Filologia e libertà, di L. Canfora

29 Agosto 2008
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Recensione a cura di Andrea Pubusa
 
Filologia e libertà. La più eversiva delle discipline. L’indipendenza di pensiero e il diritto alla verità di Luciano Canfora.
Volete una prova di come le grandi istituzioni riescono a fondare sullo stesso principio prescrizioni opposte? Leggete questo bel libro di Canfora, un vero inno alla libertà della ricerca. La parola di Dio trasfusa nelle scritture non è assoggettabile agli studi filologici perché è immutabile. Di qui l’ostracismo da parte della Chiesa di questa disciplina. Poi, quando essa è sedimentata e incontestata, anche la Chiesa non può impedirne l’applicazione alle scritture. Ma ciò è giustificato dall’esigenza di ricercare la vera parola di Dio, liberandola dalle interpolazioni degli uomini.

Ecco una scheda di presentazione.
Nel settembre 1943 Pio XII redige una enciclica, la Divino afflante spiritu, per proclamare che la critica dei testi, anche di quelli cosiddetti sacri, è pratica legittima. Questa incredibile “concessione” portava allo “sdoganamento” della più eversiva delle discipline, la filologia, e autorizzava gli studiosi a sottoporre ad analisi critica le differenti fonti delle Sacre Scritture, dunque a indagare sulla “parola di Dio” senza che ciò comportasse, com’era successo fino a quel momento, condanne e anatemi.
Ma il cammino per arrivare a quello storico documento papale è stato faticoso, grondante censure e repressione della libertà di pensiero. Luciano Canfora lo ripercorre partendo dall’ukase tridentino - secondo cui l’autore della Sacra Scrittura è Dio stesso e quindi il testo è intoccabile - fino all’inevitabile, rassegnato e pur sempre tortuoso cedimento da parte di papa Pacelli, consumatosi con quasi mezzo secolo di ritardo rispetto alla decisiva crisi innescata dal lavoro di un ristretto numero di studiosi “modernisti”.
Attraverso l’affascinante storia delle discipline filologiche, dai primi che osarono sottoporre a indagine testi intoccabili, a Erasmo da Rotterdam, Spinoza e Giordano Bruno, dagli oscuri copisti medievali che salvarono i grandi scritti dell’antichità ai filologi dell’epoca moderna che ristabiliscono la verità storica della scrittura e della tradizione contro le mistificazioni ideologiche o religiose, Canfora racconta come la filologia sia stata la palestra della libertà intellettuale, dell’indipendenza della ricerca e del diritto degli uomini alla verità contro ogni forma di oscurantismo.

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