Che ne dite? Meglio il metodo PD, il sorteggio o le parlamentarie?

27 Gennaio 2018
2 Commenti


Amsicora

 

 

Amici, che ne dite? Sulla formazione delle liste è meglio lo spettacolo messo in scena da PD, LeU e Forza Italia o il sorteggio? Intendo per il decoro delle istituzioni. Ma, se ben ci pensate anche per la dignità dei partiti e per i singoli. Dite di no? Avete dubbi o perplessità? Riflettete. In fondo se il seggio è uno e lo assediano in cinque per ghermirlo, da un punto di vista razionale, dovete ammettere che sempre e solo uno alla fine sarà soddisfatto; quattro saranno immancabilmente incavolati. E tuttavia, mentre col sorteggio possono prendersela solo con la dea bendata, la mala sorte, i quattro esclusi, intendo, col metodo in uso s’incazzano contro i dirigenti del partito, vedono trame ai loro danni, remano contro e meditano sanguinose vendette. Ergo, a casino si aggiunge casino, si moltiplicano le faide, si meditano atroci bardane punitive. E chi ne soffre? Non solo i singoli, di cui poco o niente ci tange, ma ancor prima le istituzioni, che son quelle che ci interessano.
E sulle parlamentarie, siete sempre scettici? Pensate sia una trovata insensata e ridicola? Una burla? Una parodia della democrazia? Non vi pare un modo razionale di scegliere la rappresentanza nell’era della politica senza partiti? Se ci pensate bene, sono una specie di sorteggio temperato. La carica dei 15 mila (circa 400 in Sardegna) dà sfogo a tutte le pulsioni, a quelle nobili di chi vuol servire il Paese e a quelle ignobili di chi critica l’altrui assalto alla sedia, ma in fondo la agogna e la insidia lui stesso. Insomma, della serie: gli appetiti degli altri sono per riempire il ventre, i miei per alimentare la mente. Bassi istinti contro ascetiche idealità! Quanti ne ho conosciuto così, in vita mia! Però Di Maio & C. hanno previsto antidoti. Scrematura preventiva e scrematura successiva. Controllo del curriculum prima e dopo anche delle condotte. Sissignori! Fino alle fine. Avete sentito i pennivendoli di tutte le risme? Annunciano “Contrasti nel M5S“, mentre presentano come dialettica democratica l’immondo spettacolo della paralisi degli altri partiti. Ma Di Maio risponde: “Stiamo controllando trascorsi e frequentazioni nell’interesse della serietà delle istituzioni. Vogliamo una rappresentanza che dia garanzie di moralità per il governo del Paese”. I gazzettieri attaccano. Strillano: “mancanza di democrazia!“. Ma le parole di Di Maio sono musica per le mie orecchie, frastornate dai cattivi rumori. E’ meglio lasciare in lista e mandare in Parlamento persone di dubbia serietà, non cristalline o cancellarle finché si è in tempo? Il fine è un rispetto astratto di procedure o il raggiungimento dello scopo della procedura? Mi viene in mente quanto faceva il PCI dei tempi migliori, il rigore berlingueriano, per capirci, volto ad iniettare nelle istituzioni dosi massicce di etica pubblica. Ma oggi è questa ad essere derisa e denigrata e il malaffare o la malapolitica ad essere esaltati. Questi ultimi sono la normalità tranquillizzante, la prima la stranezza preoccupante.
E Beppe? Dipinto come il più fosco degli aspiranti autocrati, insieme al povero e schivo Gianroberto, non ha mai chiesto una carica, e ora, che ha una forza immensa, fa un ulteriore passo indietro. Il Movimento cammina con le proprie gambe, è riuscito a dotarsi di un gruppo dirigente credibile e capace, lui si ritaglia un ruolo defilato. Più il M5S si espande e più lui torna dietro le quinte. Ed anche qui, quante insinuazioni, malevolenze, cattiverie! A me quella di Grillo sembra una vicenda esemplare di impegno al servizio del Paese. Un eccentrico Cincinnato dei giorni nostri. Ha messo sù un movimento predicando rigore morale e sforzandosi quotidianamente di imporlo, di assicurarlo, lui dà l’esempio non chiedendo niente per sè. Si può non concordare con le idee di Beppe, ma volete mettere con Renzi? Ha promesso di andarsene in caso di sconfitta al referendum. Ha preso una disfatta terrificante ed ora mantiene in scena il suo cadavere politico maleodorante e ridicolo, facendo danno al suo partito e al Paese.
Ma non prendetemi sul serio, lo sapete, a me piace fare il bastian contrario.

2 commenti

  • 1 aldo lobina
    27 Gennaio 2018 - 08:55

    La rappresentanza è una cosa seria. L’elettorato passivo dovrebbe imporre ai suoi esercenti oltre i requisiti civici basilari altri specifici per il tipo di istituzione cui ci si candida. Una seria preparazione in amministrazione certificata dal superamento di prove come per una patente. Non si capisce perché in Italia serva un tale documento solo per guidare una vettura o curare piante o perché si debbano superare mille prove anche per fare solo il soldato e non sia richiesto uno straccio di competenza per incarichi complessi come quelli politici. Se in Italia basta essere stato l’autista di questo o quell’onorevole per occupare un seggio al Parlamento, possono essere altre le qualità premiate dalle scelte dei capibastone, quelle che non servono alla Repubblica, ma ad altri scopi. Difenderci dall’ignoranza è fondamentale. Quando ero bambino ricordo che una procedura obbligatoria prima dell’insediamento di un Consiglio Comunale era la prova di scrittura: i consiglieri eletti per poter svolgere l’incarico dovevano dimostrare di non essere analfabeti. I partiti non dovrebbero essere consorterie dove viene premiata la fedeltà al capo di turno, ma fucine dove si forma una classe dirigente capace, che non si faccia amministrare nella migliore delle ipotesi da un apparato burocratico radicato e longevo. Allora - in tempi bui come questi - pieni di Verdini, Razzi e arruffapopolo di ogni sorta, perfino un sorteggio sarebbe più utile, ma non ancora sufficiente a dare garanzie di buon governo.Le primarie per la scelta dei candidati sarebbero sempre utili. Lo sarebbero di più se normate per Legge e se riferite a persone con requisiti minimi di competenza documentati. Abbiamo il diritto di essere rappresentati da persone non solo oneste, ma anche competenti.

  • 2 Aladinewd
    27 Gennaio 2018 - 10:02

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=77524

Lascia un commento