A Cagliari il 13 maggio la nave della pace

9 Maggio 2017
4 Commenti


 Antonello Murgia

Dal 2008 l’ONG internazionale con sede in Giappone “Peace Boat Hibakusha Project”, organizza con gli “Hibakusha”, i sopravvissuti alla bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki, un viaggio globale per un mondo libero dal nucleare: il progetto “Global Voyage for a Nuclear-Free World: Peace Boat Hibakusha Project”. Quest’anno la nave della pace, che ha già iniziato il suo giro che si concluderà a luglio, porterà i testimoni degli effetti della bomba atomica a Cagliari, unica tappa italiana, sabato 13 Maggio.
La visita degli Hibakusha nella nostra terra è quanto mai opportuna per almeno due motivi:
1) il primo è che il Doomsday Clock, l’Orologio dell’apocalisse ideato dagli scienziati dell’Università di Chicago nel 1947 e che intende misurare il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l’umanità è sottoposta, mostra una condizione di grave pericolo. L’orologio , che nel 1947 fu impostato a sette minuti dalla mezzanotte è oggi a 2,5 minuti e cioè al punto più vicino alla catastrofe dopo il 1953, anno in cui, dopo i test di armi termonucleari da parte di USA e URSS, raggiunse i due minuti.
Testimoniano la gravità della situazione attuale i conflitti armati in atto nel mondo nel 2015, risultati in numero di 50 sparsi in quattro Continenti (Africa, Asia, Americhe, Europa) ed in aumento di nove rispetto al 2014. Non è un caso se Papa Francesco, forse il pià lucido analista del fenomeno, parla “di terza guerra mondiale strisciante“.
Le spese militari (v. Year Book 2016 del SIPRI, Stockholm International Peace Research Institute) sono in aumento, in particolare in USA e in Europa. E se l’incremento medio europeo nel 2016 rispetto al 2015 è risultato del 2,6%, quello italiano ha toccato la vertiginosa cifra dell’11% (nonostante, è il caso di sottolinearlo, siamo l’ultimo Paese della UE nella ripresa economica). E se invece della spesa prendiamo in considerazione l’esportazione di armi, il dato del 2016 sul 2015 diventa ancora più inquietante per l’Italia: +85,7%. Siamo fornitori di aerei da caccia, bombe e altri strumenti di morte agli aggressori di mezzo mondo, ma soprattutto nel vulcano Mediorientale.
E le banche fanno ricchi affari, anche con la complicità governativa: fino al 2013 erano obbligate a chiedere al Ministero dell’Economia e Finanza l’autorizzazione per ogni transazione riguardante la vendita di armi all’estero, mentre ora è sufficiente una semplice comunicazione via web delle operazioni effettuate.
2) la Sardegna ha un ruolo importante nell’escalation bellica non solo per l’impennata di vendite di bombe prodotte nel nostro territorio e più precisamente a Domusnovas, ma soprattutto per le sue pesanti servitù militari (è noto a tutti che il 60% di tutte le servitù italiane insiste nella nostra isola). Queste, nell’ottobre scorso, sono state teatro della più imponente esercitazione militare Nato dalla caduta del Muro di Berlino, la Trident Juncture, volta a testare armi e strategie di intervento in ogni parte del mondo.
La legge 185/1990 che vieta la vendita di armi, anche per via indiretta, a Paesi belligeranti, è sempre più spesso violata dalle nostre istituzioni (partenza di bombe da Domusnovas per l’Arabia Saudita attraverso l’aeroporto civile di Elmas, accordi per la vendita di caccia Eurofighter in barba alle delibere del Parlamento Europeo, etc.). Con il risultato di gravissime crisi umanitarie di cui quelle in Yemen e Siria sono solo o casi più conosciuti: il governo italiano traccheggia in una tattica di finta prudenza che è sostanziale complicità con gli aggressori, mentre l’attuale giunta regionale, che in campagna elettorale aveva promesso la riduzione delle pesantissime servitù militari, potrebbe addirittura autorizzare un loro incremento (base per portaerei a S. Stefano).
Se sono di gravità minore rispetto agli effetti nei teatri di guerra, non sono tuttavia da dimenticare le ricadute sanitarie, sulla popolazione sarda, dell’attività nelle aree assoggettate a servitù ed in particolare delle sostanze utilizzate o prodotte nei poligoni di tiro: uranio impoverito, torio, etc. Ci chiediamo perché la Regione Sardegna ha impiegato così tanto tempo ad adottare uno strumento epidemiologico così importante nella programmazione sanitaria come il Registro tumori, che peraltro attende ancora d’essere implementato. Siamo contrari alla monetizzazione del rischio e della salute, ma la soluzione non sta certo nel regalarla.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata dall’assemblea delle Nazioni Unite il 10.12.1948, ha costituito uno strumento fondamentale per la diffusione di una cultura di pace e dei diritti fondamentali inalienabili, ma sembra essere stata posta un po’ nel dimenticatoio; sembra che attualmente i nostri governanti (e non solo loro) la vivano come un intralcio. Siamo convinti che è merito di quella cultura della Dichiarazione Universale se tanti Paesi hanno conosciuto un lungo periodo di pace e progresso: ora occorre rivitalizzarla ed estenderne l’applicazione. E’ possibile, e per noi doveroso, un altro modello di sviluppo rispetto a quello sostenuto dall’industria bellica, la quale può essere convertita in industria di pace e di sviluppo ecocompatibile, invertendo la tendenza opposta che ha fatto della RWM di Domusnovas, da produttrice di esplosivi per le miniere, una fabbrica di morte.
Questo modello, pacifico e rispettoso dell’essere umano e dell’ambiente, per affermarsi ha bisogno della consapevolezza dei cittadini, da una parte dei suoi vantaggi e dei criteri per realizzarlo e dall’altra delle tragedie che sempre si accompagnano alle guerre. Per questo riteniamo altamente meritoria l’attività del “Peace Boat Hibakusha Project” e siamo onorati di poter accogliere a Cagliari la delegazione giapponese e di poter collaborare a trasmettere il suo messaggio di pace e di fratellanza.
La giornata del 13 sarà articolata in un primo incontro di accoglienza verso le 9.30, un incontro con gli alunni dell’istituto “Buccari” nella seconda parte della mattinata, un incontro istituzionale verso le 14.30 (con rappresentanza di Consiglio e Giunta regionali, Sindaco di Cagliari e parlamentari sardi) ed un convegno pubblico alle 17. A breve saranno forniti maggiori dettagli.

