Caro Amsicora, alle europee votiamo le nostre idee

18 Aprile 2014
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Emanuele Pes

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento, che contesta le conclusioni dell’articolo di ieri di Amsicora sul M5S. Il post pone una questione che agita molti compagni/e della sinistra.

Anche se verosimile, non è così scontato il fatto che il M5S, secondo partito, determini il superamento eclatante della proposta di legge elettorale R/B, forse invece si rafforzerebbero i termini di un accordo ad excludendum nei confronti del movimento. Cambierebbe sì il quadro politico e, cosa buona, aumenterebbe il peso specifico dell’opposizione in Parlamento. Certamente Forza Italia ne uscirebbe molto ridimensionata. Alfano potrebbe ottenere la reintroduzione delle preferenze nella legge elettorale. L’insieme dei partiti politici del centro-destra continuerebbe ad essere maggioranza in Italia (così come lo sono in Sardegna). E Renzi si dovrebbe confrontare con loro, o almeno tenerne conto.
La presenza del M5S ha rappresentato in tutta questa legislatura un elemento positivo nel complesso, e sono convinto che la sua partecipazione alle elezioni regionali sarebbe stata un bene per la democrazia sarda.
Ma, caro Amsicora:

1) sia pure dentro una sostanziale coerenza del M5S, e condivisibilità di molte battaglie, molto è così incidentale, così aleatorio, molto sembra dipendere da un sì o da un no di chi ha la disponibilità proprietaria del simbolo, del contrassegno della lista di candidati, cui segue la sottoscrizione dei cittadini che ne vogliono la presentazione come lista. Il simbolo vale più dei cittadini candidati, e forse anche dei cittadini sottoscrittori. E’ successo altre volte, si dirà. Dopotutto è anche così che nasce il voto di lista, il sostegno politico libero dall’obbligo di sostenere un candidato in particolare (quando e dove si possono esprimere, le preferenze).
Ma a me pesa un po’. Preferirei una lista nella quale la delega per l’utilizzo del contrassegno sia conferita da un rappresentante pro tempore in virtù di una designazione almeno formalmente democratica. Non è un grande problema, su un livello diverso e neanche lontanamente paragonabile alla gravità della distorsione e negazione della rappresentanza causata dalle legge regionale denunciata dagli amici e compagni ricorrenti al TAR. Però sarebbe una mia preferenza.

2) il risultato delle europee avrà, come detto, la sua ricaduta sul quadro italiano. Volere predeterminare l’esito di massima, complessivo, di questa ricaduta rappresenta una possibilità, un’opportunità, un obbiettivo, comunque lo si voglia definire, legittimo. Per una volta, però, che votiamo col proporzionale e abbiamo la possibilità di fare aderire il nostro voto, sia pure per approssimazione, alle nostre singole posizioni politiche, perché dovremmo votare con la testa orientata verso una sorta di paramaggioritario? Perché esiste la soglia di sbarramento, che rischia di vanificare tutto? Ma tra rendere più utile il risultato delle elezioni europee in funzione del quadro italiano e ottenere un risultato politico  autonomo della sinistra sarda e italiana in funzione europea, preferirei quest’ultimo e vorrei che, nel corso della campagna elettorale e del voto, lo sbarramento si superasse.

3) Caro Amsicora, dai, no, a votare M5S proprio non ce la faccio…

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