Oggi convegno sul lavoro a Cagliari nel solco della Costituzione

1 Dicembre 2017
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Gianna Lai

 Pesentiamo l’evento pubblicando la sintesi dell’intervento di Carlo Smuraglia a Thiesi su Lavoro e Costituzione, il suo ultimo discorso da presidente dell’ANPI. 
Oggi alle 17 all’Hostel Marina - Scalette di S, Sepolcro, Convegno su Lavoro del Comitato di iniziativa statutaria e dell’ANPI di Cagliari. Si tirano le fila della “due giorni” sul lavoro tenuta ai primi d’ottobre per rilanciare i temi fondamentali emersi in quell’incontro: Lavoro e Scuola, Ambiente e Lavoro, Innovazione tecnologica e Lavoro ed altro ancora.
Terrà la relazione introduttiva Fernando Codonesu, e, nel corso dell’assemblea, il segretario regionale della CGIL illustrerà la recente proposta di un piano straordinario dell’occupazione con la richiesta alla Regione di un  investimento di 100 milioni di euro.
  

L’8 ottobre, Smuraglia in Sardegna, nello stabilimento Fratelli Pinna, a Thiesi, parla di Costituzione e lavoro. Con CGIL,CISL,UIL
Mi piace la vicinanza dell’ANPI al lavoro della fabbrica. Se può sembrare  che ci occupiamo solo di Resistenza e fascismo, ricordo che nel nostro Statuto si pone al centro la Costituzione, il suo valore, per evidenziare quanto dei principi e delle norme si è attuato realmente. Ed è una cosa importante parlare di Lavoro e di Costituzione  con i sindacalisti, perchè ci deve essere qualcosa che rimane in piedi, se vengono meno le politiche del lavoro e altri principi fondamentali della nostra Costituzione, comuni all’ANPI e al Sindacato.
Il diritto del lavoro oggi, mi viene in mente un Convegno a Trieste, 8 anni fa, dove sostenni la crisi del Diritto del lavoro, non per colpa della Costituzione, ma della politica che arretrava. Uno studioso lavorista molto noto commentò: ‘che volete che dica, a 86 anni…’, e mia moglie, compagna di vita e di battaglie, ’si vergogni’, gli disse, per questo  insulto nei confronti della mia relazione. E vediamo ora dove ci ha portato quella crisi, proprio a causa  delle politiche del lavoro perpetrate in continuità fino ai nostri giorni.
La Costituzione pone al centro la persona, secondo una concezione  diversa dei cattolici, dei comunisti, dei socialisti e dei  liberali. Comune, però, ne è l’essenza, la persona  non sola, isolata, ma come parte di un tutto, dentro la comunità. Quale persona? Privilegiata, nel pensiero del Costituente, è la persona che lavora, il lavoro sviluppa la persona e la dignità, dà retribuzione  e  vita dignitosa al lavoratore e alla lavoratrice, per sé e per la famiglia. Intorno al valore del lavoro, già espresso nell’Art.1, c’è il fondamento della Costituzione e la qualità dell’Assemblea Costituente. Oggi è difficile far rivivere quel comune sentire, quanta diversità sul concetto di  lavoro ci doveva essere fra i Costituenti, eppure l’85 per cento di loro converge su quella formula, una soluzione di grande valore, punto di riferimento, principio fondante della Costituzione per il futuro del Paese. L’Italia sceglie definitivamente la Repubblica come forma di Stato, la via democratica per sempre proiettata nel futuro, il valore fondante è il lavoro, non può tramontare o arretrare. Lavoro, Costituente e Resistenza, a partire dagli scioperi del 1943, a partire da Cefalonia, dalla partecipazione dei lavoratori alla lotta partigiana, fino alle mille staffette e ai tanti sacerdoti, sennò la Liberazione sarebbe stata impossibile. Qui è avvenuto l’incontro fra l’impegno delle persone di diversa provenienza, che liberarono il Paese, e il pensiero nuovo, e così la vita democratica fu contrassegnata da una socialità inedita, rispetto all’800 e ai suoi  principi, non tradotti