Al popolo del NO: buone feste, a gennaio ripartiamo

22 Dicembre 2016
1 Commento


Andrea Pubusa

Cari amici/e, cari compagni/e,

dopo la travolgente vittoria del NO abbiamo tenuto a Cagliari due incontri, uno pubblico ed uno del comitato, anch’esso, ovviamente, come tutte le nostre riunioni, aperto.
Abbiamo festeggiato insieme, com’era naturale, ma ci siamo anche interrogati sul futuro. E tutti abbiamo detto ch’esso non è tranquillizzante. Il 4 è sorto il sole, ma le nubi non sono scomparse all’orizzonte. Il trombettiere ha smesso di emettere il suo suono sgraziato, continuo e assordante, con grande pace delle orecchie degli italiani, ma nutre propositi di rivincita. Ha messo su un esecutivo con un suo scialbo e incolore maggiordomo, e lo ha riempito di tutti i personaggi più coinvolti nel tentativo eversore della Costituzione che il popolo italiano il 4 ha così chiaramente battuto. E’ una vera e propria sfacciata provocazione. Lui, la Boschi e gli altri continuano spudoratamente a mentire e a venir meno alle loro promesse: avevano detto che sarebbero spariti se gli italiani non avessero approvato la loro “epocale” e “miracolosa” riforma, capace di guarire perfino le malattie terminali, ma sono sempre lì ponti a riprovarci. Ecco questo ha preoccupato i più nelle due riunioni. Renzi può tornare all’attacco, aprendo a Berlusconi (verso il quale in raltà non ha mai chiuso) e insieme possono tentare di nuovo l’assalto alla Carta, che è la mission che i mandanti (poteri forti e centrali reazionari internazionali) hanno affidato, vanamente dieci anni fa all’ex cavaliere, ieri a Renzi.  Il pericolo, dunque, non è complertamente sventato, l’attacco può riproporsi con rinnovate forze. Ecco perché abbiamo deciso di non abbassare la guardia ed anzi di passare ad una nuova fase della nostra battaglia: un impegno fermo per l’attuazione della Costituzione a partire dall’abrogazion delle leggi che in questi anni l’hanno svuotata: leggi elettorali-truffa, jobs act, scuola, pensioni, sistema delle autonomie locali minori (comuni e province).
Abbiamo così deciso di non sciogliere l’esercito di volontari, ma solo di mutare il nome del nostro Comitato. Per sottolineare il passaggio dalla difesa all’attacco, abbiamo pensato di chiamarlo Comitato d’iniziativa costituzionale, proprio per delineare una fase d’iniziativa politico-cultuale forte sul terreno dell’inveramento dei grandi principi della nostra Carta: democrazia, sovranità popolare,  diritti fondamentali, uguaglianza, lavoro, servizi sociali.
Sul piano regionale, la situazion è altrettanto preoccupante. Pogliaru e Ganau, le massime cariche istituzionali, abdicando al loro ruolo, sono scesi al livello delle comparse, sciocche e subalterne. nella propaganda di Renzi e dei ministri. Hanno tradito le istituzioni del popolo sardo in nome di un intresse del loro partito, il PD, volto, fra l’altro, a cancellare le autonomie regionali in Italia e a togliere il diritto di voto al Senato. Un misfatto politico-istituzionale incancellabile, che condanna senza appello l’attuale gruppo dirigente regionale dinnanzi al popolo sardo. Su questo terreno il Comitato ha svolto un’intensa campagna culturale e politica, che ha messo al tappeto, Pigliaru e Ganau e i loro propagandisti sempre dalla parte del potere (i Melis, i Ciarlo, i Demuro in primis). Certo, dobbiamo ringraziarli, perché sono stati così poco credibili e perfino goffi nelle loro argomentazioni e nei loro comportamenti da averci facilitato il compito. Così si spiega, in larga misura,  quel 10% in più che il NO ha preso in Sardegna rispetto alla media nazionale.
Ecco perché intendiamo proseguire la battaglia, apprendo un fronte d’impegno sullo Statuto sardo, sulla specialità delle istituzioni del nostro popolo, lavorando, anche qui per una attuazione corretta e larga, a partire dalla modifica della legge-truffa elettorale regionale. Porremo attenzione anche alle esigenze di evoluzione dello Statuto, molto sentite in moltii strati dell’intellettualità isolana. Per questo, pensiamo di chiamare il nostro Comitato per il NO,  nella nuova fase che si apre, “Comitato  d’iniziativa costituzionale e statutaria“.
Come vedete, vogliamo fare politica alta, quella vera, quella che nei mesi scorsi intorno a noi ha mobilitato la “meglio sardità“, migliaia di sardi fin nei più piccoli paesi. E a questa battaglia per gli interessi profondi della nostra Isola noi chiamiamo ancora tutti all’impegno e alla mobilitazione. Non ci occuperemo, invece, di politica partitica o elettorale. Chi del Comitato vorrà partecipare ad elezioni nelle varie liste, ovviamente, è libero di farlo, ma il Comitato ne rimane fuori, muovendosi rigorosamente entro i limiti, già molto impegnativi e ambiziosi, della propria missione.
Ci rivedremo, dunque, l’anno nuovo a gennaio, per puntualizzare la nostra proposta e lanciarla pubblicamente a tutti i sardi di buona volontà. Ora un po’ di pausa, di pace e di riposo. Auguriamo a tutti un buon Natale e un felice anno nuovo.
Mi sia consentito, personalmente, di ringraziare tutti voi per l’appassionato lavoro dei mesi scorsi, di salutare fraternamnte tutte quelle donne e quegli uomini che nei paesi ci hanno accolto con entusiasmo e gentilezza, facendo un lavoro oscuro, ma preziosissimo, trasformando una sparuta pattuglia di volontari senza mezzi, senza stampa e senza tv, in una inarrestabile onda che ha trovolto e annichilito i nostri avversari. A tutti e a ciascuno di voi la democrazia italiana e quella sarda saranno perennemente debitori. Un ringraziamento particolare a voi miei allievi di ieri e di oggi. Dappertutto siete stati instancabili promotori di dibattiti e iniziative. Dappertutto mi avete accolto con amicizia, comprovando che la docenza rigorosa ed esigente, ma appassionata, dà, sul piano professionale e morale, risultati incancellabili alla società e a me una fonte perenne di sincero affetto. 
Bene, senza enfasi, posso dire che voi tutti, amici e compagnio del NO, siete i nuovi partigiani, perché avete tenuto dritta la schiena e con passione avete attualizzato e reinverato i valori della Resistenza, che la nostra Carta così meravigliosamnte riassume e sancisce. Avete difeso in una battaglia difficile la cultura migliore del nostro popolo, quella dei Tuveri, dei Gamsci, dei Lussu, dei Laconi e degli altri artefici della nostra idea sarda di democrazia, come componente di un movimento globale di liberazione dei popoli e delle classi subalterne. Voi avete mantenuta alta la bandiera e la dignità del Movimento operaio e democratico sardo.
Bona Paskixedda e mellus annu nou a tottus!

1 commento

  • 1 | Aladin Pensiero
    22 Dicembre 2016 - 09:52

    […] Al popolo del NO: buone feste, a gennaio ripartiamo Andrea Pubusa su Democraziaoggi. […]

Lascia un commento