La storia sarda? Bepi Vigna ce la narra a fumetti

5 Giugno 2014
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Gianna Lai

Uno schermo per vedere direttamente come cambiano i quadri e le immagini, e come sono diverse le tavole, a seconda del periodo trattato, dei luoghi e della storia. Parliamo di fumetti,  di un’espressione letteraria che si fonda sul cambiamento  della grafica, e dei colori, e del racconto, e dei personaggi, a seconda del disegnatore e del narratore.  Tanti gli autori, sotto la responsabilità di Bepi Vigna che, per gli ‘Amici del libro’, presenta la bella raccolta in 16 volumi della ‘Storia della Sardegna a fumetti’, dai mesi scorsi in edicola.  Destinata a lettori, e scuole, e studenti, che volessero rileggere e approfondire il nostro passato, è ancora in vendita nell’isola, avendo già riscosso un buon successo.
‘Io e Angela Cotza, dice Bepi Vigna, abbiamo operato con altri allievi, una squadra di giovani artisti, alla costruzione di testi che potessero incuriosire i lettori. Ho lavorato alle sceneggiature insieme ai colleghi sardi, sceneggiatori e scrittori, avendo come riferimento il fumetto avventuroso. L’epopea delle rivolte angioiane, per esempio, e la storia di Arquer e, ancor più avventurose, le battaglie contro i Cartaginesi. E poi il periodo Giudicale e Eleonora d’Arborea e, il  vero protagonista, Brancaleone Doria. Storie di vendetta e di punizioni, gli elementi dell’avventura rappresentati nel fumetto, e così, proprio seguendo il filone avventuroso, abbiamo parlato più delle vittorie che delle sconfitte di quei popoli. Per certi periodi invece, più difficili da affrontare, il Neolitico e il Nuragico ad esempio, ci siamo concessi uno spazio diverso di  invenzione, e ancora nuovi racconti. Naturalmente sempre  dentro un quadro storicamente attendibile, grazie all’aiuto diretto degli storici, che fondano il loro intervento sull’uso delle fonti’. E mentre cominciano a scorrere le Tavole, ‘abbiamo immaginato un personaggio narratore, prosegue Bepi Vigna, che accompagnasse il lettore e  contribuisse a creare quel processo di identificazione, così necessario a far nascere la passione per la storia e per il racconto’. E fa un esempio con la Tavola disegnata da Stefano Costa sul Neolitico, così come appare ora sullo schermo della sala. ‘Abbiamo intanto scoperto che il Neolitico  fu periodo di grandi trasformazioni,  si coltiva la terra, si creano i primi tessuti e le prime vesti. E, per  dare un’immagine più accattivante e complessa, ci siamo allora presi la licenza di inventare un eroe con fattezze buone, mantenendo tuttavia l’assoluto rigore della storia. Per quanto riguarda il periodo Nuragico, Ilio Leo è il disegnatore dei fumetti che vedete in questa immagine, volevo sfatare l’idea di quei popoli che non amano il mare, avendo tutti noi appreso dai testi degli anni Sessanta, che i nuragici furono invece un popolo di navigatori. Perciò abbiamo disegnato  accanto a loro le navi, come testimonianza delle nuove acquisizioni da parte dei ricercatori e degli storici.  E poi abbiamo voluto addirittura immaginare il loro immmaginario, sempre aiutati dagli studiosi che ci davano le informazioni giuste, usando poi la nostra fantasia e i nostri disegni per interpretare  le paure e i sogni e i desideri di quelle popolazioni’.
Vigna descrive quindi la 3^ Tavola, il periodo Punico e il tempio di Cartagine, ‘ci siamo rifatti ai disegni di Calenzano in Cabiria, li abbiamo presi e rielaborati a modo nostro, mentre in questa 4^ tavola, appare la Sardegna invasa dai Vandali, e si tratta di una narrazione più didascalica, che non rinuncia tuttavia all’espressione umoristica. Nella 5^, sulla storia di Arborea, potete notare i tratti di un disegnatore sicuramente adatto ad attrarre l’attenzione dei più giovani’. Cupa la Tavola successiva, nei toni e nei colori, sulla Controriforma e  la persecuzione di Arquer, con la Sardegna sotto la morsa del feudalesimo. E giunge la storia fino alla contemporaneità, l’ultima immagine  dedicata alla Tavola dell’ eccidio di Bugerru, la Sardegna mineraria di quel tempo. Per chiudere con il Novecento, con Antonio Gramsci e con Grazia Deledda.  ‘La nostra iniziativa è stata molto gradita. Si pensa ora ad una nuova uscita per gli studenti della Sardegna, dice Bepi Vigna avviandosi alle conclusioni, ma quello che conta tuttavia, al momento, è il processo che si è sviluppato in questi mesi, l’aver messo insieme giovani talenti sardi, per una narrazione di storie dentro i fatti, dentro la storia della Sardegna.  Lo sviluppo cioè di un discorso che man mano ha preso corpo e si è concretizzato nel lavoro di tutti. E che potrebbe avere ancora un seguito, per una conoscenza della Sardegna fuori dallo stereotipo deleddiano, così come è stata assorbito dall’intero Paese, e fatto proprio dagli artisti del Novecento isolano. E tramandato poi nelle opere e nelle immagini di pittori e scultori, con la pretesa ancora oggi di  ritrovarlo intatto. La nostra storia vuole rimettere in discussione questo modello, per contribuire ad una conoscenza della Sardegna così come è, nei passaggi significativi dall’antichità all’età moderna.
L’altro aspetto importante è la crescita della nostra esperienza culturale in tale contesto, prosegue lo scrittore. In vista anche di un prossimo progetto della Scuola dei grafici e degli illustratori, a partire dal Centro internazionale del fumetto di Cagliari, che per la Sardegna è luogo fondamentale di incontro fra artisti di provenienza la più varia. Cambiano le strutture narrative e il nostro immaginario, attraverso l’uso di strumenti interattivi, videogiochi e nuova tecnologia: l’atteggiamento aperto fa bene alla cultura.  E il fumetto è un codice, è una forma espressiva importante, e se prima non era abbastanza evoluto il suo linguaggio, oggi  tutto il fumetto del mondo  esprime testo poetico e approfondimento psicologico. Lo constato tutti i giorni, nulla mi dà la possibilità di sviluppare il discorso come il fumetto, rispetto alla scrittura di libri o alla sceneggiatura di un film.  E lo stesso Gramsci, che rimproverava agli intellettuali di non aver saputo saldare un legame col popolo, per costruire una nuova letteratura popolare, avrebbe potuto conoscere, se fosse  vissuto più vicino a noi,  come lo sviluppo del fumetto divenga, nel corso del tempo, racconto popolare italiano.  Penso alla rilettura della storia della Sardegna nella scuola, penso alla ricerca storica, che ha bisogno di fonti da confrontare, per giungere a formulare e a discutere contenuti critici. E penso a questa nostra rielaborazione come  punto di vista contemporaneo, formulato attraverso un lavoro appassionato, e del tutto originale, di confronto con gli storici. Scrittura e  immagini che facilmente intercettano la cultura dei giovani, e che vogliono esprimersi partendo dal loro immaginario, per arricchirne di nuovi significati, di nuove interpretazioni, le conoscenze. Storie per rendere la storia più comprensibile, sapientemente intrecciando racconti  e vicende tra loro, come segno di grande leggerezza’.

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