Lirico: L’Unione prima uno scoop fasullo… poi due!

13 Gennaio 2016
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Amsicora

L’Unione fa prima uno scoop fasullo, poi fa uno scoop sullo scoop, ergo: due volte fasullo. Ricordate? A caratteri cubitali l’Unione ha riferito, sulla inchiesta Zedda bis, della revoca del sost. Pilia da parte del Procuratore capo Mauro Mura un attimo prima di chiudere l’ultima volta la porta del suo ufficio per andare a godersi la meritata pensione. Ieri ha riferito nientemeno delle revoca… della revoca, ad opera del Procuratore capo facente funzioni Gilberto Ganassi. Nuovo scoop: “ribaltone!“, strilla L’Unione.
La prima notizia ha suscitato vasta eco e molte perplessità e questa seconda anziché mitigarle, le accentua. Dalle notizie de L’Unione traspaiono due scontri: uno fra il procuratore capo Mura e il suo sostituto Pila, l’altra tra il nuovo e il vecchio procuratore capo. Insomma, una conflittualità incrociata e insanabile, una procura di fazioni, di serpenti e di veleni.
In realtà, leggendo attentamente la sequenza degli atti, si comprende la portata della vicenda. Mauro Mura non revoca alcunché, non toglie l’inchiesta bis a Pilia, semplicemente gli chiede conto di alcune questioni attinenti all’indagine. Una richiesta di chiarimenti, forse, più che una contestazione di addebiti. Pilia risponde con una memoria illustrativa dell’attività svolta e allega i faldoni di supporto. Insomma, siamo in presenza dello schema procedurale classico, in cui il provvedimento finale è di là da venire, perché viene assunto dopo l’esame della spiegazioni o se si preferisce delle giustificazioni del sostituto. Stante il pensionamento di Mura, l’atto conclusivo del procedimento è stato assunto da Ganassi, che ha ritenuto appaganti le spiegazioni del dr. Pilia o comunque ha concordato con lui le mosse future in quella delicata procedura. Si ricordi che fra Procuratore capo e sostituti il rapporto ordinario è collaborativo, mentre è patologica la conflittualità. Quindi nessuna revoca e nessuna revoca…della revoca! E’ solo L’Unione che, dopo aver preso un granchio, anziché correggersi, ne prende un altro!
Ergo, tutto va ben, madama la marchesa. Forse sì, forse no. Bisognerebbe conoscere il contenuto della nota di Mura al suo sostituto Pilia, per capirlo. Come era legittimo supporre mancanze di gravità estrema, se Mura, come ultimo atto da Procuratore capo, avesse revocato l’inchiesta bis a  Pilia, così dobbiamo oggi ridimensionare il caso se il nuovo Procuratore, definendo l’interlocuzione avviata da Mura, ha ritenuto fondate le giustificazioni del dr. Pilia.
Sta di fatto che un’informazione imprecisa nelle parole, nei concetti e con titoli ad effetto ingenera preoccupazioni e riflessioni allarmate. Ci siamo cascati tutti, anche noi. Tuttavia, quelle preoccupazioni, allo stato delle informazioni disponibili, non sembrano giustificate o vanno ridimensionate. Vedremo. Rimane comunque un’esigenza e una domanda di massimo rigore della magistratura, poiché la vicenda giudiziaria è ora fortemente intrecciata con la vicenda politica comunale. Non sarebbe stato così se il PD, usando un unico metro, avesse chiesto un passo indietro a Zedda alla sbarra per una vicenda non certo encomiabile. Per molto meno ha. giustamente, appiedato la Barracciu, che, al tempo, non era neppure rinviata a giudizio e aveva vinto le primarie. Misteri della politica, più precisamente, della malapolitica! Sta di fatto che ora l’imputato è candidato alla carica di sindaco del capoluogo e l’esito del giudizio può rimettere tutto in discussione.
Ma torniamo a L’Unione e alla morale della nostra favola: i giornali più che lo scoop, devono cercare la notizia, devono offrire l’esatta descrizione dei fatti. E i titoli devono essere precisamente attagliati ai fatti. E in questo l’Unione indubbiamente ha mancato, non una ma due volte!

1 commento

  • 1 Tonino Dessi'
    13 Gennaio 2016 - 10:02

    Mi pareva, che qualcosa, nelle informazioni pubblicate, non tornasse. Però, se le cose stanno come precisi, Andrea, qualcosa continua a non tornare. Perchè è evidente, sì, che allora l’Unione Sarda ha anticipato e amplificato una bufala. Tuttavia la notizia dell’improbabile “revoca” l’ha ripresa anche La Nuova Sardegna. Da dove, da chi, per quali motivi il termine “revoca” è saltato fuori? Un mero esempio di pessima professionalità e di mala informazione gridata, o il tentativo di montare un caso nel quale non si capisce se una stampa ormai poco attendibile ha avuto un ruolo proprio oppure se è cascata con tutti e due i piedi in un depistaggio (o in una messa di mani avanti, precauzionale) messo in atto da altri? Brutta vicenda davvero, questa del Lirico di Cagliari: possibile che questa pesante atmosfera riguardi solo aspetti legati semplicemente a procedure di nomina di uno a più sovraintendenti? O sotto c’è stato e c’è qualcosa di ben più grave? A me ormai, dei processi a carico del Sindaco, in quanto tali, praticamente non frega più nulla. Io vorrei sapere qual è l’iceberg che sta sotto un ormai evidente scontro tra poteri -palesi e non palesi- che non riguarda ipotetiche diverse concezioni sul ruolo della musica, del teatro come istituzione culturale nè il tono della programmazione degli spettacoli. Stiamo parlando di un ente che gestisce (e distribuisce) da decenni somme equivalenti a più di venti milioni di euro all’anno, prevalentemente di risorse pubbliche, vorrei sempre che non lo dimenticasse nessuno.

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