Da SuperMario a Marietto

8 Febbraio 2015
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Amsicora

Dall’altare alla polvere. Il tutto in poco più di due anni. Tanto è durata la meteora politica di Mario Monti, che nel dicembre del 2012 annunciava di voler “salire” in politica ed oggi assiste all’addio di altri otto senatori che da Scelta Civica migrano nel Pd.
Quando era il salvatore della patria sull’orlo del baratro finanziario per la crisi del debito sovrano, tutti i politici correvano da lui, tutti i media plaudivano. Sapete che in quel periodo non uscivo più di casa, non incontravo compagni ed amici, e sapete perché? Perché dir male di Monti  (e io ne dicevo) era come parlar male della Madonna in Chiesa. Ora questo leader di carta, inventato da un Presidente per scansare le elezioni che avrebbero dato il Paese a quel sovversivo di Bersani, è un reietto, viene abbandonato da tutti, dal suo stesso partito. Addio Mario bello, gli amici van via…
Ricordate la stampa di regime, quella che ora canta le lodi di Renzi e Mattarella? Più che un uomo descrivevano un deus ex machina o un superman, se preferite. E tutti dovevamo amarlo. Lui, sull’onda  dello spread a 575 punti base, annuncia ‘’sacrifici” ai soliti noti, lavoratori, pensionati e disoccupati, e tutti i media ad applaudire. Il 4 dicembre vara il ‘Salva Italia’ che mette in braghe i pensionati, e tutti a santificarlo. Durante la conferenza stampa in cui Elsa Fornero scoppia in lacrime, tutti pensano che lo faccia per compassione verso i malcapitati lavoratori italiani e invece no, lo fa perché ha finalmente realizzato un sogno, punire i pensionandi, sogno che accarezzava da anni nei suoi studi all’università di Torino. Lacrime di felicità, non di dolore. Picchia sulle pensioni e inventa il problema degli ‘esodati’ è tutti i media a battere le mani.
Poi, su pressing della Germania i provvedimenti su concorrenza, liberalizzazioni e semplificazioni. Indi, in sequenza, il massacro dei diritti dei lavoratori con la controriforma del mercato del lavoro. Sfregia anche l’articolo 18 per far vedere che lui è un duro, che non teme nessuno. Ma è solo propaganda e i mercati tornano ad infiammarsi. Lo spread si impenna, la borsa crolla. Per fortuna arriva un aiutino d’Oltralpe. La Francia apre le porte dell’Eliseo a Francois Hollande. Ora c’è un alleato a Parigi e Monti lancia l’idea di uno ’scudo anti-spread’. Mette la proposta sul tavolo del vertice Ue a fine giugno e pur di farla passare non esita a minacciare il veto sul patto per la crescita fortemente voluto dalla Merkel. Guarda caso, il braccio di ferro diplomatico si consuma la sera in cui l’Italia batte 2-1 la Germania nella semifinale europea con due reti di Balotelli. Duplice doppietta: i due  SuperMario nostrani sbancano la Germania. Anche Monti supera l’ostacolo tedesco e qualche ora dopo può annunciare l’intesa sullo scudo anti-spread.
I giornali inneggiano ai due ’super-Mario’. Poi ancora difficoltà, ma arriva l’estate che tutto addormenta. Trascorre senza la temuta tempesta finanziaria e Monti, al rientro, si concentra sulla legge di stabilita’. A sorpresa propone l’abbassamento dell’Irpef. E’ il primo indizio delle sue ambizioni politiche che, nonostante la contrarietà di Napolitano, manifesta il giorno di Natale quando con un tweet annuncia di voler ‘’salire in politica”. Il 4 gennaio presenta Scelta Civica. Tutti pazzi per Mario? Qui non siamo nel mondo virtuale creato dai media devoti. Supermario scende da cavallo e inizia a camminare a piedi e a mostrare il fiatone. Di quella campagna elettorale dell’uomo col loden verde si ricorda solo l’apparizione in tv di Empy, cucciolo di Mario, omologo del bel Dudù di Silvio. Ed ecco cosa pensano gli italiani di questo pallone gonfiato: Scelta Civica si presenta con Udc e Fi e raccoglie meno del 10%. Un plof, stando all’aspettativa di sfracelli. Poi è storia vera, non artefatta dai media. Monti non è un leader, è un grigio prof., triste e privo di fascino. Carisma zero. Poteva avere visibilità con Letta-nipote, grigio come lui. Forse con Bersani, che non lo avrebbe mortificato. Ma ecco che arriva SuperMatteo, questo sì finalmente extra. Tutti pazzi per lui, e Mario scompare. Non serve più ai potentati finanziari e ai voltagabbana della politica italiana. Ci pensa Matteo ora al lavoro sporco. Mario torna coi piedi per terra, come prima della chiamata di Napolitano su suggerimento di chissà chi. Ora è a fine corsa, dalla politica può scendere. Da SuperMario a Marietto.

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