Ancora 25 aprile: i giovani ricordano la Shoah

29 Aprile 2014
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Gianna Lai
Oggi alle ore 17,30, presso la Società di mutuo soccorso n. 80 in via XX settembre, si chiudono a Cagliari le iniziative in occasione della Liberazione dal nazifascismo con un dibattito sul tema: “Le donne, la Resistenza e il voto dal 1946″. Nella speranza che il dibattito evochi anche il voto per le regionali del 16 febbraio scorso, che, in contrasto col dettato e lo spirito della Costituzione, ha mandato in Consiglio regionale solo 4 donne su 60 componenti, noi ricordiamo, di seguito, una bella iniziativa romana sulla memoria.  

Si chiama  ‘I giovani ricordano la Shoah’, ed è una bella  Mostra sui lavori dei nostri studenti, allestita all’inizio del 2014 nel Museo di Roma in Trastevere, con la collaborazione dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane. In esposizione settanta lavori selezionati tra le scuole partecipanti fin dal 2002 al Concorso che porta lo stesso titolo, e che dimostra il forte impegno di ragazzi e insegnanti nella ricerca storica, e la particolare attenzione da loro dedicata alle  vicende di questo travagliato Novecento. La guerra e le persecuzioni nazifasciste in Europa, una grande varietà di lavori, per un tema così importante e significativo, costruiti tutti in modi diversi, e con  tecniche e scelte artistiche le più originali. Dai cartelloni e disegni a mano, ai lavori grafici e pittorici, ai quadri a olio e alle installazioni, ai filmati in dvd, fino alle ricerche di carattere storico-documentale, spesso corredata da fonti inedite, rinvenute nel territorio di appartenenza. La ricchezza dei lavori è visibilissima nella  classificazione tematica che vuole rendere agevole il percorso del visitatore, e che  si sviluppa a partire da ‘Le Testimonianze’, bambini di oggi di fronte alle vicende dei coetanei di quel tempo, ‘Le  leggi razziali del 1938′, bambini e ragazzi ebrei costretti a lasciare la scuola e a cambiare abitudini di vita,  ‘Il ritorno dei sopravvissuti’, difficoltà del raccontare e necessità della memoria, ‘La resistenza ai nazisti’, storia e immagini della rivolta nel  Ghetto di Varsavia. Una memoria vissuta e partecipata, resa vitale dalle voci narranti dei bambini e dei ragazzi, e dalla presenza di tanti visitatori fortemente motivati e interessati.
In particolare la Scuola Primaria, con i lavori di ventitrè Circoli Didattici distribuiti in tutta la Penisola,  si caratterizza per l’uso del colore, sia nei cartelloni ispirati alle storie dei bambini del Ghetto di Terezin, sia nelle composizioni di stoffa che si ispirano alla storia di ‘Jona che visse nella balena’. Così nelle poesie e  negli scritti redatti in forma giornalistica, o di calendario, o di album, che raccolgono le interviste ai sopravvissuti, e i pensieri e i disegni ispirati dai racconti dei testimoni. Come quello  della Scuola Primaria di Nuoro sulle narrazioni della memoria, o quello di Genova sugli alunni ebrei perseguitati dai nazifascisti nella città. E poi i contenitori e le cassette che conservano oggetti di vita quotidiana, lettere, giocattoli, quaderni e libri. E la riproduzione della valigia di Hana Brady, la bambina deportata. E l’aquilone  dei bambini di Verona, coi suoi anelli colorati, che vuole innalzarsi libero nel cielo. 
  Variamente articolati i lavori della Scuola Media, con una visione più complessa della Storia del tempo, già  nella riproduzione del treno per Auschwitz in cartone, drammaticamente accompagnato da importanti e indimenticabili citazioni. E nei numerosi e grandi manifesti, che sviluppano ciascuno un tema diverso, e in una sorta di trittico in tela che vuole rappresentare l’essere umano di fronte alla violenza, ‘ il mio nome era 174517′, ‘ noi non resteremo a guardare’. E poi un vero e proprio epistolario ispirato da racconti e letture svolte in classe, e la valigia rivestita di fotografie dell’epoca, piena di oggetti evocativi la vita nel campo di concentramento e, bellissimo, il fumetto sul ‘Giusto fra le Nazioni’. E un album che riporata le illustrazioni della discriminazione, e il Giornale della memoria, e  un coloratissimo libro di ricerca storica, e una raccolta di poesie e pensieri ancora ispirato a Teresin. E un Diario di Anna Frank, infine, che si conclude in maniera diversa rispetto alla storia della giovane studentessa.
La Scuola Media Superiore sembra voler esprimere la metafora di un’Europa in progresso, che arriva fino ai nostri giorni, negli importanti  disegni ispirati alla lettura di Primo Levi, negli oli su tela dell’Istituto d’arte di Galatina (in provincia diLecce), nel lavoro del Liceo Artistico di Potenza, e poi nell’acrilico di quello di Catania, e in quello di Enna, e nelle stampe, ancora, dell’Artistico di Genova. Davvero originali i calligrammi di Ancona, e bello il plastico dell’Ottone  Bacaredda di Cagliari, che riproduce il ghetto di Varsavia. Tutti gli elaborati grafici testimoniano, insieme alle raccolte di lettere, la resistenza degli ebrei contro il nazifascismo, mentre nei saggi viene descritto il difficile ritorno dei sopravvissuti, attraverso attente ricerche sul territorio. Così nei cortometraggi evocativi delle leggi razziali,  esposti in varie parti della mostra, a fianco a quelli della Scuola Primaria e della Scuola Media.
Emoziona la fantasia e l’immaginazione dei giovani di fronte a una materia così coinvolgente, e l’ampia conoscenza  storica che sa rielaborare la giusta indignazione, al fine di  costruire una visione critica del mondo, alimentata da sempre nuova e profonda umanità. E poichè in tutte le scuole d’Italia si dedica molta attenzione alla storia della Shoah,  dalla Giornata della memoria il 27 gennaio, fino alla festa della Liberazione il 25 Aprile, e alla storia della Seconda guerra mondiale e delle persecuzioni nazifasciste, sarebbe interessante rendere questa Mostra itinerante, e portarla in giro per tutto il Paese. Un sacco di gente imparerebbe un sacco di cose che non sa, e che neppure pensa di dover sapere. A partire dai nostri governanti vogliosi di  stravolgere la Costituzione e le regole della Repubblica, che di quella sofferenza e di quella resistenza sono  ancora oggi il frutto. Fresco, e ancora fecondo e rigoglioso, come l’intreccio di fiori colorati che, nella copertina del catalogo, rompe la corona nera di filo spinato  e riapre alla speranza: ‘I giovani ricordano la shoah’. Dieci anni di memoria attraverso le opere degli alunni delle scuole italiane. Museo di Roma in Trastevere, 22 gennaio-16 febbraio 2014.

1 commento

  • 1 cristina Pinna
    30 Aprile 2014 - 10:17

    Chiara e cinvolgente la descrizione di questa mostra che testimonia la validità della scuola e il suo impegno pedagogico .
    Educazione civica significa anche memoria di un passato (non tanto lontano) in cui è stato necessario resistere e lottare per l’affermazione di quei principi riconosciuti nella nostra Costituzione
    La mostra meriterebbe di essere vista da tutti gli studenti delle scuole italiane; per questo mi associo alla proposta di renderla itinerante

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