Legge elettorale regionale: continua il confronto

13 Luglio 2017
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Nasce in Sardegna un nuovo soggetto politico di base, il Comitato dei Comitati, che rappresenta alcuni Comitati per il No, specie del sassarese e del nuorese. Con una Conferenza stampa di Marco Ligas del Manifesto sardo, del costituzioanlista sassarese Omar Chessa, del giornalista Ottavio Olita e dell’ex sindaca di Austis Lucia Chessa ha presentato la propria proposta di legge elettorale sarda, una petizione popolare per l’adozione di una legge da scrivere in Consiglio regionale.
Un testo che prevede quattro punti fondamentali: l’eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento, il varo di un sistema elettorale proporzionale con collegi plurinominali tali da conciliare la pluralità delle opinioni e con l’esigenza di contenere gli eccessi di frammentazione partitica; l’introduzione della doppia preferenza di genere; l’abbandono di un modello presidenziale in favore di quello parlamentare sulla falsariga delle esperienze tedesca, spagnola e britannica.
Chiediamo che il presidente del Consiglio regionale e i presidenti dei gruppi destinatari della petizione si impegnino nella scrittura di una legge che rispetti questi principi“, ha spiegato uno dei leader del nuovo soggetto politico di base, Marco Ligas.
E’ chiaro, ha precisato, che “questo progetto nasce sulla base del giudizio pessimo che abbiamo dell’attuale legge elettorale che non consente la rappresentanza di tutti i cittadini, come dimostrato alle ultime regionali quando la coalizione guidata da Michela Murgia, nonostante un risultato del 10%, non ha eletto nemmeno un consigliere“. Secondo Omar Chessa, docente dell’Università di Sassari, “una delle criticità maggiori è rappresentata dal premio di maggioranza, molto più alto in Sardegna che a livello nazionale, e dal quale dipende anche l’irrazionalità nell’assegnazione dei seggi“.
Sull’argomento è differente la posizione del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari, che dopo una discussione di mesi, è pervenuto ad una conclusione aperta, che non chiude l’esplorazione in favore di un testo che su una base proporzionale inneschi la possibilità di individuazione da parte degli elettori anche del presidente e di un vice. Si muove dalla considerazione che nel sistema politico attuale una scelta del presidente in seno all’assemblea sia, in realtà, il frutto di manovre oscure dei vari capi e capetti che caratterizzano la politica regionale, con grave disdoro per le istituzioni democratiche e serio pericolo per la stabilità degli esecutivi. Il sistema, ovviamente, implica una disciplina che favorisca - anche con la previsioni di piccoli sbarramenti - la dichiarazione preventiva delle alleanze  in modo da far sì che il presidente possa essere quello più votato della coalizione vincente. Una codificazione di un tratto del sistema tedesco, dove per via consuetudinaria è cancelliere il candidato del partito vincente.
C’è poi, nella elaborazione del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria, un capitolo volto a contrastare il “turismo politico”, il cambio di casacca, divenuto ormai diffuso in misura insostenibile. Gustavo Zagrebelsky ha proposto di ammettere solo quello fra gruppi della stessa coalizione di elezione, e di sanzionare con la decadenza il cambio di casacca che comporti anche il passaggio ad altra coalizione. Questa posizione è stata fatta propria dal Comitato d’iniziativa cagliaritano, che cerca di mettere insieme la massima rappresentatività delle istituzioni regionali con il contrasto alla spinta alla frammentazione, ormai inaccettabile, del sistema politico regionale a scapito, in un sistema proporzionale, della necessaria disgnità e funzionalità delle istituzioni democratiche. Uno stop chiaro alle prevaricazioni delle forze maggiori, ma anche ai vari piccoli gruppi, ormai simili a consorterie attorno a un capetto, che non possono avere mano libera nella loro insensata corsa verso la polverizzazione del sistema democratico.
Il Comitato d’iniziativa cagliaritano, più che ad una interlocuzione coi gruppi consigliari regionali, punta ad una campagna di sensibilizzazione dal basso, come nella recente campagna referendaria. Insomma, un lavoro paziente e di lunga lena nella società come fa un organismo spontaneo, un comitato, anziché un’azione di mediazione o di stimolo fra i gruppi della galassia della sinistra sarda.
Il Comitato nazionale, nella recente assemblea generale, tenutasi a Roma il 24 scorso, ha confermato la propria battaglia contro il maggioritario. Alfiero Grandi nella sua relazione introduttiva ha detto con fermezza: “chiediamo con tutta la forza di cui siamo capaci una nuova legge elettorale che segni una netta discontinuità con le leggi di questi anni. L’Italia ha diritto ad una nuova legge elettorale che chiuda definitivamente il periodo del porcellum e dell’italicum, e vogliamo urlare ancora una volta che una lunga cura di maggioritario non ha neppure garantito la governabilità promessa“. Nella parte propositiva, tuttavia, la relazione approvata dall’assemblea nazionale non sposa un sistema proporzionale puro, del resto mai esistito in nessun ordinamento, ma dice:La proposta che rilanciamo oggi è che la legge elettorale abbia due punti fermi: una forte iniezione di proporzionale e la possibilità per i cittadini di scegliere tutti i loro rappresentanti in parlamento“.  A questa “forte iniezione di proporzionale” si ispira il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari, ma con una rimessione al corpo elettorale di tutti gli eletti, presidente compreso contro un proporzionale puro con scelta dil presidente in sede partitica. Il dibattito continua. Dalla “base” vengono molti stimoli, ma l’Assemblea regionale sembra sorda e impenetrabile. Ci vuole una spinta sociale più netta dalla società.

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  • 1 Oggi giovedì 13 luglio 2017 | Aladin Pensiero
    13 Luglio 2017 - 12:59

    […] Legge elettorale regionale: continua il confronto 13 Luglio 2017 Andrea Pubusa su Democraziaoggi. Nasce in Sardegna un nuovo soggetto politico di base, il Comitato dei Comitati, che rappresenta […]

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