Sardegna: dal basso continua la riflessione sulla legge elettorale regionale

7 Luglio 2017
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Andrea Pubusa

Man mano che si avvicinano le elezioni regionali si intensificano gli appelli per la formazione di nuoi raggruppamenti e si intensifica la riflessione sulla legge elettorale regionale. Per la settimana prossima è annunciata la presentazione del testo della “Petizione popolare per una nuova legge elettorale statutaria” approvata dal Coordinamento Regionale dei Comitati sardi per la democrazia costituzionale, un nuovo soggetto nato dall’incontro di alcuni nuclei spontanei che in Sardegna si sono impegnati nella battaglia per il NO al referendum del 4 dicembre. La petizione è rivolta al Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna e ai Presidenti dei Gruppi consiliari al fine di ottenere l’approvazione di una nuova legge elettorale regionale. Sulla materia, com’è noto, c’è fermento. In Consiglio regionale sono state depositate numerose proposte di Legge elettorale statutaria, presentate da gruppi di consiglieri e forze politiche e, ultimamente, lo stesso Presidente del Consiglio ha presentato una sua proposta per correggere evidenti storture presenti nella legge attuale e sollecitare uno specifico dibattito sia interno al Consiglio che tra la popolazione sarda.
Tra gli evidenti stravolgimenti e gravi anomalie della democrazia presenti nella legge elettorale con la quale si è votato nel 2014 si segnalano l’esclusione dalla rappresentanza nel Consiglio regionale di oltre 120 mila elettori, la presenza di appena 4 donne su 60 Consiglieri e l’astensione prossima alla metà dell’elettorato. Il tutto senza avere garantito né la governabilità né la stabilità dell’esecutivo.
In presenza di questa situazione il Coordinamento Regionale dei Comitati ritiene che, dando seguito al grande risultato del NO al referendum quale fonte di nuova speranza e di concreta espressione di partecipazione della cittadinanza alle decisioni che riguardano l’intera Sardegna, sia ora che si adotti finalmente la Legge statutaria prevista dall’art. 15 del nostro Statuto speciale. Una legge da scrivere avendo come riferimenti costanti la Costituzione e lo Statuto sardo e che preveda:
- l’eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento, in quanto distorsivi della rappresentatività democratica dell’assemblea elettiva;
- l’introduzione di un sistema elettorale proporzionale con collegi plurinominali di dimensioni tali da conciliare la pluralità democratica delle opinioni con l’esigenza di contenere gli eccessi di frammentazione partitica;
- l’introduzione della doppia preferenza di genere, per favorire una più equilibrata rappresentatività consiliare della società sarda nelle sue differenze di genere;
- l’abbandono del modello presidenziale in favore di un modello parlamentare corretto da meccanismi di razionalizzazione e stabilizzazione del rapporto tra esecutivo e legislativo, sulla falsariga delle esperienze germanica, spagnola e britannica.
In quest’ultimo punto, la petizione di questo Comitato regioanle differisce dalla riflessione maturata in seno al Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari, che, pur concordando sulla necessità di tornare ad un sistema proporzionale, pensa ad un meccanismo che consenta la scelta da parte degli elettori non solo dei consiglieri, ma anche del presidente della Regione. Il Comitato cagliaritano, infatti, nella sua autonomia, ritiene sia entrato ormai nel senso comune che il presidente debba essere scelto dagli elettori e non dal sistema dei partiti in oscure e intricate trame di potere. Tanto più che oggi non esistono più i partiti novecenteschi, strutturati e disciplinati, ma consorterie e raggruppamenti mutevoli e liquidi. Per questo si è ritenuto a Cagliari di proporre anche una norma anti-cambio casacca, nel senso che questo passaggio - secondo una indicazione di Gustavo Zagrebelsky - determina la decadenza dalla carica se c’è abbandono della coalizione di appartenenza al momento dell’elezione. Secondo il Comitato cagliaritano la chiave di volta del sistema sta nell’individuazione di una disciplina che incentivi la preventiva dichiarazione di coalizione in seno alla quale stabilire un criterio di individuazione del presidente (il più votato fra le liste della coalizione?).
Come si vede, la materia presenza molti spazi di approfondimento per cui mal si presta a definizioni o impostazioni insuscettibili di modifica. Bene comunque ogni stimolo al dibattito e all’approfondimento nella prospettiva dell’allargamento dei consensi. Che i cento fiori fioriscano. Il Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria, nella sua naturale autonomia, segue con interesse tutti gli stimoli e i contributi sui temi dello sviluppo della democrazia. In questa ottica ha in programma ad ottobre un convegno sul lavoro, l’asse su cui poggia la nostra Repubblica.

1 commento

  • 1 Oggi venerdì 7 luglio 2017 | Aladin Pensiero
    7 Luglio 2017 - 09:38

    […] ————————————————- La nostra news non prende ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista! ———————————————————————————————– SOCIETÀ E POLITICA » PADRI E FRATELLI » ALTRI PADRI E FRATELLI Dell’obbedienza e della servitù: sull’attualità di don Milani di ROBERTA DE MONTICELLI I grandi temi dell’obbedienza e disobbedienza attraverso alcuni capisaldi della nostra cultura, libertàegiustizia, ripreso da eddyburg, 4 luglio 2017 (c.m.c.) ———————————— Sardegna: dal basso continua la riflessione sulla legge elettorale regionale 7 Luglio 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. […]

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