottima, anche se spesso si lascia guidare dalla passione incontrollata.

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