Liste, che impasse! La soluzione? Un bel sorteggio!

26 Gennaio 2018
3 Commenti


Amsicora

Ahinoi! E’ dura seguire questa fase elettorale. Leggete L’Unione? Almeno i titoli? Che confusione! Dai dem giungono rumors preoccupanti. Sono incartati a Cagliari e scrivono a Roma. E non si vede un barlume di luce: “lo stallo è addirittura peggiorato“. Giuseppe Luigi è già a Roma perché la direzione nazionale PD è fissata per oggi. “Insomma, si deciderà tutto a Roma“, arguisce, senza particolare perspicacia, L’Unione. Bell’autonomia!
E Liberi e Uguali? C’è l’imposizione dal centro di certo Claudio Grassi come capolista del Collegio proporzionale del Sud Sardegna. Ma, se ci pensate bene, Grassi viene visto come soluzione alla calca disordinata di candidati locali. Nomi noti e meno noti sono in corsa e nessuno fa un passo indietro. Tutti pretendono il seggio a piè fermo. La paralisi si avverte e si percepiscono le tensioni. Discussioni interminabili e inutili coi nervi a fior di pelle. Michele invia un accorato appello a Roma. Salvaguardate la rappresentanza locale! Che stia facendo la foto di se stesso? Ai posteri l’ardua sentenza! Ma intanto al momento è sempre stallo, stallo, stallo.
Che fare? Ora amici miei, ascoltatemi, e ditemi se sbaglio o no. Siate pazienti. Seguitemi con attenzione. Siate sinceri: in fondo, a noi elettori che venga eletto Michele o Yuri o Thomas, che ci frega? Per fortuna e per scelta, non facciamo parte di alcun gruppo o corrente o frazione o consorteria. Per noi tutti uguali sono. A ben vedere, non si può dire, con il rispetto dovuto, che uno si stagli per la sua indiscutibile autorevolezza. Non vi pare? Altrettanto dicasi per Caterinna o Lacianno, Rominna o Francesco o Giuglio. Nessuna visibile eccellenza, non dico mediocrità - non mi permetterei mai -, ma  ordinarietà sì. Normalità. E ditemi, a voi interessa se sono di Soru o caso mai di Crabas-Fadda o di Cucca? Sempre col dovuto rispetto per Soru, Crabas-Fadda e Cucca,, penso che a voi non ne freghi un bel nulla, come a me, del resto. Ma - obietterete -  anche così ragionando lo stallo non è superato. D’accordo, ma già questo convincimento che tutti uguali sono o quasi apre la via alla soluzione. E come? Ecco la mia pensata: il sorteggio. Lo proposi, in alternativa a sa strumpa,  tempo fa per l’elezione del segretario regionale PD, per superare lo stallo poi durato ben un anno. E se ci pensate, col senno del poi, non sarebbe stato uno sconquasso. Forse, con l’estrazione de bigliettini, sarebbe uscito sempre Giuseppe Luigi  oppure Francesco. Ma sarebbe cambiato qualcosa per noi, poveri cittadini? Bah, credo proprio di no. Avrebbero fatto comunque la sciagurata campagna per il SI’, avrebbero votato tutte le nefandezze a Roma, come hanno fatto di comune accordo, e così via. Il sorteggio però avrebbe risolto la questione della scelta in un giorno non in un anno!
E allora, sorteggio sia. Ma - obietterete - la sorte è cieca. I greci antichi, che praticavano il sorteggio, ritenevano che non era così, perché nell’esito c’era lo zampino degli Dei, sempre presenti nelle vicende terrene. Ma anche a non voler credere all’influsso divino, ciò che garantisce è che la sorte ci darà un nome già sottoposto ad una prima scrematura e, dunque, quanto a competenza nulla aggiunge o toglie a quanto risulterà della decisione della direzione. Il valore è quello che è, ahinoi!.
Lo so che anche in Grecia non era tutto rose e fiori. So che il sistema era stato sottoposto a severe critiche e non da gente qualunque,  da Platone a Tucidide, a Isocrate, a Demostene. Ce lo ricorda uno storico del calibro di Luciano Canfora. E’ lui a richiamare che costoro in modo martellante descrivevano i difetti del sorteggio (la corruzione e l’incompetenza in primis)  e so anche che la crisi generale della democrazia non è risolvibile con questo pannicello caldo. So tutto o quasi, artigianalmente s’intende. Ma non sto proponendo il sorteggio come il rimedio ai mali della democrazia oggi, sto soltanto indicando la soluzione di questo particolare impasse elettorale. Nulla di più e nulla di meno. Tutto l’altro rimane in discussione. E mi fermo qui. Sorteggio, sorteggio, sorteggio. Subito, subito, subito. Cosa ne pensate?

3 commenti

  • 1 Andrea Murru
    26 Gennaio 2018 - 09:27

    Capisco che il sistema del sorteggio sia preferibile alla strumpa anche perché consentirebbe l’adeguata partecipazione femminile in questa tornata elettorale. Come in tutte le discipline corpo a corpo si suddividono gli atleti, per genere e per peso al fine di consentire alla sola tecnica ed astuzia di prevalere. Una sola variante mi sono permesso di proporre in questi giorni, ossia il dovere, per gli aspiranti candidati uscenti, di confrontarsi nei collegi plurinominali nei quali, per tempo e risorse, possono/devono rivendicare il pregresso lavoro svolto nelle aule parlamentari. Negli uninominali, invece, dovrebbero anch’essi accompagnare nuove e valide candidature di sintesi.
    Temo che sarò inascoltato.

  • 2 Gian Giac.
    26 Gennaio 2018 - 12:13

    Mi permetto di intervenire sul commento di Andrea Murru. Nei collegi plurinominali conta solo il capolista e non mi sembra un confronto, in quanto, senza il voto di preferenza, ai candidati che seguono è preclusa qualsiasi possibilità di essere eletti. Solo in caso di rinuncia del capolista subentra il secondo.

  • 3 Aladinews
    26 Gennaio 2018 - 19:00

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=77400

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