Il M5S è incompatibile col governo locale?

15 Giugno 2017
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Andrea Pubusa

Ho sempre avuto la convinzione che il M5S non debba presentarsi alle elezioni locali, ma debba puntare solo al governo nazionale. So che in linea generale questo è un nonsenso, ma nel caso dei pentastellati non è una stravaganza. Il Movimento di Grillo è talmente anomalo nel panorama politico non solo italiano, da suggerire questa conclusione apparentemente folle. Ma, pensateci bene, è una forza che sul web ha fondato le sue fortune. E quali fortune! In pochi anni ha raggiunto e superato il consenso elettorale del PCI, nonostante la Resistenza, l’organizzazione capillare, una forte presenza nelle amministrazioni locali, l’appoggio del maggiore sindacato italiano e di tante organizzazioni di massa. E’ ormai l’alternativa pià accreditata alla politica rapidamente invecchiata di Berlusconi e di Renzi. Non a caso subisce attacchi concentrici da tutte la parti, compresa quella sinistra che si è frazionata a tal punto da essere inconsistente.
Ma perché il livello locale non è affare del M5S? Intanto perché non ha gruppi dirigenti sperimentati e credibili. Il web può consentire adesioni e diffusione, ma non capacità dirigente e amministrativa. Per queste occorre il duro lavoro sociale e la gavetta amministrativa. Nei vecchi partiti era prima l’impegno nelle sezioni e poi quello nelle amministrazioni o nei sindacati  o nelle associazioni di massa a forgiare il dirigente. Di solito i sindaci e gli assessori avevano alle spalle una ricca esperienza dirigente nel sociale. Il web può dare tante cose, ma non questo. Anzi alimenta una “dirigenza del post”, più che una capacità di guidare persone reali o strutture organizzative vere.
Paradossalmente, poi, questo deficit è colmabile di più a livello nazionale che locale. Per il governo centrale il M5S può chiedere aiuto a valenti e riconosciute persone del mondo delle professioni e della cultura e già lo sta facendo. L’incontro di Ivrea ha avuto questo intento. Del resto, se ricordate alle quirinarie il M5S indicò persone di spicco dalla cultura italiana, da Rodotà a Zagrebelsky a Gino Strada, a Prodi. Ai livelli locali questo è più difficile, anche perché qui vi sono tanti con voglia  di incarico, dagli sfigati in cerca di uno status a persone serie che però devono vedersela con tanti rien faisants, nulla facenti. E così le performance locali del M5S sono controproducenti. Salva qualche eccezione, i gruppi dirigenti locali sono rissosi e poco capaci.
Queste elezioni amministrative comprovano questa convinzione. E tuttavia sono d’accordo con Grillo nel credere che queste prove poco esaltanti non inficiano il consenso nazionale, che si muove su altre coordinate. Anzitutto il rifiuto degli altri, Belusconi e Renzi innanzitutto. Ma quanto potrà durare questo dualismo? Per quanto tempo le gesta locali poco intriganti del M5S, non incideranno sul giudizio nazionale? Forse è meglio per tutti che i grillini non tirino la corda.

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  • 1 Oggi giovedì 15 giugno 2017 | Aladin Pensiero
    15 Giugno 2017 - 10:08

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