Indipendenti nel PD? Per loro un rischio grave

16 Giugno 2014
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Amsicora

Chi, se è fuori dalla politica, si fida ormai a candidarsi col PD? Ti chiedono di metterci la faccia per nascondere allegra amministrazione, appropriazioni indebite, peculati e malaffare vario, timettono in mezzo ai loro traffici e poi cosa fanno? Ti scaricano. Così tu sei il malvagio e loro sono i buoni. Povero Orsoni, ha pensato che dire la verità potesse consentirgli di continuare il mandato. In fondo la sua è stata una leggerezza, ha lasciato fare ai dirigenti del partito. Ma il PD di Renzi gli mostra la sua perfida filosofia: fin tanto che neghi sei presunto innocente e fino alla Cassazione puoi stare in sella. Poi si vedrà. Se, puta caso, ci scappa la prescrizione sei immacolato e salvo. Solo la condanna può metterti fuori gioco. Vedete la Barracciu? E’ sempre in sella perché nega, anche se dicendo, a sua discolpa, tante cavolate da far sbellicare dalle risate la Sardegna e anche il Continente. Però non confessa, ergo è innocente, almeno presuntivamente.
Povero Orsoni! Al tempo c’era ancora Bersani, sembrava ci si potesse fidare. E invece il marcio era già a livelli impensabili, come quando il cancro è ormai diffuso, Ecco perché nessuna terapia sembra poter salvare il PD. I mitici 101 sono la vera anima di questo partito. E Renzi, in fondo, mentre invita a denunciare il malaffare, dall’altro dice di non confessare, di non dire al giudice la verità, pena la defenestrazione. Il partito protegge i furbi, non chi, pentito, collabora con la giustizia, facendo nomi e cognomi. Se perciò fino a ieri era possibile candidarsi nel PD come indipendenti, oggi, è pericoloso. Il fatto stesso di accettare quella compagnia è segno di disponibilità al peggio, ossia a peccare o con azioni o anche con semplici omissioni. Insomma, chi va con lo zoppo, è disposto a zoppicare. E, assalito da questa consapevolezza, penso con ansia e preoccupazione al buon Pigliaru. E a tanti come lui (Orsoni, in fondo, non era diverso) che lasciano, seppure momentaneamente, la cattedra per servire il Paese, la Regione o il Comune come indipendenti. Lo fanno convinti che il PD sia l’ultima versione, aggiornata e corretta del PCI. Attenti non è così! l PD non è il PCI e neppure un suo lontane parente, è diverso il DNA! E, dunque, mentre prima, come ai tempi del buon Palomba, al più potevi fare un’esperienza politica non esaltante, ma non finivi in manette, oggi rischi di perdere la libertà e la dignità. Rischi di rimanere bollato d’infamia vita natural durante. Oggi, se sei docente, corri il pericolo di non poterti più presentare davanti ai tuoi studenti, che, essendo giovani, mal tollerano i falsi maestri. E non solo quelli che lo sono in proprio, per indole e propensione, ma anche quelli che lo diventano per aver sbagliato nello scegliersi la comppagnia politica. Francesco, stai in campana! Orsoni docet.

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