Mi dichiaro corazziere

2 Agosto 2012
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Valentino Parlato
da Il Manifesto del 19.7.2012

Tanti anni fa, quando eravamo entrambi nel glorioso Pci, non avevo grande simpatia per Giorgio Napolitano, il che mi procurò un pesante rimprovero da parte di Giorgio Amendola. Tanto tempo fa, ma adesso di fronte a quel che vedo e sento non esito a dichiararmi “corazziere”.
In una situazione difficile per la democrazia come quella attuale, lo scatenarsi degli attacchi - clamorosi e subdoli - contro l’attuale Presidente della Repubblica, mi sembra pericoloso e non riesco a capire con quale finalità. Il Presidente della Repubblica non ha fatto niente contro i giudici di Palermo, ha chiesto solo la dovuta riservatezza sulle abusive intercettazioni delle sue telefonate, come è stabilito da leggi e Costituzione.
In Italia, come in Europa, la democrazia è in pericolo. I partiti sono pressoché dissolti o ridotti a vertici malsicuri; il senso civico anche di noi cittadini è piuttosto indebolito e, come hanno scritto alcuni studiosi, siamo in piena cleptocrazia. Se ne legge anche in raffinate enciclopedie delle scienze sociali. Quindi attenzione. Anche le prossime elezioni, col dilagante grillismo, non si sa bene dove ci porteranno. Cerchiamo di non demolire quel che ancora sta in piedi.

Certo nelle scorse settimane e ancora ora, il Quirinale sarà stato sommerso di telefonate e di richieste di aiuto e non è escluso (non trascuriamo la scatenata insistenza di Mancino) che sia uscita qualche parola di troppo. L’attenzione si concentra sul consigliere giuridico del Presidente, Loris D’Ambrosio, e il Presidente, con le dovute forme, forse farebbe bene a dargli altro incarico. Penso che non sarebbe utile sentire le registrazioni delle sue telefonate con Mancino. Ma, per concludere questo breve sfogo da corazziere, insisto a dire che nella situazione attuale del nostro paese gli attacchi alla Presidenza della Repubblica sono veramente pericolosi per la nostra democrazia. Le scivolate a destra sono avvenute sempre in tempi di confusione e debolezza dei poteri costituzionali.

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