in pratica nelle Costituzioni del tempo e, quindi, mai applicati. Perché la nostra Costituzione si pone il problema di come rendere effettivi i diritti, e quelli sociali, impregnati di socialità, la Repubblica  deve, a sua volta, renderli operanti. Al lavoro dedicati gli Articoli, 35, 36, 37, 39, 40…., norme pensate dal Costituente secondo una formulazione  concreta,  ricca di socialità, riconoscendo anche  l’iniziativa privata, che deve avere funzione sociale, e la sua importante influenza sul lavoro. Da qui il richiamo alle ferie, a sottolineare una concezione non astratta del lavoro, che si deve tradurre nella realtà, con l’imperativo categorico dell’Art.4. Spetta alla Repubblica garantire diritti,  rendere effettivi i diritti.
Anni di attesa, la giurisprudenza ha esitato a lungo, i principi considerati inizialmente cose astratte, e sulla retribuzione minima, sufficiente, una battaglia difficilissima, che condusse infine all’attuazione concreta della Costituzione, attraverso lo Statuto dei lavoratori,  per dare attuazione ai principi costituzionali.
La società politica evolve rapidamente verso una costante regressione, solo in parte giustificabile con la crisi, ma in verità secondo una direzione opposta ai principi della nostra Costituzione, in Europa, dove si sostiene che, tra lavoro, mercato e concorrenza, sono questi ultimi due a dover prevalere sul primo. Oggi è pericolosa la china, concreto il pericolo, venendo sempre meno il lavoro subordinato, a tempo indeterminato. Prima ci voleva il motivo per licenziare, ora non più, con la precarietà e i voucher, le forme estreme che  cancellano la  dignità del lavoratore, fino al jobs act, atto di vera regressione, per il quale si ricorre, come avviene ormai da tempo quando si vuol confondere il cittadino, alla lingua straniera. E così arriviamo al licenziamento monetizzabile, al  demansionamento in peggio. La tutela delle mansioni e del perdurare del rapporto corrispondono alla dignità e alla libertà del lavoratore, il lavoratore incerto nella sua dignità, non sarà libero. Mentre incombe la desindacalizzazione, non è la nostra Carta ad essere invecchiata ma sono i nostri governi responsabili della sua mancata attuazione, la Repubblica che non ha ottemperato ai suoi doveri. Si marcia verso la povertà, verso la riduzione delle garanzie di libertà e di indipendenza dei lavoratori, ridotta l’autonomia del Sindacato, ben specificata in Costituzione, di organizzarsi liberamente. E si parla con disprezzo dei Sindacati, ’sennò li cambieremo noi’, dice qualcuno, evocando i tempi remoti del tempo fascista.
Dobbiamo ripartire da qui, quegli stessi valori restano intangibili, manca la loro attuazione, da cui nascono, si originano i diritti. Basta con le ‘riforme’ costituzionali, la Carta si modifica per singoli temi,  invece ben 56 articoli voleva già riscrivere Berlusconi a suo tempo, pezzi interi che ne stravolgevano la Seconda Parte. Ma la Costituzione è collegata insieme, significava negare, tradire lo spirito dei Costituenti. Abolito il Senato, con Renzi si interviene sull’ l’Art.1, ma la sovranità appartiene al popolo e non si può toccare.
Di fronte al degrado del Paese torniamo alla Costituzione, facciamo valere i principi, pretendiamolo dai governi, facciamo che gli ordini che impone la nostra Carta siano eseguiti. La Finanziaria non esprime lo spirito dei Costituenti, ci vogliono investimenti, programmazione, Piani di lavoro, invece mettiamo in tasca agli statali 80 euro, anzichè dire ‘facciamo i Contratti’, il contrario della democrazia. Ci si riprende con le mance, niente programmi, piani per l’occupazione, formazione seria, si inventano le cose con la scuola-lavoro, mai che ci si metta intorno a un tavolo.
