Clemenza per tutti e non per B.?

9 Ottobre 2013
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Andrea Pubusa

Confesso che anch’io, che pure non me ne frego e mi sono sempre interessato dei problemi del Paese, quando ho saputo della visita di Napolitano a Poggio reale, ho pensato al marchingegno per salvare B. E la sensazione mi rimane. E mi convincono di questo tre circostanze.
La prima: pur non negando la gravità della situazione delle carceri, del resto ben nota, il messaggio formale alle Camere, mai utilizzato da Napolitano, conferisce alle sue proposte una particolare forza  ed imprime una qualche vincolatività alle Camere sull’adozione delle misure proposte. E poi perché considerare solo le carceri e non le altrettanto pessime  strutture di accoglienza dei migranti? Dalla tragedia di Lampedusa non viene un urlo forte in questa direzione?
La seconda: il Presidente insiste sugli atti di clemenza, sulla loro necessarietà, anziché calcare la mano sugli interventi strutturali. In un clima generale di rimessione dei peccati, non essere clementi nei confronti di B. verrebbe assunto come un odioso comportamento persecutorio ad personam. Quindi, in un clima di buonismo generale, perché essere cattivi solo verso B.? Perché non compiere quell’atto finale di pacificazione, che Napolitano tanto auspica?
Terzo: dopo aver sparto a zero contro il governo e aver ritirato i ministri, B. ha fatto una clamorosa retromarcia con la sua dichiarazione di fiducia in Senato. Solo degli sprovveduti possono pensare ad un gesto folle del Cavaliere. Un calcolatore, scaltro come lui, un caimano non compie gesti assurdi. E’ più ragionevole credere ch’egli abbia ottenuto una contropartita sull’intera vicenda delle sue pendenze giudiziarie. Non si dimentichi che fra poco ci sarà l’appello per il caso Ruby (in primo grado sette anni e interdizione dai publlici uffici) e, subito dopo,  l’affaire De Gregorio, che non è meno grave. I provvedimenti invocati da Napolitano, visti in questo orizzonte più ampio, possono risultare decisivi per la salvezza di B., per avere sconti di pena ed altri benefici. Ecco allora il dietrofront del Cavaliere al Senato, che, senza contropartita, sarebbe puramente insensato.
Solo insinuazioni gratuite? Chi vivrà vedrà. Ma - diceva uno che ne capiva - a pensar male non si sbaglia.

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