Ieri a Cagliari affollata assemblea nel segno della Costituzione

16 Gennaio 2018
1 Commento


Red

Ieri si è tenuta a Cagliari la celebrazione del 70° della Costituzione organizzata dal Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria e dall’ANPI.  Andrea Pubusa, a nome degli rorganizzatori, ha introdotto l’incontro con queste parole: “Oggi per noi è un anniversario di gioia per la vittoria del 4 dicembre. Abbiamo battuto avversari potenti e ricchi d’ogni mezzo, combattendo a mani nude, con la sola forza delle idee e dei buoni argomenti, con un impegno generoso.
Oggi è un giorno di festa, ma anche di preoccupazione per il futuro. I pericoli non sono scomparsi; chi ha perso il 4 dicembre medita rivincite e e non ha abbandonato i propositi di sfregio alla Carta. Berlusconi, che ha votato NO per indebolire la concorrenza, ora punta a realizzare il sogno della sua vita, e cioé a inglobare in un’alleanza mortifera il maggior partito dell’area opposta in posizione subalterna. E allora l’attacco sarà ancora più pericoloso perché vedrà insieme nell’impresa scellerata uno schieramento ampio e potente. Una prospettiva devastante, che mentre c’impegna come democratici a rafforzare le spinte antagoniste a questo disegno col voto, ci pone compiti molto impegnativi  per i prossimi mesi.
Si è aperta una campagna elettorale all’insegna di chi la spara più grossa. Un’offesa all’intelligenza e alla dignità degli elettori. Noi indichiamo la Carta come il miglior programma politico. E’ sempre la “rivoluzione promessa“, di cui parlava Calamandrei. A ben vedere, non c’è alcuno dei grandi temi che agitano il nostro tempo (dal lavoro, alla pace ai migranti, dalla democrazia all’uguaglianza), che non trovi nella Costituzione una risposta mite, positiva e fraterna. Ecco perché, nel ricordare il 70° non celebriamo ritualmente la Carta, ma l’assumiamo come il più attuale ed efficace strumento di lotta. La difendiamo nell’unico modo possibile, battendoci per attuarla.
Facciamo tutto questo nel ricordo di due indimenticabili compagni, Francesco Cocco e Vincenzo Pillai, entrambi aderenti all’ANPI e al Comitato, ancorché molti diversi. Francesco era un gramsciano e per lui la rivoluzioone è l’egemonia culturale, la conquista delle case matte, lo strumento il moderno principe,  il protagonista l’intellettuale organico. Vincenzo è tutto questo, ma, anche per il suo temperamento e la sua generosità, lo vedo di più all’assalto del Palazzo d’inverno.
La grandezza dell’ANPI e del Comitato è che può avere nel proprio seno personalità così diverse, accomunate dalla lotta per l’eguaglianza e la democrazia
“.

Poi l’affollata assemblea ha ascoltato in commosso silenzio il ricordo di Francesco Cocco fatto da Gianna Lai, responsabile  ANPI, e,  ad opera di Antonio Muscas dell’Assemblea permanente di Villacidro, di Vincenzo Pillai, compagni recentemente scomparsi, cui l’incontro è stato dedicato.
Successivamente, in sequenza, lo storico Gianni Fresu ha tracciato un quadro della nascita. in seno alla Resistenza. dell’idea di Costituente, la costituzionalista Silvia Niccolai ha parlato dei lavori dell’Assemblea costituente, mentre Massimo Villone, presidente nazionale del Comitato per la democrazia costituzionale, ha delineato lo scenario  preoccupante  dell’oggi, per la compressione in atto dei diritti e delle facoltà democratiche. L’eminente costituzionalista ha indicato nei principi della Carta il programma di sviluppo del Paese. Poi Luisa Sassu e Tonino Dessì hanno, rispettivamente, parlato di due elementi di novità della nostra storia costituzionale: la prima volta delle donne nelle assemblee elettive, le ”madri costituenti”, e l’irrompere nel nostro ordinamento delle autonomie regionali, fattore di crescita democratica, anche se oggi in crisi.
Due ore di alta riflessione sul passato e sul futuro del nostro Paese visto nell’ottica della difesa e dell’attuazione della Costituzione. Un incontro, dunque, non di pura rievocazione storica, ma di richiamo alla lotta nel segno  della “rivoluzione promessa” contenuta nella nostra Carta
Su questo impegno e in attesa di pubblicare le relazioni del Convegno, ecco un breve stralcio di un saggio, che ben rispecchia lo spirito dell’assemblea di ieri, pubblicato su Micromega il 25 Aprile 2017 dal titolo “Resistenza, Costituzione e identità nazionale: una storia di minoranze?

