Contro lo sfascismo di PDL-PD occorre una vasta mobilitazione

12 Luglio 2013
1 Commento


Andrea Pubusa

Dico spesso ai miei studenti che lo Stato italiano è già fallito. E lo rilevo dallo stato cronico d’insolvenza. Si è giunti all’assurdo di approvare un atto normativo per pagare i creditori dello Stato come se le leggi, a partire dal codice civile, non dicessero già che esiste un obbligo giuridico di pagare i debiti ed un diritto del creditori di avere il saldo. Eppure, nonostante tutto questo, le amministrazioni non assolvono questo obbligo elementare determinando una reazione a catena, che sta portando alla chiusura o al fallimento di molte aziende.  Se lo Stato fosse un imprenditore privato questa situazione avrebbe da tempo condotto alla dichiarazione di fallimento.
Ma la situazione di sfascio è evidente anche nelle istituzioni. La sospensione dei lavori parlamentari in segno di protesta verso un atto dovuto della Corte di cassazione ne è un esempio grave e clamoroso. In quale paese civile del mondo si è mai visto un atto di questa natura? Solitamente sono i politici indagati o condannati a fare un passo indietro rendendo immuni le istituzioni dai contraccolpi delle loro vicende personali. Qui sono queste a condizionare gravemente gli organi costituzionali, il governo, il parlamento e perfino il Presidente della Repubblica. Non solo, viene messa sotto pressione la stessa Corte di Cassazione dal cui giudizio si fa discendere nientemeno che la sorte del govreno e forse della legislatura!  E qui possiamo cogliere un’estensione preoccupante della capacità di Berlusconi di coinvolgere e attrarre nelle sue vicende uomini e forze che dovrebbero starne lontane. Il Presidente Napolitano che nell’imporre l’alleanza PD/PDL non poteva non sapere a cosa esponeva il Paese. Il PD, che per la prima volta asseconda e dunque partecipa ad una forma di protesta in favore del Cavaliere indetta dal PDL.  Letta, Epifani & C. continuano a ripetere che il governo è immune dalla vicende giudiziarie del Cavaliere, mentre ormai il problema italiano non è la grave crisi economica ma la sorte giudiziaria del cavaliere. E a fronte di questi atti di inaudita gravità il Presidente della Repubblica, sempre prodigo di dichiarazioni, proprio in ragione del suo originario coinvolgimento, tace. Non svolge la sua funzione di garanzia del buon funzionamento dell’ordinamento.
Ora, al di là dei giudizi sui singoli episodi, da questo quadro un dato emerge con certezza: l’attuale governo e la maggioranza che lo sorregge non sono assolutamente in grado di governare una situazione così grave e in così rapido deterioramento. Ciò è tanto più preoccupante se si tiene conto che il PDL e il PD, con Scelta civica, stanno mettendo mano, a tappe accelerate, alla modifica dell’art. 138 Cost., onde poter agevolmente manomettere la Carta costituzionale nel segno indicato a suo tempo da Licio Gelli.
A fronte di questo si possono avere simpatie o antipatie istintive, ma è fuori di dubbio che l’appello del M5S al Capo dello Stato e il grido di allarme lanciato da Grillo dopo l’incontro con Napolitano rappresentano non solo un gesto di grande responsabilità verso il Paese e forte di opposizione parlamentare, ma contengono anche una serie di elementi di analisi e di proposta sui quali l’area democratica e della sinistra dovrebbe seriamente meditare.
In buona sostanza, che facciamo? Come i celebri filosofi di Bisanzio continuiamo a interrogarci sul sesso degli angeli mentre il nemico scavalca le mura? O, da cittadini democratici, creiamo una vasta area organizzata di opposizione e di proposta intorno a chi, M5S e Sel, svolgono in Parlamento una dura battaglia a difesa del Paese e della Costituzione? Prima che sia troppo tardi e il finale del Caimano di Moretti si materializzi, occorre un sussulto delle coscienze democratiche.

1 commento

  • 1 Ale Sestu
    13 Luglio 2013 - 22:15

    Come se non bastasse, c’è un ulteriore beffa ai danni degli elettori (del Pd) da parte del Pd.
    In questi giorni sarà presentato un dossier in Giunta per le Elezioni del Senato.
    Il M5s lo ha preparato per documentare e sostenere l’ineleggibilità di Berlusconi.
    Il Pd è chiamato a votare sulla ineleggibilità e i suoi voti (8) sono determinanti.
    Il Pd non può dichiarare Berlusconi eleggibile, perché significherebbe distruggere definitivamente quelle briciole di dignità che gli sono rimaste. Però non può neanche dichiararlo ineleggibile, perché ci stanno governando assieme.
    Cosa fanno allora? Presentano una modifica alla legge per cui non sarebbe più ineleggibile ma incompatibile, regalandogli un anno di tempo per scegliere tra Senato e Mediaset.
    Forti di questa proposta bloccheranno sicuramente la discussione intorno al dossier presentato dal M5s, dove si documenta l’inequivocabile ineleggibilità di Berlusconi.

    Questa cosa a me sembra la più grave di tutte.

Lascia un commento