Democratico o cosa nostra? Il PD secondo Soru

17 Luglio 2015
Nessun commento


Andrea Pubusa

Quando Mister Tiscali entrò in politica, una compagna che stravedeva per lui, mi invitò ad un incontro. “Dove“? Chiesi. In una sede di Soru, rispose. Declinai l’invito. L’idea di recarmi ad una riunione politica, dovendo chiedere il permesso al padrone di casa, mi sembrava bizzarra. Il padrone - ho pensato - se mi ammette, può anche escludermi. Ed io, che sono sempre stato impertinente (in politica, s’intende), provavo difficoltà ad immettermi in questa strana realtà. Ho trascorso la vita facendo raccolta di fondi per la stampa di sinistra e per le nostre sedi, come presupposto della nostra  e altrui libertà, ed ora il nuovo verbo della sinistra sarda mi si presentava come su meri , il padrone. Sono rimasto alla larga  e il tempo, galantuomo, mi ha dato ragione.
Soru poi ha fondato vari movimenti (Progetto Sardegna, Sardegna democratica) tutti di sua proprietà e così anche nei giornali, che ha fatto e disfatto secondo il suo interesse e comodo (l’ultimo quello diretto da Giomaria Bellu).
Ora riunisce il PD  e il vertice di centrosinistra al suo paese, a Sanluri. Direte, che c’entra? Seddori è centrale, è facile da raggiungere. Ma Soru ha anche spostato la sede del PD vicino a casa sua, abbandonando la sede storica di via Emilia. Obietterete: anche in questo che c’è di male? Basta con s’antogoriu della sinistra, via Emilia era una sede collettiva, un simbolo di uno sforzo corale dei compagni per avere spazi adeguati per l’attività politica, oggi prevale la visione leaderistica. Anche le sedi devono lanciare messaggi diversi. Comprendo. Ma lui,  Soru, sposta la sede vicino casa, fissa le riunioni regionali nel paesello natio, allarga la pretesa di comando nella giunta e nei singoli assessorati.  Cosa vien fuori? Un partito padronale. Una novità? In Italia non proprio. L’ex cavaliere docet. Il partito del futuro? Non direi. In grande ricorda le ottocentesche consorterie, riunite intorno ad un notabile, la situazione precedente all’avvento dei grandi partiti di massa, espressione più avanzata di democrazia.
Ed allora perché affannarsi tanto a interrogarsi sul senso della riunione del vertice di Sanluri? Perché ricercarne il senso? Perché chiedersi se c’è o no un rilancio dell’azione della giunta? Sanluri ha solo un significato: vuole essere un segnale simbolico forte della natura padronale del PD secondo Soru, della volontù di costui di allungare le mani sulla giunta. Ma non spaventatevi, Soru, dove è passato in politica, ha fatto solo disastri. Chi di voi è così folle da essere interessato alla vicenda, abbia solo un po’ di pazienza. Fra non molto potrà raccogliere i cocci.  

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento