Che estate terribile (politicamente parlando)!

4 Settembre 2013
Nessun commento


Andrea Pubusa

Una bella estate fresca quest’anno, ma politicamente terribile. Il tormentone dell’agibilità politica, ossia dell’immunità, per Berlusconi ha evidenziato l’insipienza de gruppi dirigenti italiani con risvolti perfino farseschi. Ora si pretende di dare natura giurisdizionale alla giunta delle elezioni del Senato, onde consentire di sollevare la questione di legittimità costituzionale sulla legge Severino. Questa panzana ricorda la parentela di Ruby con Mubarak. Come la giovane non aveva neppure un vincolo di sangue lontano con l’ormai ex rais egiziano, così è manifesto che il parlamento è un organo costituzionale, che nel caso di specie non esercita una funzione giurisdizionale, ma si pronuncia sulla decadenza per la semplice ragione che le Camere, quali organi sovrani, decidono sempre in ultima istanza sulla loro composizione e, dunque, anche sulla esclusione di un loro membro. Ma non svolgono funzione giurisdizionale per la semplice ragione che il giudizio su B. è stato già emesso in via definitiva e si tratta solo di dargli doverosa attuazione.
Ancora più ridicola è la panzana del diritto di difesa da accordare al cavaliere. Ma chi più di lui lo ha esercitato nella storia d’Italia, con avvocati-parlamentari, che coordinavano la difesa giudiziaria con la proposta di leggi ad personam. Una mostruosità mai vista in uno stato di diritto.
E tutte queste amenità ci vengono propinate mentre il Paese è avvolto in una crisi che sta colpendo a fondo la sstruttura produttiva, i lavoratori e le loro famiglie.
S’avanza però il salvatore della patria, quel Matteo Renzi, che sembra una macchietta da avaspettacolo coi suoi lazzi e le sue battute, che nascondono un vuoto di proposta ed evidenziano una mancanza di spessore politico. Bisogna ammettere che neppure le più pessimistiche previsioni sull’evoluzione del PD contemplavano l’evenienza di una leadership di questo tipo.
E in Sardegna? Il tormentone delle primarie del PD si avvia alla sua fase attuativa. Si tratta di un evento volto a far fronte all’incapacità del PD di decidere. Fra i tanti capi -bastone che lo paralizzano, siano gli iscritti a scegliere. Poi ciascuna consorteria continuerà a giocare la sua partita e le sue trame. Quale sia l’idea o il progetto nessuno lo sa. Ci sono certamente novità, come la candidatura di Michela Murgia, che tuttavia sconta il suo carattere personale, la mancanza di un solido e sedimentato gruppo di riferimento. L’area sovranista poi è stata incapace di unirsi ed è divisa in mille rivoli e sembra non avere un ruolo significativo. Pare, in talune sue componenti, volta solo a trovare  la strada d’accesso al Consiglio regionale per qualche suo esponente.
Vediamo ora cosa farà il M5S, da cui ci si aspetta, così come aveva fatto per la Presidenza della repubblica, una candidatura di grande prestigio. Sarebbe una bella boccata d’ossigeno in un ambiente saturo di gas tossici.
In generale, però, bisogna ammettere che lo scenario regionale non alimenta alcuna seria speranza di avere un Consiglio regionale ed una giunta all’altezza della  crisi. Altro che sovranità. qui si sprofonda nella peggiore delle dipendenze, nella povertà diffusa e nella perdita di ogni peso nei confronti dello Stato. L’autonomia manifestata in altre stagioni, durante la Giunta Melis ma anche in altri momenti della politica sarda, sembrano un sogno lontano e irraggiungibile.         

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento