Quelli del sì mentono o sbagliano?

10 Ottobre 2016
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Lucia Pagella

Più si avvicina la data del referendum più il premier ed i suoi accoliti si producono in una serie di mantra che è difficile stabilire se dovuti ad ignoranza o ad inveterata abitudine a mentire. Uno in particolare  ricorre frequentemente e viene sfoderato quando gli autori della schiforma  vengono messi alle corde.
Si sostiene che si è posto mano solo alla seconda parte della Costituzione mentre la prima ( la più bella del mondo ) è rimasta inviolata.
Orbene chiunque sia dotato di un minimo di cervello sa perfettamente che i principi stabiliti nella prima parte e tutte le norme di carattere generale in tanto costituiscono diritto vivente in quanto vi siano le disposizioni che li rendono operanti. Queste norme rientrano nella seconda parte della Costituzione e delle leggi ordinarie connesse. La più importante fra queste è la legge elettorale. Ecco perché il combinato disposto della Costituzione come modificata e l’Italicum sono un unicum inestricabile.
Il rapporto fra la prima parte della Costituzione e la seconda e la legge elettorale è un rapporto strumentale. Se si cambia lo strumento che rende operante la prima parte è ovvio che questa ne venga modificata.
Purtroppo la nostra Costituzione non è mai stata interamente attuata perché molte leggi di completamento non sono mai state emanate. Basti pensare a quelle che avrebbero dovuto regolare partiti e sindacati.
La modifica che consegue allo stravolgimento della seconda parte è sicuramente la più grave : é’ inutile lasciare invariato l’art.1 che stabilisce che “ la sovranità appartiene al popolo ” e poi impedirgli  di eleggere i suoi rappresentanti al senato oltretutto in un contesto di accentramento di poteri.
La riforma della Costituzione attuale ha la stessa matrice politica di quella del 2006 e le stesse conseguenze di grave limitazione della democrazia solo che il fine viene raggiunto in modo più subdolo : non si parla più di premierato ( per evitare un’altra sicura sconfitta ) ma se si modifica la legge elettorale   consentendo i capilista bloccati ed un premio di maggioranza avulso dal risultato elettorale si raggiunge lo stesso risultato cambiando la sostanza : i cosiddetti rappresentanti del popolo saranno solo gli scherani di coloro che gli avranno prescelti  ed è del tutto utopico pensare che essi possano esprimersi diversamente da quello che suggerisce loro la voce del padrone. Ciò consentirà all’uomo solo al comando di fare e disfare la Costituzione a suo piacimento e secondo le convenienze del momento senza che i contrappesi attualmente esistenti possano svolgere la loro essenziale funzione di controllo. Vengono, infatti, svuotati di ogni potere sia il Capo dello Stato perché eletto da una maggioranza di servi che lo renderanno ostaggio del premier, sia la Corte Costituzionale che attualmente vigila sulla conformità delle leggi alla Costituzione perché questa  per un terzo é nominata dal Parlamento e per un terzo dal Presidente della Repubblica. Vale a dire che tutto rimarrà in mano all’esecutivo con buona pace del principio della divisione dei poteri che risale alla rivoluzione francese. Non c’è che dire un salto all’indietro di secoli!! L’opposizione avrà un ruolo solo di facciata e nessuna speranza di modificare le cose.
Poiché il premier ed i suoi sodali sono stati sgamati e persino la minoranza PD ha emesso qualche pigolio di protesta, il bomba si è detto disposto a modificare la legge elettorale ma non come ne quando. Sicuramente dopo il referendum.  Eppure tutte le teste d’uovo che non fanno parte della opposizione fanno finta di crederci e molti per dire si o no affermano di attendere questo miracolo. Purtroppo fra questi ci sono anche persone per bene come Bersani e Pisapia.
Andremo quindi a votare un referendum sulla riforma della Costituzione senza sapere come verranno eletti i deputati perché questo viene rimesso al buon cuore di Renzi e senza avere nessuna idea su come verranno scelti i membri del Senato per cui non ci verrà data nessuna scheda.
Ma niente paura : il noto costituzionalista e politologo Roberto Benigni, dopo essersi intascato trecentomila euro per gridare nelle piazze che questa è la Costituzione più bella del mondo nel corso dei suoi spettacoli  da guitto di lusso, ci ha detto che dovremo votare SI per evitare una sorta di Brexit. Verrebbe voglia di dire “ magari “ atteso che nonostante le catastrofiche previsioni l’Inghilterra sembra godere di ottima salute assieme alla Spagna che ha la fortuna di non avere un governo.
Ma vi è anche un altro mantra che riguarda i favolosi risparmi che la modifica del Senato ( talvolta spacciata per eliminazione dello stesso ) comporterebbe per l’Italia.
Come ha stabilito la Ragioneria dello stato il risparmio, al lordo delle spese che comporterebbe lo spostamento dei sindaci e dei consiglieri regionali in vacanza premio, ammonterebbe a circa quaranta milioni l’anno
in luogo dei cinquecento milioni di cui ha vaneggiato Renzi.  La Boschi, attualmente in tour propagandistico in Argentina per evitare che, dando fondo al suo personale stupidario, possa pregiudicare l’esito del referendum, aveva parlato di un miliardo di euro.
Ma sarebbe del tutto utopico aspettarci qualcosa di meglio da una classe politica che sta cuocendo a fuoco lento una legge di stabilità che – fatto unico nella storia del nostro paese – non ha ricevuto neppure la bollinatura dell’organo parlamentare preposto ed è stata considerata negativamente persino dalla Banca d’Italia per non parlare del Financial Time,  organo ufficiale di stampa dell’economia britannica
Che sia questo articolo un avviso di sfratto per Renzi? Berlusconi aveva ricevuto il benservito dall’Economist.
Non ci resta che sperare.

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