Sardegna. Sale la febbre elettorale, tutti pensano alla legge elettorale più bella del mondo: quella della propria elezione

10 Luglio 2017
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Andrea Pubusa

Sardegna 2014 Partiti.png

Ha ragione Antonio Padellaro, quando sul Fatto di ieri dice che ormai nell’arcipelago della sinistra (e non solo) tutti sono alla ricerca del modo per trovare un posto in lista, con possibilità di elezione. Ogni proposta e ogni sforzo vanno letti in questa chiave. La Sardegna non fa eccezione, e così tutti i movimenti e i contorcimenti in atto hanno sullo sfondo le prossime elezioni regionali. Tutto ruota intorno alla legge elettorale. Perfino le donne, almeno quelle dei partiti, si muovono in questa ottica. Il gruppo Heminas si accontenta di una redistribuzione e, quindi, punta a mantenere la legge truffa vigente col semplice correttivo della doppia preferenza di genere. In termini elettorali comporta un significativo riequilibrio rispetto al vergognoso rapporto attuale dove le donne sono quattro su sessanta consiglieri. Roba da assemblea di  Stato islamico! Ma il deficit di democrazia rimane con tanto di iperpremi di maggioranza e ipersbarramenti per le sigle che non si genuflettono ai partiti maggiori dei due schiermanenti, FI e PD. Ma, proprio per questo è difficile che questa riformina passi. I maschietti in ansia di conferma o di prima elezione si fanno un po’ di conti e quelli a rischio preferiscono non toccar nulla.  A ben vedere questa è anche la posizione di chi è rimasto alleato al PD, pur con vari distinguo, Pensate al gruppo che ruota intorno a Uras, Agus, Zedda o anche a Maninchedda e Sedda col loro Partito dei sardi. Ciascuno prospetta mutamenti sostanziali a parole, ma nei fatti si tiene ben stretta l’attuale legge, che con l’alleanza può dare un buon gruzzolo di eletti, anche a scapito di chi ha sbattuto la porta ed è andato via.
Diversa è la galassia dei partitini che sta alla sinistra del PD, fuoriusciti dall’alleanza. Ben inteso, costoro hanno fruito della legge truffa, anche se poi hanno spesso visto la rappresentanza migrare e mutar casacca. Ora, dopo lo strappo cercano altro. Sono diventati fautori del proporzionale puro. E’ il sistema che meglio risponde alla loro aspettative di conferma. Ieri qui, domani là, a seconda della contingenza. Un bel listone potrebbe anche superare lo sbarramento a legge invariata. Tutti uniti pensano di poter far meglio di Michela Murgia e Mauro Pili. Ma forse sbagliano. Perché Michela, pur con tutti gli errori di impostazione, aveva un nome da spendere e molta stampa a favore, dentro e fuori dall’Isola. Questo nuovo raggruppamento potrebbe fare altrettanto? Al momento non pare, per cui anche un assemblaggio di liste potrebbe scontare una difficoltà di leadership e, dunque, non superare lo sbarramento attuale, al 5 per le singole liste e al 10% per la coalizione.
In questo contesto vanno lette le proposte di modifica in campo che puntano al ritorno al proporzionale. Chi si muove per il proprozionale puro punta a facilitare la rielezione nella miriade di gruppi attuali, anche senza particolari sforzi di ricomposizione. Anzi, i gruppi più “forti” potrebbero cannibalizzare gli altri. Chi vuole un proporzionale con un meccanismo di individuazione diretta del presidente col voto degli elettori punta ad un sistema che impegna ad una preventiva definizione delle coalizioni e, dunque, vuole un processo non solo elettoralistico, ma sostanziale, ossia un iter di scioglimento-riunificazione delle varie liste e sigle, che ormai fastidiosamente popolano lo scenario della sinistra. La prima posizione è funzionale alla disarticolazione attuale, la seconda mira ad una radicale e sostanziale riforma del quadro della sinistra con processi reali di riaggregazione.
Chi vivrà vedrà, certo che la febbre sta salendo e l’ansia da elezioni gioca brutti scherzi. C’è poi l’incognita del M5S, che se oresenta la lista, rastrella molti voti anche a manca. Ne vedremo delle belle!

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  • 1 Oggi lunedì 10 luglio 2017 | Aladin Pensiero
    10 Luglio 2017 - 09:49

    […] pensano alla legge elettorale più bella del mondo: quella della propria elezione 10 Luglio 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Ha ragione Antonio Padellaro, quando sul Fatto di ieri dice che ormai nell’arcipelago della […]

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