Sovranisti un po’ tiepidi, anzi …allineati e coperti!

28 Marzo 2014
1 Commento


Amsicora

Ma che sovranisti siete mai voi? A parole enunciate i più grandi propositi di autodeterminazione nientemeno dei sardi e avete accettato di sottostare ad una alleanza sotto l’egida di una legge elettorale truffa che toglie alla metà dei sardi il diritto di voto. Non c’è bisogno d’essere sovranisti, basterebbe essere blandamente, sottolineo blandamente, democratici per dire che tutti i sardi devono essere messi in condizione di esprimere il diritto di voto senza paura di trucchi o dispersioni. Basta essere tiepidamente, sottolineo tiepidamente, sutonomisti per affermare che i 120.000 voti di sardi che alle urne sono andati devono avere rappresentanza. Voi siete sovranisti sulle spalle dei seggi che avete sottratto a sardi che rappresentano molto più di voi,  espressione solo di un furto di democrazia. Di quale sovranità volete essere campioni, se avete barattato per venti danari il diritto di rappresentanza di tanti sardi. Siete l’emblema della mancanza del semplice coraggio di rappresentare un punto di vista autonomo rispetto ad un partito di malandrini qual’è il PD. E siete fruitori di un patto truffaldino fra il PDL e il PD. E ne menate vanto, bollando di supponenza chi invece le sue idee le ha professate con orgoglio.
Cari sovranisti, che strani siete voi! Aprite bocca e occupate posti proprio in ragione della vostra più piatta subalternità alle centrali nazionali. Baciapantofole!
Lo so che vi sto maltrattando. Ma se ci pensate, è poco quello che vi ho detto. Perché la vostra subalternità è continuata e c’è già un’aggravante, siete recidivi. Mi sarei aspettato da voi come primo gesto dopo l’insediamento del Consiglio una riunione della Palacorda sarda, con alcuni obiettivi chiari e fermi, primo fra tutti quello di dare ai sardi una legge elettorale seria e deliberare le linee della battaglia anticentralizzatrice. E invece voi che fate? In ordine sparso, alzate la voce per carpire un assessorato o un posto fra i  questori, insieme a Giorgio Oppi o qualche vicepresidenza di Commissione. Che fulgida via di transizione alla sovranità! Che sentiero luminoso per la nostra soberania! Che orizzonte esaltante per le sorti della Sardegna!
Ma non basta. Non solo non unite le forze e lanciate la sfida alle forze centraliste, ma chinate il capo anche verso il governo di Roma. Renzi si propone di modificare il titolo V della Costituzione. Certo - direte - si può fare con le procedure previste. Ed è vero. Ma Renzi non va verso il sovranismo, va - cari sovranisti - verso il giro di vite nei riguardi delle Regioni. Un giro di vite a senso unico, di tipo statalista. Lo ha detto a lettere chiare e forti. Senza equivoci. E voi che fate? Mobilitate le vostre forze (si fa per dire!)? Manifestate la vostra opposizione ferma e dura? Non sia mai! Allineati e coperti. Mudus, balla!  Il sovranismo serve nei comizi domenicali e per carpire qualche briciola di seggio senza avere voti e per fottere seggi a chi i voti li ha presi davvero. La coerenza è la forza delle idee forti, Se manca quella, manca l’idea stessa. Così siete voi, senza coerenza e, dunque senza idee. Esagero? Magari! Vi sfido a dimostrare il contrario. Coi fatti.

1 commento

  • 1 T:D.
    28 Marzo 2014 - 15:15

    PENSIERI BREVI.
    SARDEGNA SENZA SANTI NE’ EROI
    T.D.
    Indipendentismo, federalismo, autonomismo, e da ultimo…sovranismo.
    Quest’ultimo concetto, cosa voglia dire, io, da studioso delle forme istituzionali, non l’ho ancora capito: nel dibattito giuridico non esiste proprio nessuno che accetterebbe di parlarne.
    Comunque, ancorchè formule tutte rispettabili, sono tutte rispettabilmente tediose, se non le incarna una coscienza sincera e rispettata, oltreché condivisa, dalla gente di Sardegna, quella vera, che lavora, o non trova lavoro, e comunque è sofferente e insofferente.
    Quest’Isola ha avuto, per tacer d’altri, Gramsci e Lussu. Forse per la sua causa servirebbero anche, oggi, uno Jan Palach o un Gandhi.
    Altrimenti tutto rischia di buttare solo in certus de gattus tra “poltronisti”.
    Quello che mi preme dire è questo. Io credo che i Sardi siano un’entità peculiare: vogliamo parlare di nazione, sia pur mancata? Va bene. Gramsci non si ribellerebbe.
    In un contesto diverso da quello retto dalla vigente e vivente Costituzione italiana sarei indipendentista. E comunque trovo il concetto di indipendenza abbastanza chiaro e onesto.
    Oggi sarei più propenso a una evoluzione federalista. Trovo chiaro anche questo concetto, non del tutto incompatibile con i principi fondamentali della Costituzione repubblicana.
    Sovranista non so assolutamente cosa voglia dire: è un modo nebuloso per non avere il coraggio di essere ne’ autonomista né indipendentista nè federalista. Intellettualmente non rientra nelle categorie della…trasparenza.
    Resta il fatto che i processi di autodeterminazione hanno vie obbligate per affermarsi.
    In certi contesti è stata necessaria la violenza rivoluzionaria contro un oppressore armato. In altri, persino contro un oppressore armato è stata efficace la non violenza praticata al limite dell’estremo sacrificio personale. Jan Palach o Ghandi.
    Io non credo alle vie violente. Ma quanti di noi oggi si darebbero fuoco per la causa sarda?
    E, scherzando un po’, ma non troppo, i nostri pur simpatici amici Muledda, Maninchedda e, senza offesa, Murgia Michela e seguaci vari, sembrano propensi al digiuno sacrificale?
    Per tacer d’altri e di noi stessi.
    Insomma, è un’Isola, questa, attualmente sprovvista di santi e di eroi.
    Non so se è un bene.

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