Verso il Convegno Lavoro: la chiave è la formazione

3 Ottobre 2017
1 Commento


Fernando Codonesu

Continuiamo a offrire spunti di riflessione in vista del Convegno sul Lavoro del 4-5 ottobre, domani e dopo, a Cagliari, Hotel Regina Margherita, ad iniziativa del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria e di Europe Direct regione Sardegna. Esistono molti fattori che incidono sull’occupazione e sullo sviluppo, ma ce n’è uno che li sopravvanza tutti: la formazione. Anche di questa si parlerà al Convegno.

 

Parlare di scuola, università e di formazione quali elemento cardine della flessibilità richiesta nel tempo moderno è per noi imprescindibile, diciamo pure che è dalla scuola che bisognerebbe far partire una strategia vincente sul tema del lavoro per l’oggi e per il domani. Ma, quando si parla di scuola, istruzione, università e ricerca corre l’obbligo di segnalare la scarsa credibilità istituzionale del paese nel suo complesso, se si ricorda che siamo nel pieno scandalo dei concorsi universitari che evidenziano l’attribuzione delle cattedre da professore ordinario o associato non in base al merito ma per appartenenza, figliolanza e nepotismo, che  abbiamo avuto un ministro dell’istruzione, Università e Ricerca Scientifica (ahinoi, Mariastella Gelmini), che era convinta che fosse stato costruito un tunnel tra il CERN di Ginevra e il Gran Sasso per il passaggio dei neutrini e il ministro attualmente in carica notoriamente non  ha nemmeno la laurea, è chiaro che il paese è istituzionalmente delegittimato e privo di credibilità.
Ma anche con questi personaggi e nonostante loro, è bene pensare ad una scuola dove si insegni, dove gli studenti possano trovare una eccellente formazione generale per potersi specializzare successivamente. Una ottima preparazione di base è il classico “pass partout” per la flessibilità richiesta oggi e domani: bisogna sapere e saper fare molto più di prima perché le nostre attuali società sono molto più competitive rispetto appena a qualche decennio fa. Per tale motivo non crediamo che sia accettabile una visione della scuola come luogo di formazione quasi esclusivamente dedicato ai bisogni dell’impresa. I bisogni delle imprese cambiano continuamente perché prima ci sono i mutamenti continui dei bisogni degli uomini e per tale motivo bisogna avere una preparazione di base ampia e solida su cui poter innestare via via le specializzazioni richieste dai mutamenti sociali e dai conseguenti mutamenti dei vari settori produttivi.
Giova qui ricordare che il successo dell’economia italiana dal secondo dopoguerra fino agli anni ’80 e ’90 era dovuto all’ottima formazione tecnica garantita dall’istruzione secondaria italiana, come ci ricorda Romano Prodi nel suo ultimo volume Il Piano inclinato, edito da Il Mulino. Le aziende italiane, essendo per la maggior parte, caratterizzata da piccole e medie aziende erano gestite da proprietari e manager diplomati nella scuola secondaria, periti industriali e tecnici in generale. Una scuola di alto livello, allora, altrettanto non si può dire oggi a seguito delle ultime riforme che prediligono insegnanti produttori di “report e scartoffie” e una privatizzazione sempre più marcata della formazione, con sottrazione di fondi dalla scuola statale alla scuola privata, peraltro in larga maggioranza di tipo confessionale.
Se guardiamo alla formazione universitaria, ma questi temi saranno toccati meglio nel corso del convegno, qui basti dire che la farsa del “3+2”, con laurea triennale e biennio magistrale è totalmente fallita al punto che il 98% degli studenti che conseguono la laurea triennale prosegue con il biennio successivo. Se si tiene conto che tale riforma era finalizzata a creare competenze finalizzate ad un inserimento immediato nel mondo del lavoro, il fallimento è così evidente che non c’è bisogno di aggiungere altre considerazioni.
La formazione dovrebbe caratterizzare tutta la vita dei cittadini, per questo siamo favorevoli ad una formazione di qualità, che continui in ogni fase della nostra vita e soprattutto pubblica e gratuita per tutti.

1 commento

Lascia un commento