4 commenti

  • 1 Oggi martedì 9 maggio 2017 | Aladin Pensiero
    9 Maggio 2017 - 08:08

    […] A Cagliari il 13 maggio la nave della pace Antonello Murgia su Democraziaoggi. Dal 2008 l’ONG internazionale con sede in Giappone “Peace Boat Hibakusha Project”, organizza […]

  • 2 Antonello Murgia
    9 Maggio 2017 - 11:41

    Fra la stesura dell’articolo e la pubblicazione è intervenuta la preoccupante novità delle esercitazioni “Mare Aperto 2017″ in corso in questi giorni e che, per la prima volta, vedono interdette anche porzioni di mare (Terra mala e Villasimius-Costa Rei) non comprese nelle servitù militari. Per tacere di tutto il resto, come ad esempio la partecipazione anche della Turchia. E la decisione è stata presa senza neanche consultare il Co.Mi.Pa, il Comitato Misto Paritetico Stato-Regione che, cito testualmente dal sito ufficiale della Regione Sardegna, “ha il compito di esaminare i programmi delle installazioni militari per conciliarli [sic!] con i piani di assetto territoriale della Regione”

  • 3 Bruna
    10 Maggio 2017 - 16:04

    Ciao,, risiedo in Germania, un Paese con dei movimenti per la Pace molto sensibili e attenti!
    A questo punto mi chiedo :”"” perché non formare una rete a livello Europeo?”
    Un cordiale saluto, Bruna.

  • 4 grazietta caredda
    13 Maggio 2017 - 08:00

    Dove sono i nostri politici che decidono sulla nostra pelle, e senza informarci ?

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