Renzi continua nella politica del dispetto, che favorisce Salvini, ma cresce l’opposizione nel partito

6 Marzo 2018
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 Red

Matteo Renzi (archivio) © ANSA

Matteo Renzi (archivio) © ANSA

 

Nel PD stanno tentando di legarlo. Matteo Renzi ha continuato a folleggiare. Provoca chiudendo a ‘intese con gli estremisti’, mettendo sullo stesso piano la Lega e il Movimento Cinque stelle. E oggi ribadisce la linea del dispetto: “Le elezioni sono finite, il Pd ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito. Non capisco le polemiche interne di queste ore. Ancora litigare? Ancora attaccare me? Nei prossimi anni il Pd dovrà stare all’opposizione degli estremisti” e del M5s. “Per me il Pd deve stare dove l’hanno messo i cittadini: all’opposizione”. E sfida come nei giochi dei bambini: “se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari“.
Ma non tutti lo seguono in questo delirio da cui è assente ogni pensiero per il paese. Per questo cresce la opposizione. Chiamparino, che non ha mai nascosto la sua aspirazione alla segreteria del partito è chiaro: “Dialogare con M5s dopo il voto di domenica? Io quasi quotidianamente dialogo con la sindaca Appendino, non c’è nessun tabù da sfatare - ha detto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, rispondendo a chi gli chiedeva delle intenzioni del Pd circa un possibile dialogo con il M5S -. Il partito deciderà in modo collegiale - e questa collegialità per me è l’elemento fondamentale - se e quali risposte dare”. Come dire, Renzi può dire ciò che vuole, ma non decide lui. E non c’è aulcun estremista da isolare. Di Maio, come Appendino, è persona con cui si può parlare. Del resto, così precisino e pulitino in abito e cravatta, tutto sembra fuorché un barricadiero.
Michele Emiliano è ancora più esplicito: “Il paese non ha possibilità di attendere lunghe trattative, si deve sapere subito che il Pd sosterrà lo sforzo di governo del M5s, augurandoci che il presidente delle Repubblica, incoraggiato da una disponibilità da parte nostra, possa pensare che sia il M5s il partito che ha maggiori probabilità di comporre un governo. E di cominciare il governo del Paese”. “Tutto questo - ha proseguito Emiliano - è chiaro a tutti gli italiani, spero sia chiaro anche alla classe dirigente che a Roma vedo invece continua a muoversi in modo confuso”. “Questo ovviamente - ha concluso - mi addolora in modo particolare”.
Anche il buon Bersani, su twitter, dice la sua sul voto: “Facciamo un discorso onesto. In pochi mesi, nemmeno noi di Liberi e Uguali abbiamo trovato la soluzione. Ma almeno abbiamo visto per tempo il problema! Se nel mondo progressista si smette finalmente di negare il problema, una sinistra plurale potrà riprendere il suo cammino“. Bersani, del resto, è sempre stato aperto ai pentastellati. Lo era cinque anni fa e lo è ancora ora, a parti invertite. E’ nel suo stile di persona pragmatica e di buon senso.
Cosa succederà ora? Sarà decisivo il ruolo del Presidente della Repubblica. Ma certo se dal PD arriva un segnale di disponibilità all’accordo con LeU e M5S, sarà più facile sbarrare la strada a Salvini. L’irresponsabilità di Renzi balza all’occhio quando mette sullo stesso piano Di Maio e Salvini e bada ai suoi dispettucci anziché all’interesse del Paese e del suo stesso partito. Ancora una volta e, anzi, più che mai mostra la sua inadeguatezza al ruolo. Se offre sponda - come sta facendo - per un incarico a Salvini, il PD va in frantumi, implode. Prima lo allontanano e meglio è anzitutto per il PD. Legarlo non basta!

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