di Roberto Scarpinato, da MicroMega 3/2015 - “Ora e sempre Resistenza” - Almanacco di storia

“La lezione della storia dimostra come le minoranze progressiste in Italia abbiano sempre avuto vita difficile. Condannate nel corso dei secoli al rogo, al carcere, all’abiura, all’esilio e, nel migliore dei casi, al silenzio e all’irrilevanza sociale, hanno svolto un ruolo spesso determinante per l’evoluzione del paese, ma solo grazie a temporanee crisi  di potere delle maggioranze e a contingenti circostanze favorevoli”. Così è stato anche per la Resistenza, che ci ha lasciato una preziosissima eredità, la Costituzione, oggi più che mai sotto assedio.
[…] Sono state le minoranze che hanno fatto la Resistenza e hanno concepito la Costituzione.
E sono le minoranze quelle a cui oggi sembra essere affidata la difesa della Costituzione.
La difesa della Costituzione resta l’ultima spiaggia, il terreno elettivo della nuova Resistenza. Sino a quando resterà in vita, sapremo sempre da dove ricominciare. Sarà sempre possibile fare cancellare dalla Corte costituzionale l’ennesima legge illiberale e antidemocratica che uno schieramento politico approva e l’altro schieramento tiene in vita. La Costituzione italiana va non solo difesa ma anzi rilanciata perché, proprio per i valori liberal-democratici di cui è intessuta e per il suo impianto complessivo antioligarchico di derivazione resistenziale, indica la direzione di marcia verso la quale occorre muoversi per un progetto politico di più ampio respiro che valichi i confini nazionali e si proietti nello spazio macropolitico europeo, oggi egemonizzato dal pensiero unico mercatista e neoliberista. È urgente una riappropriazione di questo spazio da parte di una rete di movimenti liberal-democratici intereuropei che superando le barriere nazionali dia impulso a un nuovo costituzionalismo che democratizzi l’Unione europea, rivitalizzando la centralità strategica del suo parlamento, realizzando al suo interno una divisione e un bilanciamento dei poteri oggi inesistente, rendendo trasparenti e soggette al controllo popolare procedure decisionali oggi opache ed elitarie. Un nuovo costituzionalismo europeo che, in sostanza, restituisca ai popoli il bastone del comando oggi saldamente in mano a ristrette oligarchie che spacciano come neutre soluzioni tecniche prive di alternativa, decisioni invece ad altissimo coefficiente politico ed espressioni di un’ideologia mercatista a senso unico, snaturando così l’originario progetto di un’Europa dei popoli.
Salvare la Costituzione significa dunque salvare la parte migliore della nostra storia e gettare un ponte verso il futuro.
Se è vero che oggi la difesa della Costituzione resta affidata alle minoranze, ciò non deve scoraggiare. Gli storici e gli analisti del potere sanno bene che la storia non è fatta dalle maggioranze disorganizzate, né dalle oligarchie paralitiche. La storia – insegnava un maestro di democrazia quale era Gaetano Salvemini – è fatta dalla dialettica e dallo scontro tra minoranze organizzate, consapevoli e attive che, vincendo le inerzie della maggioranza disorganizzata, la trascinano in una direzione o in un’altra, verso un nuovo o un vecchio ordine.
La celebrazione dell’anniversario della Resistenza è l’occasione per ricordare a noi stessi che la parte migliore della nostra storia – quella iniziata con la Costituzione del 1948 e alla quale si vorrebbe porre oggi fine – è stata appunto il lascito delle minoranze eroiche che sacrificarono la propria vita perché un popolo sino ad allora di servi e di padroni si trasformasse in una comunità di cittadini che – come recita l’articolo 3 – «hanno pari dignità sociale e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni, di condizioni personali e sociali». Mi sembra che il modo migliore per concludere questo mio breve intervento, sia di ricordare le parole pronunciate in loro memoria da Piero Calamandrei nella seduta dei lavori della Costituente del 7 marzo 1947:
Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l’andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo a uno a uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l’eroismo è giunto alla soglia della santità.
Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile: quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole: quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono i nostri morti. Non dobbiamo tradirli”.

1 commento

  • 1 Oggi martedì 16 gennaio 2018 | Aladin Pensiero
    16 Gennaio 2018 - 09:21

    […] Ieri a Cagliari affollata assemblea nel segno della Costituzione 16 Gennaio 2018 [Democraziaoggi] Ieri si è tenuta a Cagliari la celebrazione del 70° della Costituzione organizzata dal Comitato […]

Lascia un commento