Se devo pensare al diritto al lavoro devo programmare il mercato e subordinarlo al lavoro, avrebbe detto il Costituente, mentre Violante dice ancora ‘Riforma costituzionale dopo le elezioni’. Ma se abbiamo perso tanti anni appresso a leggi tutte fallite, che non meritavano di passare! Smettiamo, parliamo ora di attuazione della Carta, di come renderne operanti principi e contenuti. A iniziare dalla parità uomo donna, dobbiamo parlare del lavoro femminile del lavoro di cura, che la donna deve svolgere dopo il suo lavoro, e dire che non c’è uguaglianza. C’è una cultura da cambiare, sennò si fa torto alla libertà e all’ uguaglianza femminile, ci deve essere vera parità di condizione di fronte alla vita e nel lavoro.
Rimuovere gli ostacoli è il problema vero: lavoro e formazione, è giusto vivere e fare esperienze in altri paesi,  ma non perché si è costretti, mancando in Italia il lavoro, se non precario e dequalificato. Anche per la Germania si dice ‘lì ci sono i jobs, quattro lavori, sennò finisci in disoccupazione’, ma è il lavoro vero che ci vuole per raggiungere la dignità della persona. E’ il tema fondamentale che ci unisce profondamente, ANPI, Sindacato e lavoratori nelle aziende, perché quando all’ANPI è stato chiesto cosa avremmo fatto se avesse vinto il No, stappiamo lo spumante risposi, aggiungendo che bisognava subito passare all’attuazione della Carta stessa. Perciò faremo i seminari sui principi e i contenuti non applicati e diremo perché vanno applicati. E i partiti e i candidati non ci parlino di coalizioni, dicano piuttosto  quale programma intendono portare avanti in campagna elettorale, visto che mai chiariscono cosa ci sarà in fondo alla strada. C’è una legge elettorale che i giuristi considerano orribile e che impedisce ai cittadini di esprimere il loro voto: come attuare la Costituzione, con quali strumenti con quale politica, questi i temi per fare il nostro dovere di cittadini, da qui riprendere tutti i discorsi.
Io resto implacabilmente ottimista, ne ho visto di tutti i colori in vita mia. Nei momenti più brutti, penso al 1943, se mi avessero detto come sarebbe andata a finire, mi sarei nascosto in una buca. Sbandati nei monti, dopo l’armistizio, noi giovani ci siamo uniti impossessandoci delle armi dei tedeschi e dei fascisti, io per esempio, ero marconista, radiotelegrafista e non ho mai imparato a sparare, ma sparai una raffica di mitra contro un tedesco che stava per raggiungere, in un luogo abitato, un deposito di bombe a mano. Allora abbiamo combattuto contro l’esercito più grande del mondo, a costo di grandi sacrifici, e poi in Italia c’è stata la strage di Piazza Fontana, le stragi per rovesciare la democrazia. Anche allora si doveva reagire,  così dobbiamo fare oggi: illusione e utopia ci inducono nella  convinzione che dalla crisi bisogna uscire, dipende da noi cittadini, con la nostra forza possiamo farcela.  
 

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  • 1 Oggi venerdì 1° dicembre 2017 | Aladin Pensiero
    1 Dicembre 2017 - 09:51

    […] Gianna Lai su Democraziaoggi. - L’evento su fb. ————————————————————————————- —————————————————————————————————- Appello per fermare la distruzione del pianeta. Le 13 azioni da mettere in atto subito —————————————————————————————————- CITTÀ E TERRITORIO » NOSTRO PIANETA » INVERTIRE LA ROTTA Presto, o sarà toppo tardi di VALENTINA CORVINO il Salvagente, online, 28 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. L’accorato appello della comunità degli scienziati consapevoli per tentar di scongiurare la morte del nostro pianeta. Le 13 cose da fare subito. —————————————————————————————– ven 1 dic 2017 aladinews aladin aladinpensiero […]

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