Quell’11 settembre di 40 anni fa a Lula

11 Settembre 2013
1 Commento


Andrea Pubusa

 

 

Quell’11 settembre 1973 ero a Lula con Piero Marcialis. Perché a Lula e perché con Piero? In quel tempo la Sir di Rovelli intendeva installare uno stabilimento chimico a Lula come contraltare della creazione per mano pubblica del polo di Ottana. Era la “guerra chimica”, combattuta in Sardegna, con una guerra di posizione che tendeva a un bilanciamento tra settore pubblico e privato. A Lula Rovelli, arrogantemente, aveva già messo in moto le ruspe. Chi mai avrebbe pensato ad un’opposizione del piccolo Comune? Ed invece l’imprevedibile è accaduto. Il sindaco, un falegname di orientamento sardista, sostenuto da una maggioranza di sinistra, si oppose all’insediamento SIR non rilasciando le autorizzazioni necessarie. Davide contro Golia. Tanto più che tutta la Sardegna che contava era per la SIR. Rovelli, fra l’altro, era il padrone de L’Unione sarda. Piero Marcialis ed io eravamo lì per dare una mano a Davide, in missione politica, quali dirigenti regionali del PDUP, che a Lula aveva un nucleo molto agguerrito, guidato da un giovane compagno di nome Calia. Fu così che l’11 settembre di quarant’anni fa a Lula, Piero ed io, fummo colti dalla notizia del golpe. Non fu una sorpresa. Le manovre erano iniziate da molto tempo. La DC cilena, nei suoi settori reazionari, appoggiava le manifestazioni della destra, volte a paralizzare l’economia del Paese. Nixon e Kissinger sostenevano apertamente il golpe per punire Allende, che aveva nazionalizzato le miniere di rame, mandando a casa i padroni USA. Non fu una sorpresa, ma una mazzata forte sì. Allende poi era un leader particolare. Di grande dirittura morale, voleva il socialismo, ma intendeva affermarlo per via democratica, col consenso popolare. Per questo la sua esperienza suscitò molto interesse e simpatia in Italia e in Europa. Per noi della sinistra c.d. extraparlamentare di allora era un esempio, poiché la via cubana sembrava impraticabile in Europa, mentre il socialismo reale dell’est non era certo nei nostri sogni. Non ci piacevano però neppure quei leader italiani ed europei, che sostanzialmente, avevano abbandonato l’idea del socialismo.
Fu un colpo tragico. Ma tutti, e anche Piero ed io coi compagni di Lula, c’impegnammo a mobilitarci per la libertà dei cileni. Ed abbiamo mantenuto fede a quell’impegno. I democratici cileni hanno avuto dalla sinistra italiana un appoggio fermo e continuo e il Cile è sempre nei nostri cuori. Il Presidente Allende è una figura che non è stata mai dimenticata. Con Piero Marcialis, per rimanere in tema di libertà, ci siamo reincontrati non molto tempo fà in occasione delle iniziative in ricordo dei martiri di Palabanda. Piero ha composto e recitato un testo molto bello a Palabanda (Orto botanico) dove aveva casa Salvatore Cadeddu, il capo dei congiurati e la congiura fu preparata; mentre io per tutto il 2012 ho prestato molta attenzione nella mia attività culturale a quei fatti. Insomma, il nostro l’impegno democratico non è mai cessato in questi tormentati 40 anni.
Nel 1973 viveva a Cagliari come studente Octavio Abarca Castelli, cileno-italiano, che vedo tutti gli anni quando viene in vacanza in città da Santiago. Mi dice, preoccupato, che in Cile la transizione è avvenuta senza rotture. La macchina statale ed anzitutto le forze armate sono quelle di allora. Non ci sono state epurazioni o rinnovamenti. Anche la presidente Bachelet, che pure aveva visto assassinare il padre, generale fedele ad Allende, dai golpisti, non ha potuto niente contro questa strutturale presenza dei golpisti nei gangli dell’amministrazione. Non c’è stata, insomma, quella riflessione di massa che Mandela è riuscito a realizzare in Sud Africa. Dei tanti desaparecidos non si sa nulla in Cile, nonostante l’esercito conosca la verità.
Insomma, l’eliminazione di Pinochet, anzi il suo ritiro, è avvenuto senza sconfiggere le forze golpiste. Un po’ come in Italia col fascismo prima e col berlusconismo oggi.

1 commento

  • 1 Gianfranca
    20 Maggio 2016 - 17:33

    Fu quell’undici settembre che Lula ha dato vita alla sua Agenda 21 ,e come per altre cose è stata all’avanguardia

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